S.G. La Punta, furto con spaccata in negozio La titolare: «È il decimo nel giro di due anni»

Ancora una volta il negozio Mickey Store di San Giovanni La Punta diventa lo scenario di un furto con spaccata, stavolta avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì: sono circa le quattro del mattino quando una vettura, probabilmente un fuoristrada, sfonda una delle vetrine del negozio in piazza Don Bosco del Comune etneo. I ladri, entrando, fanno razzia di tutto ciò che trovano, borse e calzature firmate. «L’allarme ha suonato, ma nessuno ha sentito niente», dichiara Ermelinda Pisanò, proprietaria del negozio Mickey Store. «Sono stata avvisata da una pattuglia dei carabinieri di Gravina che, passando lungo la strada, si è accorta della vetrina spaccata perché, nonostante il negozio si trovi in un condominio e sia circondato da numerose abitazioni, i vicini hanno dichiarato anche stavolta di non essersi accorti di nulla». Sul caso indagano i carabinieri della stazione di San Giovanni Punta.

Non è stato ancora possibile quantificare il bottino. «Mi sono premurata a fare la denuncia e a riparare la vetrina, dando modo ai carabinieri di fare tutti i rilievi necessari e quanto prima farò un inventario accurato», continua la negoziante. Stando alle marche costose degli articoli esposti nel negozio, il valore della refurtiva sembrerebbe consistente, e superiore rispetto alle altre volte, considerando che il Mickey Store non è estraneo a vicende di questo tipo. Si tratta, infatti, come conferma la proprietaria, del decimo furto in soli due anni, l’ultimo dei quali risalente allo scorso ottobre, che ha provocato un danno strutturale notevole, oltre al valore della refurtiva, in quanto a essere sfondata è stata una vetrina sulla quale insisteva una parete in cartongesso. 

«Non penso si tratti di un attacco personale», dichiara ancora la signora Pisanò. «Viviamo un momento in cui molti altri negozianti come me, che trattano merce di valore, subiscono furti come questi», continua, precisando che si tratta di un mercato, quello della ricettazione di articoli di marche costose, che farebbe sempre più gola ai malavitosi. «Manca una tutela che venga dall’alto, mi sono ritrovata in piena notte totalmente da sola a dover fare i conti con quel disastro – sottolinea – Le mie accuse non si rivolgono a chi onestamente svolge il proprio lavoro, come ai Carabinieri che sono intervenuti, ma al sistema, che è totalmente sbagliato e non tutela come dovrebbe la categoria cui appartengo». Nulla insomma sembra fermare i criminali che da anni operano con le stesse modalità, nemmeno la presenza di telecamere di sicurezza, poste in maniera visibile sia all’interno che all’esterno del negozio.

Chiara Chines

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