Burattini in ospedale, un ciclo di spettacoli per i piccoli  «Occasione per creare legami in luoghi di sofferenza»

«Quando ero piccolo sono stato ricoverato in ospedale e non c’era niente da fare, stavo pomeriggi interi a guardare fuori dalla finestra annoiandomi da morire». Nasce così, da un’intuizione dell’attore Vito Bartucca, l’idea di portare gli spettacoli di burattini dentro l’Ospedale dei bambini di Palermo. È così che la Compagnia Teatro degli Spiriti. composta appunto da Vito Bartucca e da Salvino Calatabiano, porta sorrisi e attimi di spensieratezza con il progetto Burattini in Ospedale che prevede un ciclo di quattro spettacoli dentro il Polo Ospedaliero Pediatrico. L’obiettivo è fare svagare i bambini che possono dimenticare, per un po’, la loro malattia e ai genitori di rilassarsi e di distrarsi.

Giovedì 1 marzo c’è stato il primo spettacolo, Bianca Cipudda. «È andata molto bene, c’era tantissima gente e anche dei parenti in visita, nonni e zii – racconta Bartucca – Per un attimo si sono distratti e divertiti, anche i medici che passavano si fermavano perché era bello vedere tutti i bambini seduti, chi con il gesso e chi con la flebo attaccata. I genitori si rilassano, è un’occasione per creare legami umani con chi vive la stessa condizione di sofferenza». Un momento creativo e ricreativo, di condivisione grazie al teatro di figura, e nello specifico il teatro di burattini, che è la primaria e istintiva forma di teatro, visto che il teatro è racconto.

I bambini ricoverati nei presidi ospedalieri non hanno la possibilità di accedere alla città e alle sue attività: proprio da questa riflessione nasce il progetto, un momento di incontro per i piccoli utenti che per diversi motivi sono ricoverati nelle strutture ospedaliere. Il polo pediatrico Giovanni Di Cristina è un punto di riferimento per tutta la regione anche per malattie a media e a lunga degenza. I pazienti si trovano in una momentanea condizione di non accesso alla città: con il naso puntato al vetro la osservano in silenzio, e se i piccoli degenti dell’ospedale non possono entrare nella città, la città potrebbe entrare in mezzo a loro. L’iniziativa dunque rappresenta un’opportunità, un modo per scardinare e ridurre la distanza tra i bambini ricoverati e il resto del mondo circostante e permette ai piccoli  di sentirsi meno emarginati e partecipi della vita sociale cittadina.

«Vivere un percorso di ospedalizzazione è un aspetto quasi del tutto imprescindibile per l’essere umano che è costretto a scoprire la sua fallibilità, la sua fragilità e deve fare i conti con il proprio corpo ammalato – aggiunge Vito Bartucca – Portare il teatro in ospedale vuol dire regalare un momento di evasione dalle lente e interminabili ore tra un pasto e una terapia, interrotte da un corto circuito, un momento di festa, un momento di creazione in cui i ruoli rigidi vengono disinnescati. Lo spettacolo per attore e burattini diventa momento di socializzazione, di unità e di uguaglianza. Perché che cos’è il teatro se non la vita che scorre? Anche dentro ad un ospedale pediatrico».

Quattro gli spettacoli per attore e burattini, nel mese di marzo, sempre alle 15.30, prenderanno forma in uno spazio teatrale inconsueto e libero: l’atrio del secondo piano del polo ospedaliero Pediatrico diverrà sala teatrale, spazio ludico-creativo e luogo di socializzazione tra i genitori, tra i piccoli degenti e il personale ospedaliero. «Gli assistenti sociali che hanno visto i nostri spettacoli – conclude l’attore – ci hanno chiesto se fosse possibile portare queste attività nei reparti di geriatria dove c’è davvero poca attenzione per i pazienti. Sono soli e spesso abbandonati, ogni tanto ci va qualche prete ma poi per il resto sono spesso lasciati soli. A noi piacerebbe molto e sarebbe bellissimo se si riuscisse a realizzare questo progetto».

Alessia Rotolo

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