Basket femminile, Ragusa punta allo scudetto Nel weekend in città il meglio della pallacanestro

«Il coach e molte atlete si conoscono già, questo è molto importante per creare quell’amalgama che possa essere vincente. Conoscersi a livello umano e anche in campo sarà un bel vantaggio. L’obiettivo è sempre quello di lottare per lo scudetto e arrivare tra le prime quattro e infatti il budget è rimasto lo stesso». Giovanni Criscione, dirigente della Virtus Eirene Ragusa, presenta così la nuova stagione della squadra biancoverde, unica siciliana a figurare nella serie A1 femminile di basket. Gli obiettivi restano alti, dopo i due secondi posti in campionato e la semifinale playoff dell’anno scorso

La società biancoverde ha confermato in panchina coach Gianni Recupido, ma all’interno dello staff tecnico c’è qualche novità: «Abbiamo inserito il primo assistente Ninni Gebbia, – spiega il manager a MeridioNews perché l’anno scorso coach Recupido ha fatto i playoff senza primo assistente, c’era Ferrara che quest’anno fa il secondo assistente. Il coach lo scorso anno ha fatto sei vittorie consecutive dando gioco e fiducia alla squadra e alle ragazze. Con lui abbiamo fatto importanti vittorie come quella di Napoli e di San Martino, arrivando in semifinale scudetto e perdendo poi contro Schio».

Intanto il primo appuntamento della stagione – oggi e domani, domenica 1 ottobre – segna un momento importante per l’intera città di Ragusa. Il capoluogo ibleo è stato infatti scelto per l’opening day, il tradizionale evento per cui tutte le gare della prima giornata di campionato si giocano nello stesso posto (due partite oggi pomeriggio e tre domani). «Per noi si tratta di un orgoglio, sentirsi coinvolti dalla Lega Basket Femminile è qualcosa di unico. Abbiamo organizzato la serata di gala, dove il presidente farà assaggiare i prodotti tipici ragusani».

L’evento al Palaminardi: «Si tratta di un evento a carattere nazionale di grandissima portata, perché a livello logistico è qualcosa di grandioso. Ospiteremo nove società, la Lega Basket Femminile e la Federazione Italiana Pallacanestro che porterà la Nazionale a fare qui il raduno due giorni dopo. Prevediamo di ospitare circa trecento persone, a livello d’immagine è una grandissima occasione per la nostra società e per la città, perché promuove il territorio». La società punta a coinvolgere anche le famiglie: «Ci saranno tanti eventi collaterali – conclude Criscione –, come tutti gli stand nell’area esterna al PalaMinardi con merchandising, area food con dolce e salato e altro. Sarà un evento anche per le famiglie e per poter passare del tempo».

La costruzione della squadra è avvenuta seguendo un criterio logico piuttosto semplice: «L’obiettivo è stato quello di mantenere la base, siamo riusciti a trattenere sei ragazze di cui una straniera (Astou Ndour, ndr). Poi abbiamo puntellato questa base con nuovi arrivi come le due americane che l’anno scorso non avevamo. Si tratta di un’ala piccola e un pivot che arriverà qui dopo l’opening day». Le americane quest’anno sono un ritorno ai vecchi fasti, visto che lo scorso anno la società decise di non inserire atlete statunitensi in rosa: «L’anno scorso a luglio, Lambruschi e il presidente decisero di volere puntare su un’altra mentalità, ma l’esperienza ci ha portato a capire che le atlete possono essere americane, belghe, spagnole, ma poi dipende da persona a persona. Purtroppo l’anno scorso i risultati non ci hanno dato ragione. La Carter, l’americana che abbiamo preso ed è già con noi, è una professionista esemplare. Poi si rischia di avere delle personalità troppo forti all’interno di un gruppo».

Per rinforzare il roster a disposizione di coach Recupido, le atlete cercate dovevano avere soprattutto una caratteristica ben precisa: «Abbiamo cercato di sostituire i pochi elementi che non facevano al caso nostro per vari motivi, puntellando il roster con quattro ragazze che possono alzare il livello, innanzitutto integrandosi col gruppo. Non abbiamo voluto prendere la classica superstar americana che arriva e poi magari spacca lo spogliatoio. Le giocatrici sono di livello ma possono soprattutto lavorare in un contesto di squadra». 

Per la conquista dello scudetto, invece, Ragusa dovrà vedersela con diverse squadre, alcune delle quali sono le solite note: «Quella che si è rinforzata di più è la Reyer Venezia, poi c’è Schio che ha mantenuto lo stesso roster e lo stesso livello e si candida a essere una delle finaliste. Le lagunari invece hanno confermato gran parte delle giocatrici e hanno operato degli acquisti molto validi, dando vita a un roster profondo. Da tenere d’occhio anche Napoli, San Martino e Lucca, che dopo aver vinto lo scudetto ha smantellato tutto ma ha un’identità societaria e un’energia molto forte».

Luca Di Noto

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