Dal sequestro del 2014 al processo che si celebrerà nel 2018. Dopo quattro anni arriva al un giro di boa decisivo la vicenda del canile Nova Entra di San Giovanni Galermo. La struttura «degli orrori» che, secondo l’accusa, avrebbe celato una presunta associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento degli animali e alla truffa di fondi pubblici ai danni del Comune di Catania. Con queste ipotesi di reato, a vario titolo, sono finiti alla sbarra due veterinari, altrettanti funzionari di Palazzo degli elefanti, ente che aveva dato in gestione il canile all’associazione Nova Entra. Nel procedimento, che inizierà il 7 febbraio, il giudice per l’udienza preliminare Santino Mirabella ha incluso anche Mario Bongiorno, vertice dell’associazione che ospitava i randagi delle strutture. Esclusa in questo filone, per un pregresso difetto di notifica, la posizione del veterinario Antonio Seminara. Gli atti che lo riguardano sono stati rimandati in procura e su di lui si procederà separatamente.
Per ricostruire la vicenda bisogna tornare indietro ad aprile 2014, quando una task force di esperti del ministero della Salute, in collaborazione con il nucleo antisofisticazione dei carabinieri, impose i sigilli nelle strutture per animali di San Giovanni Galermo e Adrano. I cani, secondo la ricostruzione dell’epoca e dopo i solleciti dell’associazione animalista L’altra zampa, sarebbero stati accuditi in spazi stretti e in stato di denutrizione. Dopo qualche mese arriva il dissequestro su mandato del tribunale del riesame con l’immediata presa di posizione di Bongiorno, oggi finito rinviato a giudizio. «I cani venivano portati al canile nella fase terminale delle loro terapie, questo non significa che li ho maltrattati», puntualizzava il medico.
Adesso l’epilogo della prima fase giudiziaria che avrà come protagoniste, nel ruolo di parti civili, anche alcune associazioni animaliste. Si tratta della Lega antivivisezione, rappresentata dall’avvocata Pilar Castiglia, l’Altra zampa con l’avvocata Tania Cipolla e la Lega nazionale per la difesa del cane con il legale Michele Pezone. «Il rinvio a giudizio è già un monito per il malaffare che si è ramificato negli anni in Sicilia e in tante altre parti d’Italia – spiega Angelica Petrina della sezione etnea della Lav – con canili spesso utilizzati e tenuti come discariche di rifiuti, siamo fiduciosi che finalmente si potrà fare giustizia». A dare ulteriore risalto a questa storia il fatto che per la prima volta, a livello nazionale, venga riconosciuto il reato di associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento degli animali.
Oltre Bongiorno andranno a processo Rosario Puglisi, ex dirigente che all’epoca dei fatti si occupava di Ecologia, ambiente e randagismo per il Comune di Catania e Gaetano Bonanno, ex funzionare di palazzo degli Elefanti negli uffici antiabusivismo. Con loro anche due funzionari dell’Azienda sanitaria provinciale: Salvatore Rubino e Carmelo Magrì. Per arrivare al processo si è dovuti passare da una iniziale richiesta di archiviazione da parte della procura di Catania con le magistrate Assunta Musella e Alessia Milicò. Istanza che però nel 2016 era stata rigettata dalla giudice Gaetana Bernabò Distefano con una imputazione coatta per gli imputati. Gli uffici giudiziari davanti al nuovo giudice cambiano rotta e si affiancano alle associazione animaliste con la richiesta del processo, ora accolta dal togato Santino Mirabella.
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