«Costretti a vivere in condizioni subumane». Così il medico nisseno, Puccio Dolce, aveva commentato un mese fa la visita all’accampamento profughi di Pian del Lago a Caltanissetta, situato sotto il cavalcavia della strada statale 640 Dir, su un terreno privato proprio di fronte al grande centro d’accoglienza per migranti e richiedenti asilo, sede anche del Cie. Una visita che venne effettuata insieme agli attivisti dello Sportello Immigrati per tentare di avviare un ambulatorio medico gratuito per i migranti rimasti all’addiaccio per tutto l’inverno e sollecitare una soluzione alle istituzioni preposte, Prefettura e Comune. Tende di fortuna, niente acqua e bagni chimici.
Oggi, per l’ennesima volta per motivi igienico-sanitari, le forze dell’ordine hanno sgomberato il campo dove trovavano rifugio un’ottantina di richiedenti asilo provenienti da Gambia, Pakistan e Afganistan. Un numero cresciuto notevolmente nel giro di un mese. A febbraio, con temperature proibitive, erano poco più di una decina. L’operazione è stata condotta da polizia, carabinieri e polizia municipale con l’ausilio di operai e una pala meccanica della società di smaltimento rifiuti per rimuovere le poche suppellettili e le tende in cui i migranti dormivano. I richiedenti asilo hanno inscenato una protesta sulla strada provinciale 5, ma è durata pochi minuti dopo la mediazione dell’ufficio immigrazione della Questura. Per tutti, infatti, è stato trovato un riparo dignitoso. Venti di loro sono entrati al centro d’accoglienza di Pian del Lago, altri smistati nei centri d’accoglienza straordinaria del capoluogo. In tutta la provincia di Caltanissetta, oltre al Cara di Pian del Lago, sono presenti 17 strutture per minori, sette Cas e otto Sprar.
Negli anni l’area, una volta sgomberata, è stata sistematicamente rioccupata dopo poche settimane, se non giorni. Molti di questi migranti tornano a Caltanissetta soltanto per il rinnovo del permesso di soggiorno. Altri, invece, semplicemente rimangono in attesa di una collocazione al Cara. Nel frattempo, a decine, si accampano fuori dal centro di Pian del Lago e nei casolari di campagna abbandonati sempre nelle vicinanze, perché l’unica forma di sussistenza è rappresentata dalla solidarietà di altri rifugiati del centro che portano loro qualche pasto caldo che avanza. Un sostegno arriva loro dallo Sportello Immigrati, anche sotto il profilo legale e, negli ultimi mesi, dai Padri comboniani di Palermo che periodicamente si recano a Caltanissetta e dai volontari dell’Oxfam, sotto forma di kit di prima necessità e tende da campeggio per affrontare la notte.
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