Caffè amaro/ ‘Palermo Avvenire’ e la sanatoria per Russo e Armao

Intanto una premessa: che i medici facciano politica non è una novità. Gli ultimi due presidenti della Regione siciliana – Totò Cuffaro e l’attuale che sta per togliere il disturbo, e cioè Raffaele Lombardo – sono, per l’appunto, medici. Se poi qualcuno – non solo a Palermo, ma in mezza Sicilia – ha trasformato alcuni ospedali in comitati elettorali, beh, evidentemente questi ‘qualcuno’ – oltre a non avere buon gusto – sanno poco o nulla di come i medici ‘producono’ consenso elettorale. Sappiano, questi dilettani allo sbaraglio, che la ‘schiumazza’ che hanno prodotta nelle corsie risulterà inversamente proporzionale al numero di voti che racimoleranno.

Ma il tema che trattiamo in queste bevi note è un altro. Noi apprezziamo la passione politica con la quale i protagonisti della lista per il rinnovo del Consiglio comunale del capoluogo siciliano – lista denominata ‘Palermo Avvenire’ – lavorano in questa loro avventura elettorale. Ai tanti cittadini impegnati in questa lista desiderosi di cambiare in meglio il ‘volto’ Palermo vorremmo, però, porre qualche domanda a proposito dell’articolo che abbiamo scritto ieri sera e che è possibile leggere oggi sul nostro giornale.

Argomento: gli ‘stipendi’ – o se preferite le indennità – dei dodici assessori regionali ‘tecnici’ della giunta Lombardo. Poniamo qualche domanda perché sappiamo che tra i protagonisti della lista ‘Palermo Avvenire’ ci sono due assessori regionali, Massimo Russo e Gaetano Armao.

Bene. Gli assessori regionali ‘tecnici’ hanno percepito, fino ad oggi, un’indennità mensile maggiorata del 60 per cento circa. Ciò in forza non di una legge – come dovrebbe essere – ma di una semplice delibera della giunta regionale: cosa che non si può fare. La questione è venuta fuori a Sala d’Ercole durante la recente discussione sulla manovra finanziaria. Di fronte a un fatto del genere, a nostro modesto avviso, sarebbe stato corretto, da parte dei dodici assessori regionali, restituire i soldi in più che fino ad oggi hanno percepito. Se siamo impegnati a cambiare la Sicilia in meglio – e quindi a cambiare in meglio anche Palermo – dobbiamo cominciare con il dare l’esempio. O no?

Invece, cari amici della lista ‘Palermo Avvenire’, è avvenuta una cosa diversa. Primo: i dodici assessori regionali ‘tecnici’ – e tra questi, naturalmente, Massimo Russo e Gaetano Armao – non hanno restituito i soldi. Scelta legittima, per carità: della quale, però, si sono assunti tutta la responsabilità politica.

Secondo: tutta la politica siciliana impegnata nelle vicende regionali – e quindi i dodici assessori ‘tecnici’ e i parlamentari dell’Ars – hanno inserito nella manovra finanziaria approvata la scorsa settimana da Sala d’Ercole e in questi giorni all’esame del commissario dello Stato, che ne valuterà la costituzionalità, un ‘codicillo’ che sana le irregolarità del passato e consente ai dodici assessori ‘tecnici’ di continuare a percepire le indennità maggiorate.

Ora, cari amici della lista ‘Palermo Avvenire’, se i dodici assessori ‘tecnici’ avessero continuato a percepire le indennità maggiorate (circa 13 mila euro mensili cadauno al posto di circa 4 mila euro mensili, sempre cadauno), si sarebbe potuto sempre dire che non ne sapevano nulla e che, per loro, faceva fede la semplice delibera di giunta. E che la responsabilità di quanto di ‘spiacevole’ era accaduto, semmai, era da addebitare ai titolari degli uffici che, avendo studiato male all’università, non sono riusciti a distinguere gli effetti prodotti da una delibera di giunta dagli effetti prodotti da una legge.

Ma il fatto che è stata approvata una legge per ‘sanare’ gli errori del passato e per consentire ai dodici assessori ‘tecnici’ di continuare a percepire le indennnità maggiorate nel futuro significa che gli stessi assessori e gli stessi parlamentari ammettono che le indennità maggiorate non avrebbero dovuto essere percepite.

Ancora: questa ‘sanatoria’ non è stata anticipata da un dibattito pubblico, informando i cittadini – che in maggioranza, oggi, scontano problemi economici – su quello che il parlamento siciliano stava per fare. Al contrario, tutto è stato fatto nel segreto delle stanze, di nascosto.

Ecco cari amici di ‘Palermo Avvenire’: secondo voi questa ‘sanatoria – che secondo il nostro giornale è oscena – è un buon viatico per cambiare in meglio Palermo? O siamo davanti alla solita politica che parla bene e razzola male? A voi la risposta.

 

 

 

Redazione

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