Le buche si sono trasformate in piccoli crateri, le promesse continuano e intanto sono passati 15 anni dagli ultimi interventi di manutenzione alla pista. È il campo scuola di Catania, nel quartiere Picanello, struttura concepita per l’atletica leggera, un tempo fucina di grandi campioni – come l’argento mondiale di Stoccarda Giuseppe D’Urso – e oggi dimenticata. Il passato e il futuro raccontano una realtà diversa: atleti e appassionati devono fare i conti con il tappeto dell’impianto, ormai del tutto usurato, e con porzioni saltate. Per sistemarlo il Comune di Catania, ente che gestisce la struttura, ha bisogno di una cifra variabile dai 50 ai 200mila euro, in base al tipo d’intervento. I contanti però non ci sono, il bilancio ha la spia rossa accesa e l’unica strada percorribile è quella di ottenere dei finanziamenti. «Il campo è stato segnalato dall’assessora Valentina Scialfa in un decreto per gli impianti sportivi nei quartieri disagiati e a breve dovremmo conoscere l’esito», spiega il presidente provinciale della Fidal Davide Bandieramonte.
Nel 2013 i tecnici comunali e il collaudatore nazionale degli impianti di atletica leggera per conto della Fidal, Giuseppe Pignata, si erano recati proprio al campo scuola per un sopralluogo tecnico. L’esperto non aveva lasciato spazio a interpretazioni dicendo che «la pista andava cambiata prima possibile». Ma dopo tre anni tutto è rimasto uguale. Gli unici lavori sono quelli eseguiti da un imprenditore privato in una zona per il riscaldamento degli atleti, e quelli fatti dal Comune per il rifacimento degli spogliatoi, grazie a un vecchio progetto dell’amministrazione del sindaco uscente Raffaele Stancanelli. «Si pensava anche di accedere a un mutuo Fidal a tasso zero con l’istituto del Credito sportivo – continua Bandieramonte – ma credo che questa non è una strada percorribile a causa dei bilanci del Comune».
Da Picanello al quartiere Cibali la storia degli impianti sportivi non cambia. Anche in questo caso la pista di atletica leggera dello stadio è segnata dal tempo, dalla cattiva gestione e dall’usura. Una foto mostra le barriere delle due curve che interrompono le partenze per le gare di velocità. Blocchi in cemento posizionati nel 2007, dopo la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, per consentire il rispetto delle norme di sicurezza e ottenere l’omologazione della struttura. Negli ultimi anni sono anche state eliminate le pedane per il salto il lungo. Al loro posto hanno trovato spazio le panchine interrate per il calcio. «Ormai è troppo tardi per lamentarsi – spiega Bandieramonte -. Sistemare la situazione costerebbe, ecco perché ho sempre consigliato all’amministrazione di destinare i soldi a un solo impianto per l’atletica leggera, ossia quello di Picanello. Inoltre andrebbero trasferite anche le attrezzature dello stesso Cibali».
A Catania intanto le grandi manifestazioni sportive sono un lontano ricordo. Nel 1997 lo stadio Cibali ospitò le Universiadi, qualche anno dopo, nel dicembre 2003, toccò ai mondiali militari. Adesso in calendario per il 2017 ci sono i Campionati nazionali universitari. Evento che però, per la parte riservata all’atletica leggera, si svolgerà nella pista del Cento universitario sportivo di Catania in via Santa Sofia. L’impianto – non comunale ma dell’ateneo – potrebbe così ottenere l’omologazione e qualche intervento di manutenzione. Discorso diverso per i campionati nazionali amatoriali di lanci che dovrebbero svolgersi a ottobre al campo scuola di Picanello con l’organizzazione della Scuola di atletica leggera Catania. Le pedane potrebbero essere sistemate a settembre, ma il condizionale e d’obbligo. Il rischio è concreto: obbligare la federazione a trovare una sede diversa da Catania.
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