Dopo la Catalogna torna a farsi sentite la voce indipendentista dei Paesi Baschi. Lo fa con una manifestazione imponente andata in scena ieri per le vie di Bilbao. Più di centomila persone hanno sfilato per chiedere la liberazione dei militanti dell’ETA detenuti nelle carceri spagnole e francesi.
La marcia basca è un appuntamento annuale, ma quella di ieri ha avuto un significato particolare. Non solo per la partecipazione oceanica, ‘storica’ come hanno sottolineato i quotidiani internazionali e locali, ma anche per le adesioni istituzionali e politiche: per la prima volta i partiti minoritari della sinistra indipendentista si sono uniti ai conservatori del Partito nazionalista basco che governa la regione. Insieme hanno chiesto non solo la restituzione dei prigionieri politici, ma hanno riaperto il fronte del no all’ingerenza di Madrid nei fatti baschi.
Uno scenario simile a quello catalano dove le rivendicazioni separatiste hanno unito il nazionalismo moderato tradizionale (Convergencia i Uniò) con la sinistra radicale di “Esquerra Republicana”.
Un’altra gatta da pelare per Mariano Rajoy che prova a mostrare i muscoli contro l’aspirazione catalana di celebrare un referendum entro quest’anno: “Questo referendum è contro la Costituzione e non avrà luogo. Ciò che è stato deciso è anticostituzionale e illegale ha detto il mese scorso nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. Il quale ha detto pure la sua: “Lunità richiede sforzi che tuttavia vale la pena di affrontare. Mi sono sempre opposto a ogni movimento separatista, nel mio Paese così come negli altri Stati.
Insomma, l’ennesima prova di come questa Unione europea della banche e della finanza abbia ben poco rispetto per la democrazia e per il diritto all’autodeterminazione dei popoli a favore della quale invece si è schierata anche lOnu.
Una presa di posizione quella dei ‘dinosauri’ dell’Ue e dei oro satelliti nei Governi nazionali che servirà a ben poco. Più si oppongono, più i popoli si uniscono. Almeno in Spagna.
Intanto, come sappiamo, anche in Sicilia c’è in corso un timido tentativo di unione da parte degli indipendentisti. La strada è ancora lunga, ma forse, anche i siciliani, hanno capito che la bandiera dell’autodeterminazione non può che essere una.
Dalle parole ai fatti, invece, in Alto Adige. Sulla rete leggiamo che sono in corso le operazioni di spoglio delle schede del referendum autogestito sull’autodeterminazione promosso dal partito di Eva Klotz, Südtiroler Freiheit. E’ lei che ha dato vita al referendum. “Gli scrutatori leggiamo nel sito Alto Adige – si apprestano ad aprire le centinaia di buste pervenute ed i promotori hanno annunciato che per domenica prossima saranno resi noti i risultati.
“Il nostro obiettivo è presentare una mozione in consiglio provinciale e poi indire un referendum in Alto Adige, allo stesso modo di come è stato deciso in Scozia e in Catalogna. Sarà la popolazione a decidere”, sottolinea Eva Klotz.
Pugno duro di Madrid e dellUe contro il referendum separatista in Catalogna
Saluto allUnione degli Indipendentisti Siciliani
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