Un’area protetta usata per la pesca di frodo. L’Oasi del Simeto lo era diventata: sei pescherecci illegali, 55 chilometri di reti da pesca, un furgone frigo per il trasporto del pesce, motori e attrezzature sono stati sequestrati dagli uomini del commissariato di Librino nell’area di fronte al Villaggio Primosole beach, proprio lungo l’argine del fiume. Le accuse, nei confronti delle persone che sono state denunciate, includono anche la distruzione di habitat protetto.
Un uomo è anche ritenuto responsabile di avere occupato abusivamente un’area di 400 metri, con una struttura anch’essa occupata abusivamente dopo la morte del proprietario. Lì sarebbe stata attivo un commercio di reti da pesca a opera dell’uomo, pescatore professionale in nero, già percettore di pensione. In un pezzo si spiaggia l’uomo avrebbe installato un’imbarcazione in forma stabile, all’interno della quale era conservato parecchio materiale da pesca.
Due pescatori, uno dei quali percepisce l’indennità di disoccupazione e l’altro minorenne, hanno tentato di allontanarsi alla vista dei poliziotti ma sono stati bloccati. Ignoti, infine, avevano sostituito il catenaccio di accesso alla riserva naturale. I poliziotti, assieme al corpo di vigilanza Oasi del Simeto della Città metropolitana di Catania, hanno rimosso il lucchetto e lo hanno sostituito con uno nuovo.
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