A Palermo, fra Piazza Casa Professa e i bastioni di corso Tukory (verso Porta Sant’Agata), si estende il mercato di Ballarò: frequentato giornalmente da migliaia di persone, animato dalle ‘abbanniate’, è soprattutto un mercato della frutta, ortaggi, verdure, carne e pesce; ma è facile trovare anche articoli di uso domestico per la cucina e la pulizia della casa.
Ormai il mercato è diventato pure crogiolo di razze e culture, con pezzi di Africa che ne hanno preso possesso con i propri sapori (dai vegetali africani ai pesci essiccati) e colori, oltre alle botteghe dove si vendono spezie e prodotti di ogni tipo tanto ricercati dagli immigrati dal ‘terzo mondo’ residenti a Palermo.Il mercato è anche luogo privilegiato per la degustazione della gastronomia palermitana: non mancano friggitorie improvvisate agli angoli delle strade, dove è possibile mangiare con pochi centesimi le pastelle alla palermitana: cardi, carciofi e broccoletti sono i protagonisti in questo periodo.
Addentrandosi tra le botteghe, si trovano cibi cotti alla palermitana: cipolle bollite o al forno, ‘panelle’ (frittelle di farina di ceci), ‘cazzilli’ (crocchette di patate), verdure lesse, polpo e ‘quarume’ (caldume di interiora di vitello).
Nei negozi di Ballarò è possibile acquistare i formaggi provenienti dalle montagne siciliane: dal ‘caciocavallo ragusano’ alla ‘vastella del Belice’, dal ‘priminzio’ dell’Ennese alla ‘provola dei Nebrodi’, solo per citare i prodotti più gettonati. Nelle macellerie, oltre ai soliti ‘tocchi’ di carne, sono esposte le teste degli animali ovini; come trofei nei ganci delle ‘carnezzerie’ (macellerie), aspettano l’intenditore che, dopo la bollitura, le finirà con olio, aglio e prezzemolo.
Dalla campagna siciliana non possono mancare le olive di ogni genere e specie, sempre buone ed economiche, migliore antipasto di oggi e companatico di un tempo, adesso esposte in modo elegante e geometrico.
Frutta, verdura e ortaggi fanno bella figura in un vero e proprio trionfo dell’agricoltura che lascia sbalorditi tutti i turisti che di Ballarò fanno tappa obbligata del soggiorno nel capoluogo siciliano. Se una di queste mattine decidete di farci una capatina, ricordate che ci sono anche i ‘rizzari’: dopo essersi immersi di mattina presto nelle gelide acque di Mazara del Vallo, espongono nelle ceste i ricci di mare catturati; in attesa degli acquirenti trascorrono il tempo ad aprire gli ‘echinodermi’, armati di guantone e coltello confenzionandone il contenuto in vasetti pronti per l’uso: con 15 euro si compra il sapore del mare di Sicilia per condire ‘a crudo’ gli spaghetti migliori del mondo.
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