Si è ripreso da dove si era lasciato. Il secondo turno delle Comunali in Sicilia si chiude con la stessa lezione del primo: uniti si vince e il centrosinistra gode al momento del vento a favore. E anche se non è semplice stabilire quanto queste indicazioni incideranno nel percorso di avvicinamento alle Regionali dell’anno prossimo, per i partiti sarà inevitabile fermarsi a ragionare su quali mosse compiere da qui in avanti.
A San Cataldo, Favara e, poco dopo, a Vittoria quella che un tempo era stato ribattezzato il modello Termini Imerese si è confermata formula perfetta: Partito democratico, Movimento 5 stelle e Cento passi si sono aggiudicati i ballottaggi, vedendo trionfare rispettivamente Gioacchino Comparato, Antonio Palumbo e Francesco Aiello. Tre storie diverse quelle dei nuovi primi cittadini ma che, comunque, hanno avuto la meglio sugli avversari. Nel centro del Nisseno, che veniva dallo scioglimento per mafia, il candidato di Lega e Fratelli d’Italia Claudio Vassallo si è fermato sotto il 40 per cento. Anche meglio ha fatto Palumbo a Favara: nella città dell’Agrigentino, dove si è andati al voto dopo la sindacatura cinquestelle di Anna Alba conclusasi in anticipo con la sfiducia del Consiglio comunale, l’ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista ha gioito con il 65 per cento, contro Totò Montaperto. Quest’ultimo – a posteriori lo si può dire senza timore di smentita – ha pagato la spaccatura del centrodestra, con Forza Italia, Lega e i democristiani di Totò Cuffaro che hanno puntato su Giuseppe Infurna, fermatosi al primo turno.
La vittoria di Aiello a Vittoria rappresenta, perlomeno scorrendo l’albo dei sindaci, un ritorno al passato. L’esponente di centrosinistra si è presentato agli elettori garantendo di avere la ricetta per i mali che hanno afflitto negli ultimi anni la città, arrivata al voto dopo un periodo di commissariamento seguito a uno scioglimento per mafia che ha fatto molto discutere. Sorride anche il Movimento 5 stelle che può rivendicare pratibcamente in solitaria – ma comunque con l’aiuto di qualche lista civica – la vittoria a Lentini, dove Rosario Lo Faro ha superato l’uscente Saverio Bosco.
Detto questo, c’è da credere che anche nel centrodestra si troverà il modo per rivendicare la bontà dei risultati. E, in effetti, di motivi ce ne sono di più che al primo turno. Almeno per qualcuno. Forza Italia, infatti, oltre ad avere eletto il sindaco a Misterbianco, si è imposta a Porto Empedocle, dove Calogero Martello ha vinto lo scontro interno al centrodestra. Nel centro che viene dalla sindacatura cinquestelle targata Ida Carmina, a Salvo Iacono non è bastato l’apparentamento con Rino Lattuga, al quale era stata promessa la vicesindacatura, e il sostegno di Udc e Fratelli d’Italia. Chi esulta senza sé e senza ma sono gli uomini di Raffaele Lombardo: tanto ad Adrano, con Fabio Mancuso, quanto a Canicattì, con Vincenzo Corbo, gli autonomisti – mettendo in campo due ex primi cittadini – hanno vinto la disputa contro rispettivamente Carmelo Pellegriti e Cesare Sciabarrà. I due erano sostenuti da Fratelli d’Italia e nel caso del candidato canicattinese anche dall’Udc. A Rosolini, infine, il nuovo sindaco sarà Giovanni Spadola. Eletto con liste civiche di centrodestra, l’ha spuntata su Tino Di Rosolini, che era sostenuto da Fratelli d’Italia.
Dati alla mano, quindi, alla voce sconfitti si possono collocare senza timore di smentita i meloniani e i salviniani di Sicilia. Fratelli d’Italia esce dal turno di ballottaggio con le ossa rotte, perdendo gli scontri diretti a Rosolini, Vittoria, Adrano, San Cataldo, Favara, Porto Empedocle e Canicattì. Male anche il Carroccio che ha visto esultare gli avversari a Vittoria e San Cataldo.
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