Guardare le cose con gli occhi dei bambini. Un
modo di dire che nel caso del Baby pride catanese dello scorso 28 giugno mette a tacere il disappunto espresso da alcuni
politici, che addirittura minacciano di scomodare
il Parlamento. Tra questi l’assessore leghista Fabio Cantarella e la leader nazionale di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Per i piccoli partecipanti, tutti
accompagnati da almeno un genitore, si è
trattato di un «giorno da favola», anche perché a leggere le fiabe è stata la principessa Sovranity. Un pomposo vestito argentato e una corona d’argento sopra a una folta chioma bionda. Si presenta così la drag queen, all’anagrafe Davide Bertino. «L’unico
messaggio che ho voluto trasmettere ai bambini è il valore
della famiglia», dice a MeridioNews.
Un semicerchio, una ventina di bambini dai
cinque anni in su, accompagnati da almeno uno dei genitori, sono rimasti ad ascoltare le fiabe contro gli stereotipi di genere.
Questo lo
scenario ritenuto «preoccupante» dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia
Meloni. «Ma che problemi ha la sinistra con i bambini? – scrive in un post sul suo profilo Facebook pubblicando la locandina dell’evento del Baby pride – La questione sta diventando preoccupante. Bambini portati ad ascoltare fiabe gender lette da travestiti». Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore alla Sicurezza Fabio Cantarella che giudica «inopportuno» l’evento dedicato ai bambini. «Francamente mi sembra che questa volta gli organizzatori del Pride etneo abbiano esagerato. Sono fermamente convinto – scrive in una nota diffusa da Sicilia stampa Lega Salvini – che i bambini debbano essere lasciati liberi dai condizionamenti ideologici e soprattutto che debbano essere educati dai genitori e da chi ha le professionalità adeguate e riconosciute. Iniziative come il Baby pride mi sembrano totalmente inopportune. Solleciterò i parlamentari della Lega a prendere iniziative adeguate per proteggere i nostri bambini da questo tipo di avventurismi educativi», conclude il responsabile del Carroccio in Sicilia.
Il
racconto di Sovranity, però, non lascia spazio ai pregiudizi. «Ci siamo sistemati in semicerchio e ho
cercato di rompere il ghiaccio ponendo ai
bambini qualche domanda sulle favole. Poi ho letto loro le fiabe in
programma: Piccolo uovo che
riguarda la diversità delle famiglie, da quelle
omogenitoriali a quelle composte da genitori single;
Rosaconfetto che mira a superare
il cliché della donna fragile; ed Ettore dedicata allo stereotipo del maschio che non deve piangere mai e che, alla fine si fidanza con una donna bellissima». L’unica fiaba scritta per superare i pregiudizi nei confronti di famiglie composte da genitori dello stesso sesso o single è Piccolo uovo che «è quella che i bambini hanno apprezzato maggiormente perché racconta di canguri, cagnolini, pinguini e ippopotami senza partner che sanno prendersi cura dei cuccioli anche da soli».
Dopo la lettura c’è stato anche tempo per una merenda. «I bambini sono corsi a salutare la principessa Sovranity – racconta – e ancora oggi ricevo messaggi di ringraziamento dai genitori che sono rimasti soddisfatti. Ho accettato volentieri di leggere le fiabe ai bambini quando mi è stato proposto perché – conclude – ero certa che non avrebbero avuto nessuna malizia nei confronti della mia immagine».
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