Calcio Catania, parla l’ad Pablo Cosentino «Il piano non cambia, vogliamo tornare in A»

Conferenza stampa attesa ed affollata, al martedì è un inedito per Torre del Grifo. La giustificazione? A seguito della sconfitta maturata sul campo del Frosinone, Pablo Cosentino, l’amministratore delegato del Calcio Catania, ha deciso di essere lui stesso a rispondere alle domande dei giornalisti. L’atmosfera in sala stampa può essere descritta abbinando quella tipica di un processo mediatico – per numero di telecamere presenti – a quella che permea l’attesa di un difficile esame universitario. Fosse stato concesso fumare, allora sarebbe stata simile in tutto e per tutto all’attesa fuori dalla sala parto: d’altronde, le occasioni per interloquire con la dirigenza e ottenere risposte non sono tanto più frequenti o attese.

L’argomento primario: la situazione della squadra, penultima in serie B nonostante il progetto di risalire immediatamente in serie A: «Il progetto non cambia. Vogliamo ritornare in serie A e abbiamo una squadra che con tutti gli effettivi a sua disposizione non sarà perfetta, ma è molto competitiva». Ma non tutti i giocatori sono disponibili: «È questo che sta condizionando le nostre prestazioni. Le assenze di giocatori come Spolli, Rinaudo e altri ancora». Quando recupereranno? «Rinaudo tra 15 giorni, Spolli ed Almiron non sappiamo ancora. Rolin tra 40 giorni. Frison invece è pronto».

Tanti infortunati, lo stesso problema che la stagione passata era costato il posto a Maran, proprio in questi giorni, e che l’ad aveva ritenuto di risolvere con l’arrivo di Ventrone: «Abbiamo investito tanto sulla prevenzione degli infortuni. Abbiamo comprato macchinari, curato anche l’aspetto nutrizionale e abbiamo affidato la preparazione atletica a un professionista come Ventrone». E allora, la colpa degli infortuni di chi è? «Il calcio non è una scienza esatta. Sappiamo di aver fatto tutto il possibile ma non c’è un motivo né un colpevole per quello che accade, accade e basta. Possiamo venirne fuori solo continuando a lavorare per come c’eravamo prefissati. Lo staff atletico ha la mia piena fiducia».

Sannino, l’allenatore, in settimana aveva espresso l’auspicio di non parlare più di serie A, almeno fino a gennaio: «Sannino è libero di pensare quello che vuole, sa qual è il progetto del club. Avrà inteso così voler tranquillizzare la squadra ma la pressione deve anzi aiutarci a risalire». E a proposito di inizio anno, ci si chiede se siano già pronte mosse di calciomercato. «L’emergenza che attraversiamo non cambia nulla del nostro modo di operare. Siamo sempre vigili e riteniamo di aver allestito una squadra completa. Tuttavia, in base alle condizioni degli infortunati ed alle opportunità di migliorare il livello dell’organico, a gennaio faremo le nostre valutazioni e agiremo di conseguenza». Alcuni giocatori, come Leto, convincono poco: «Lo stiamo aspettando, come capitò con Barrientos. Ha finito bene la scorsa stagione, abbiamo deciso di puntarci anche in questa. Lavora in differenziato con uno staff appositamente dedicato a portarlo al meglio della forma».

Si è parlato, sempre riferendosi a gennaio, della possibilità d’ingresso in società di un direttore generale: «Lo escludo categoricamente». In cosa possono migliorare la squadra e la società? «Faccio sempre autocritica, anche quando le cose vanno bene. Non ho mai pensato di dimettermi e, tornando indietro, affermo che rifarei tutte le scelte compiute finora. Possiamo sempre e tutti migliorare, ma solo seguendo il progetto che abbiamo stilato e che non abbiamo mai abbandonato». Cosa dice ai tifosi, che ha ringraziato per gli oltre diecimila abbonamenti sottoscritti? «Mi dispiace non esser riusciti a dar loro la gioia che s’aspettavano. È una situazione che rende tutti infelici e anche ansiosi. Ma l’ansia può portare a sentenze troppo affrettate sui giocatori e non solo, mentre adesso alla squadra serve tranquillità».

Tranquillità che cozza, però, sia con la pressione alimentata dai proclami del club ad inizio stagione (e qualche riga più su citata come sprone positivo proprio dall’ad), sia con l’esasperazione di quella parte dei tifosi – non certo esigua – che in meno di due anni ha assistito al declino della quadra dall’ottavo posto in serie A al penultimo in serie B e che sente ancora ripetersi la medesima tiritera degli infortuni come giustificazione unica al succedersi degli eventi che, domenica, porteranno il Catania ad affrontare il Bari con un centrale difensivo per due posti disponibili.

Marco Di Mauro

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