Poteva sembrare una boutade, ma l’ufficialità delle fonti ha subito fugato il dubbio. La richiesta risale a un mese fa: il dirigente di una squadra siciliana di rugby ha avanzato alla federazione una segnalazione via mail, all’interno della quale si richiedeva il cambio di denominazione per i Briganti di Librino: una società modello, impegnata con le sue attività culturali e sportive nel riscatto di un quartiere troppo spesso dimenticato. Un punto di riferimento che, però, avrebbe dovuto cambiare nome. A causa della presunta accezione negativa del sostantivo «brigante»: nella mail incriminata, infatti, viene evidenziato come si tratti di una parola «che esalta un gruppo di malviventi in contrasto con i dettami in materia di ordine pubblico. Non credo, per esempio, che una società potesse chiamarsi ASD stupratori oppure ASD ladri di bestiame».
Una accusa subito respinta al mittente dal presidente del comitato siciliano della Federugby Orazio Arancio. «La cosa che più mi stupisce – ha confessato Arancio a MeridioNews – è la modalità con cui tutto è avvenuto. Siamo soliti affrontare i problemi in maniera collettiva, risolvendoli positivamente. Questa richiesta, invece, è giunta a Roma senza che noi sapessimo nulla». La risposta è stata chiara: «Avevo il dovere di rettificare – precisa l’intervistato – facendolo in maniera costruttiva. Il termine “briganti” non può evocare qualcosa che non esiste: ha anche una accezione scherzosa. Trovo geniale, invece, utilizzare questo nome per un progetto che intende essere riscatto per un quartiere intero. Dà l’idea di gente sveglia – aggiunge il dirigente – e rispecchia la loro anima in senso positivo».
L’augurio di Arancio, dunque, è che tutto si risolva senza strascichi. «La competizione leale è giusto che ci sia: ciascuno ha il proprio modo di gestire le società sportive. Queste tensioni, però, non sono tipiche del nostro mondo». In merito all’autore della mail: «Non avevo bisogno di parlargli. Mi auguro che anche per lui la faccenda si concluda qui. La Federazione ha accettato il mio modo di operare: ha scelto il movimento, a noi il nome Briganti – conclude il presidente – non dà alcun fastidio». Posizione identica per Stefano Curcuruto, massimo dirigente de I Briganti rugby Librino. «È una situazione assurda e strana. L’autore della richiesta non nutre simpatia nei nostri confronti». Curcuruto non vuole svelare l’identità di chi li ha denunciati alla Federazione, ribadendo però come tutti gli avversari vengano accolti sempre in maniera amichevole, nello stile della società.
«Tutto si può pensare – ribadisce il presidente – tranne che qualcuno possa mettere in discussione una denominazione che esiste ormai da 13 anni. Molti nomi, nel nostro mondo, si legano alla logica di spirito e allegria che è tipica del rugby: abbiamo comunque ricevuto solidarietà e sostegno trasversali. Chi ci conosce da tanto tempo – sottolinea Curcuruto – sa bene di cosa ci occupiamo». Meglio, dunque, pensare alla stagione ormai alle porte. «I campionati cominceranno il 20 ottobre, lunedì inizieremo la preparazione atletica: dovremmo avere tutte le categorie – spiega l’intervistato – dal mini rugby al femminile». La ciliegina sulla torta, poi, sarà il completamento dei lavori al campo San Teodoro XXV Aprile: «I primi di settembre l’azienda dovrebbe iniziare, per concludere entro il 15 di maggio. Verrà allargato il campo di gioco, installando un terreno sintetico. Abbiamo ottenuto ciò che da anni inseguivamo: sarà l’orgoglio di tutta la Catania sportiva».
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