Per anni è stata annunciata dai politici e desiderata dagli studenti dell’Isola. Dal prossimo anno accademico Enna ospiterà un corso in Medicina. Ma non si tratta di un’apertura del ministero dell’Istruzione all’università Kore, bensì di una convenzione tra la fondazione Proserpina – di cui è presidente l’ex aspirante sindaco e onorevole Mirello Crisafulli – e l’università Dunărea de Jos di Galați, in Romania. Per gli aspiranti medici dell’Isola ci sarà la possibilità di usufruire dei 60 posti messi a bando, una vera e propria iscrizione a un ateneo che a tutti gli effetti non è italiano. Una soluzione, quella di studiare all’estero, tra quelle messe in atto dagli studenti rimasti fuori dalle graduatorie nazionali.
La Kore, dopo la diffusione della notizia, ha tenuto a sottolineare come la convenzione non riguardi la struttura guidata da Cataldo Salerno. L’ateneo ennese, «pur compiacendosi per il potenziamento di Enna come città universitaria, cui ha contribuito in misura determinante, non può fornire alcun supporto agli studenti interessati ai corsi dell’area medica in quanto essi afferiscono ad altro ateneo autonomo». Quindi «il funzionamento di tali corsi di laurea è assistito a Enna dalla fondazione Proserpina, alla quale vanno pertanto rivolte le richieste di informazioni al riguardo». Il nuovo corso di Medicina e farmacia, che assieme a quello in Professioni sanitarie accoglierà 120 studenti in totale, verrà presentato alla stampa oggi dall’assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi e dal rettore dell’ateneo moldavo Iulian Gabriel Birsan, assieme a Crisafulli in un doppio incontro all’Assemblea regionale – voluto dallo stesso presidente Rosario Crocetta – e nel capoluogo ennese.
Quella di portare Medicina nella valle del Dittaino sarebbe stata una delle promesse che l’onorevole del Partito democratico, candidato sindaco alle elezioni dello scorso giugno, avrebbe fatto in campagna elettorale. Un impegno che avrebbe mantenuto nonostante la sconfitta del senatore democratico decretata dalle urne. Ma non tutti sono favorevoli all’apertura dei nuovi corsi. Secondo l’Unione degli universitari si tratta di una «provocazione». In una nota congiunta i rappresentanti dell’Udu di Palermo, Messina e Catania si chiedono «come sia possibile che, a distanza di così pochi chilometri, nello stesso territorio possa avvenire una simile discriminazione: chi potrà pagare un’università privata avrà accesso agli studi in Medicina mentre tutti gli altri – scrivono – resteranno vincolati dalla legge che regolamenta l’accesso a tale facoltà. Il diritto agli studi non può in alcun modo essere vincolato dal potere finanziario degli aspiranti studenti».
L’Est Europa – assieme ad Albania e Spagna – è una delle mete solitamente scelte dagli allievi che spesso, dopo aver frequentato uno o due anni all’estero, chiedono il riconoscimento delle carriere accademiche in Italia. «Ci preme mettere in guardia gli studenti da quelle che saranno le possibilità reali di questo corso di studi – avvertono i rappresentanti del sindacato – negli anni è sempre risultato molto difficile fare il passaggio da un corso di studi estero (perché di questo si tratta) a uno italiano, convalidare le materie e principalmente fare in modo che il proprio titolo di studi sia poi spendibile in territorio italiano».
La critica si allarga poi ai vertici del Miur. «Un plauso va certamente fatto alla coerenza degli uomini di governo, dopo la presa di posizione in favore del numero chiuso da parte dell’onorevole Davide Faraone – sottosegretario al ministero dell’Istruzione in quota Pd, ndr – decidono poi di presenziare all’apertura di questa nuova facoltà con il nuovo assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi. Provino a chiarirsi le idee e chiarirle a tutti noi».
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