Beni Unesco, stop al progetto che coinvolge 130 scuole Dirigente: «Decisione dall’alto». Prof e studenti delusi

Duemila studenti di diversa età sparpagliati tra i sette siti Unesco siciliani. Per scoprirne la storia e il valore, e rafforzare il senso di cittadinanza, guidati da esperti che avrebbero dovuto coordinarli per realizzare percorsi di fruizione nuovi e innovativi. E raccontarli infine in video-documentari da distribuire nelle scuole per far conoscere ai più giovani le meraviglie della Sicilia, filtrate dagli occhi dei loro coetanei. Tutto questo sarebbe dovuto essere #generazioneUnesco, un progetto finanziato con 600mila euro dal ministero dei Beni culturali e affidato dalla Regione siciliana a uno dei suoi enti di eccellenza, il CriCd (Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione grafica, fotografica, aerofotografica, audio-visiva e filmoteca regionale siciliana). 

La macchina si era messa in moto all’inizio del 2017 e dopo undici mesi in cui sono state coinvolte 130 scuole e circa 1.800 ragazzi, siglato un protocollo d’intesa con l’ufficio regionale scolastico, formato i docenti, svolto incontri a Catania, Palermo ed Enna e messo a punto una piattaforma informatica innovativa, proprio a ridosso della fase operativa e dopo aver speso circa il 40 per cento dei fondi stanziati, è arrivato lo stop. 

A deciderlo, pochi giorni dopo l’insediamento del nuovo governo regionale, è stata la dirigente del dipartimento dei Beni culturali, Maria Elena Volpes. «Il progetto passa alla gestione del Parco archeologico Valle dei templi di Agrigento». Una revoca improvvisa e non condivisa con il Centro per la documentazione, che ha costretto l’ufficio scolastico regionale, il 19 gennaio, a comunicare agli istituti l’interruzione di ogni attività. Tra la delusione generale di studenti e professori. «Il danno di immagine dei beni culturali siciliani presso tutte le scuole è stato immenso – spiega un insegnante che aveva creduto nel progetto e che si è rivolto a MeridioNews, preferendo rimanere anonimo – oltre al danno provocato a oltre 1800 studenti che erano pronti ad avviare il loro percorso di alternanza scuola lavoro con questo progetto. Qualcuno dovrebbe spiegarci perché mandare tutto in malora all’improvviso».

Secondo quanto riferito dall’ufficio di gabinetto dell’assessore ai Beni culturali Vittorio Sgarbi, «sono sorte insormontabili difficoltà tra la direzione del Cricd da una parte e, dall’altra, il responsabile tecnico (il dottor Guido Meli) e la coordinatrice (la dottoressa Giada Cantamessa)». Meli è dirigente in pensione del dipartimento, nonché precedente direttore della Villa del Casale di Piazza Armerina, dove ha lavorato a stretto contatto con Sgarbi. Cantamessa – dottoressa in Storia dell’Arte e Archeologia, già a lavoro con Meli e Sgarbi in progetti legati alla Villa del Casale e per diverse mostre – è risultata idonea, con i suoi titoli, a un avviso pubblico per il ruolo di coordinatrice didattica. Consulenza esterna che ha ricoperto da fine 2016 a oggi, con una pausa: lo scorso maggio ha infatti dato le dimissioni. «Il ministero, che è l’ente finanziatore, – aggiungono dall’assessorato – non condivideva alcune modifiche che si volevano apportare al progetto, il rischio era perdere il finanziamento. Quindi la dirigente ha deciso di affidarlo ad altro ente. Siamo stati tranquillizzati: tutto ripartirà a breve, probabilmente già ai primi di marzo». Tuttavia nessuna lamentela da parte del ministero è stata comunicata ai vertici del Centro regionale per l’inventario. 

«Da parte nostra – spiega Stefano Zangara, attuale commissario del CriCd – stiamo provvedendo a disimpegnare le somme che ci erano state affidate, almeno quelle che non sono state già spese». Dei 600mila euro previsti – 500mila da parte dello Stato e 100mila di fondi regionali – ne restano 358mila. Soldi che erano stati già messi a bilancio dal CriCd e che andranno invece restituiti alla Regione che li trasferirà al Parco Valle dei Templi. A questi se ne aggiungono altri 150mila che sarebbero dovuti scattare nel 2018. Finora sono stati spesi e rendicontati 92mila euro. «Un lavoro bello, complesso e corale – racconta Caterina Greco, dirigente del Centro che ha seguito #generazioneUnesco fino a novembre, contattata da questa testata -. Lo abbiamo curato noi del CriCd perché abbiamo delle competenze specifiche nella documentazione, abbiamo personale e tecnologie adatte a delineare le linee guida della produzione, affiancare i ragazzi e guidarli nella realizzazione dei documentari finali. Avevamo coinvolto, per ciascun sito Unesco, referenti tecnici, archeologi, professionisti che si sono inventati temi e personaggi che avrebbero caratterizzato i diversi itinerari. Si è cercato di lavorare sulla costruzione di un linguaggio adatto ai ragazzi».

Negli undici mesi precedenti alla revoca si sono stretti protocolli d’intesa con l’ufficio scolastico regionale, con il Parco dell’Etna e con l’Accademia delle belle arti di Palermo. E dopo gli incontri con le scuole e la formazione dei docenti, la risposta è stata un successo: si sono pre-iscritti 130 istituti in rappresentanza di circa 1.800 ragazzi, della scuola primaria e dei licei, e in quest’ultimo caso la partecipazione sarebbe rientrata nell’alternanza scuola-lavoro. «Il 24 novembre 2017 – continua la dirigente Greco – avremmo dovuto lanciare l’innovativa piattaforma per le iscrizioni e poi procedere nei mesi successivi con le attività nei vari siti. Ma il 22 novembre ci è arrivata la nota del dipartimento che in maniera perentoria ci invitava a interrompere il progetto». Tra la sorpresa generale. «Una decisione calata dall’alto a cui ci siamo adattati. Ho espresso la mia delusione sia al ministero che al dipartimento, senza avere riscontro», sottolinea Greco. 

A firmare il provvedimento è la dirigente generale dei Beni culturali Volpes che, interpellata da MeridioNews, sottolinea che «il progetto sta andando avanti, le scuole saranno coinvolte e a breve ci sarà una grande presentazione». Il responsabile tecnico Meli precisa che le attività sono «in fase di rimodulazione» e ammette che i tempi si allungheranno. «Ci sono stati dei problemi con le scuole – spiega – perché non era possibile sviluppare le attività previste su due quadrimestri. Quindi abbiamo sospeso il protocollo con l’ufficio scolastico regionale, se ne riparlerà il prossimo anno. Rimarranno fuori gli studenti dell’alternanza scuola lavoro e coinvolgeremo gli altri. In ogi caso i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado saranno destinatari dei prodotti che confezioneremo per comunicare i valori dei Beni Unesco». Stessa versione da parte della coordinatrice Cantamessa, che preferisce non entrare nel merito delle sue dimissioni, rientrate col nuovo corso. «Non parlo perché ho rispetto delle persone con cui lavoro – dice -. Quello che posso garantire è che il progetto va avanti egregiamente e gli studenti saranno coinvolti».

Salvo Catalano

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