Ancora aggressioni a un arbitro e violenze nei campi dilettantistici. Una sorta di triste bollettino di guerra in costante aggiornamento: l’ultimo episodio di una lunga lista che sembra non avere mai fine è quello andato in scena domenica scorsa a Giardini Naxos, durante il secondo tempo della gara tra i padroni di casa del Città di Naxos e il La Vela Football School, squadra di Giarre. L’attesa, adesso, è tutta rivolta alle decisioni del giudice sportivo che, come ogni settimana, dovrebbero giungere tra il pomeriggio di domani e la mattinata di giovedì: da lì, infatti, si evinceranno ulteriori particolari in merito a quanto è successo all’interno dello Stadio Comunale.
La partita, valida per l’undicesima giornata del campionato di terza categoria (Girone A di Catania), ha visto impegnate due squadre che lottano nelle zone basse della classifica: prima del fischio d’inizio, infatti, le contendenti si dividevano l’ultima posizione con 4 punti conquistati a testa. L’incontro, equilibrato e con molte occasioni da entrambe le parti, scorre senza problemi fino al 32′ del secondo tempo. Un minuto dopo il vantaggio dei padroni di casa ecco scatenarsi il putiferio: un calciatore ospite, dopo essere stato fermato in fuorigioco, avrebbe protestato in maniera veemente contro l’arbitro, Salvatore Zappalà della sezione di Acireale.
Il fischietto lo espelle e, da quel momento, inizia un parapiglia che viene immortalato soltanto in parte dal video amatoriale che sta facendo il giro del web. Le immagini, di una trentina di secondi circa, riprendono solo le fasi finali degli scontri. Il giocatore che ha ricevuto il rosso, secondo la ricostruzione dei fatti, prima sputa nei confronti dell’arbitro, poi lo colpisce con un pugno in faccia. I guai per Zappalà non sono finiti: dopo aver fischiato la fine, infatti, scatta una nuova rappresaglia da parte di un nutrito gruppo di calciatori della squadra ospite. Nel video appare anche un uomo in borghese: è il padre dell’arbitro, arrivato per provare invano a calmare una situazione incandescente. La violenza si placa soltanto all’ingresso negli spogliatoi, dove il direttore di gara viene però ripetutamente insultato.
«Non appena è iniziata l’aggressione – racconta a MeridioNews Pietro Spadaro, vice-presidente e capitano del Città di Naxos – abbiamo cercato di proteggere in tutti i modi il direttore di gara, riuscendo a fargli scudo fino all’uscita dal rettangolo di gioco. Da li in poi, proprio per evitare coinvolgimenti e sapendo che c’era il commissario di campo presente a tutelarlo, ci siamo diretti negli spogliatoi fino all’arrivo delle forze dell’ordine». La stessa società jonica, in un comunicato ufficiale appena pubblicato, si dichiara «totalmente estranea alle vicende sopracitate e condanna fermamente ogni atto di violenza, che nulla ha a che vedere con i reali valori dello sport e della sana competizione».
Attendendo le decisioni del giudice sportivo non resta che registrare come anche il 2020 cominci, da questo punto di vista, nel peggiore dei modi. Proprio un anno fa, a cavallo tra dicembre e gennaio, erano infatti accaduti due fatti di cronaca incresciosi. Prima la selvaggia rissa durante la gara di prima categoria tra Aci Bonaccorsi e Nisiana, con sei giocatori della squadra di casa aggrediti da un gruppo di invasori. Poi l’aggressione di un giovane arbitro, avvenuta durante la gara Castel di Judica-Pedara, nel campionato di seconda categoria. Campi di provincia trasformati, ancora una volta, in far-west: l’ennesima cartina al tornasole di un calcio sempre più malato.
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