«C’è bisogno di sapere per avere le giuste cure, supporto e vite più sicure». Recita così
Sotto casa mia, la canzone del rapper Dino Pappalardo, chimico 34enne di Biancavilla che ha lanciato la raccolta fondi lotta ai tumori d’amianto, il mesotelioma che nel suo paese colpisce sempre più persone. I soldi saranno destinati al reparto di chirurgia toracica del Policlinico di Catania.
L’avventura di Dino nasce da una storia triste, a cui il giovane di Biancavilla cerca di dare un lieto fine. Quando si parla di tumori per il rapper c’è ancora troppa omertà, bisogna discuterne, spiegare, informare. Ed è quello che lui stesso sta provando a fare, da quando il problema lo ha colpito in prima persona. «Il problema – spiega il ragazzo – è ambientale ed è stato causato dal fatto che questo materiale dannoso è stato utilizzato per costruire le case. Chiunque lavori nell’edilizia si trova suo malgrado a starci a contatto». Proprio come è successo al suocero e al padre di Dino che si sta battendo per sconfiggere la malattia: «Mia moglie ha perso il padre che faceva l’imbianchino e mio padre sta ancora lottando». I primi anni di matrimonio «non sono stati i più belli proprio perché segnati da questi due tristi eventi».
«A distanza di pochi giorni dal funerale di mio suocero abbiamo scoperto che mio padre aveva un tumore alla pleura, dovuto all’amianto». Da quel momento il chimico ha deciso di studiare la malattia e mettersi all’opera. «Per me è stato un dovere per il Comune, per le vittime e per la problematica che dal punto di vista sanitario non è mai stata trattata». Il 34enne racconta di come le ultime amministrazioni abbiano cercato di bonificare le aree della città maggiormente dannose, ma il problema per lui va risolto anche dal punto di vista sanitario. «Questa malattia spesso si presenta in ritardo rispetto a quando si inala l’amianto e il picco, secondo i dati diramati dall’Istat, sarà nel 2025».
Dino si reputa comunque fortunato per l’esperienza che riguarda suo padre. Il loro angelo custode lo hanno incontrato due anni fa al
Policlinico di Catania e si chiama Marcello Migliore, responsabile della sezione di chirurgia toracica del dipartimento dell’Università di Catania. «Ha sempre lavorato all’estero – spiega Dino – ma casualmente era stato da poco trasferito a Catania». Rispetto al classico intervento, che prevede l’asportazione del polmone, quello effettuato sul padre del rapper è stato meno invasivo. «Gli è stato rimosso solo il tumore e sono stati fatti alcuni lavaggi chemioterapici».
Il signor Pappalardo si sottopone ai controlli medici ogni quattro mesi perché il
rischio di recidiva è elevato, anche se fino a ora non c’è segno di un ritorno della malattia. «A differenza di altri pazienti, a cui viene dato qualche mese di vita, mio padre, che si è operato due anni fa, ancora combatte».
E Dino si sta impegnando affinché anche altri pazienti possano riuscire a superare il male. «Mi sono reso conto che sull’argomento
c’è poca informazione, ne sa poco persino il medico curante a cui molti si rivolgono e per questo ho deciso di agire in prima persona». Per colmare questa disinformazione e sensibilizzare la gente ha girato il video musicale che ha già ottenuto 31mila visualizzazioni, a cui ha collegato una raccolta fondi. Anche se, ci tiene a precisare, «le donazioni sono più importanti delle visualizzazioni».
Dino è appassionato di musica rap ed è cresciuto a suon di
Articolo 31. Proprio dj Jad, storico membro del gruppo musicale, ha curato la produzione del video. Anche altri personaggi del mondo dello spettacolo hanno dimostrato solidarietà nei suoi confronti appoggiando il progetto, soprattutto siciliani come i comici Ficarra e Picone e il gruppo musicale Tinturia, che sabato 26 marzo lo ospiterà sul palco del Ma durante il concerto della band per ribadire e ricantare la sua lotta.
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