da Giuseppe Scianò e Corrado Mirto
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Quando Bush era diventato Presidente degli Stati Uniti, di fronte allapprossimarsi delle feste natalizie, intimidito dalle polemiche che dilagavano in tutto lOccidente sulla opportunità o meno di mantenere nelle festività i doverosi richiami al Cristianesimo ed alla nascita di Gesù, inviò a migliaia di amici i tradizionali biglietti di auguri con il riferimento ad un generico periodo festivo. Evitò, così, gli anatemi di quanti ritenevano politicamente scorretto il richiamo appunto alla nascita di Cristo.
Bush, cristiano, aveva il diritto di farlo e lo fece. Creò, però, un precedente a dir poco penoso, che avrebbe di lì a poco fatto proselitismo. Persino lAlbero di Natale fu costretto a cambiare nome e a diventare l Albero della festa. E cè di peggio: diventavano intellettuali di grido e politici di alto spessore e, soprattutto, personaggi politicamente corretti tutti quelli che riuscivano, in un modo o nellaltro, a far fuori il Cristo, senza neppure ascoltare le ragioni dei cristiani.
Nelle canzoni tipiche natalizie, a poco a poco, non si fece più riferimento a Gesù Bambino. Si censurò dappertutto (o quasi) ogni riferimento a Cristo. È il caso di dire… al povero Cristo! Non parliamo, poi, della sorte del Presepe, soprattutto nelle scuole.
Il Fronte nazionale siciliano conferma, ancora una volta, che quella del Natale, con le sue feste con le sue tradizioni, con i suoi dolci tipici (spesso diversi nelle varie realtà nazionali, ma sempre dedicati allEvento) è una festa che non ha mai fatto male ad alcuno. Senza trascurare quel pizzico di pluralismo e di internazionalismo che danno, proprio nel Presepe, i Re Magi, che peraltro arrivavano dalla Persia, cioè dallIran: un messaggio, questo, molto valido in questepoca di intolleranza e di incomprensioni di ogni tipo.
In questo contesto il Fronte nazionalesiciliano rivendica al popolo siciliano il diritto alla libertà di pensiero e di religione ed il diritto di perseverare nelle proprie tradizioni più significative e più nobili, senza farsi intimidire dagli esponenti dellintolleranza religiosa e politica.
Per quanto riguarda linvito a consumare siciliano, ci permettiamo di evidenziare che non si tratta di unapertura del Fronte nazionale siciliano al consumismo, ma di un invito, di unesortazione, rivolta ai Siciliani, ad avere maggiore consapevolezza del valore e dei vantaggi del made in Sicily.
I Siciliani possono infatti dare un aiuto prezioso alle Aziende Siciliane, ancora attive, per farle crescere e per far sì che esse stesse conquistino altri mercati. È soprattutto, il nostro, un appello affinché si eviti che la Sicilia continui ad essere mercato di assorbimento di tutto ciò che si produce nelle aziende Continentali (ed in quelle della Padania in particolare), che sono in grado si avvalersi e di avvantaggiarsi di quelle catene e di quelle grandi operazioni di marketing, che in parte conosciamo e che in gran parte immaginiamo soltanto.
Operazioni che, negli ultimi cinquantanni, hanno imposto una colonizzazione dolciaria (oltre che economica e politica) alla Sicilia, dove è successo che le antichissime tradizioni della gloriosa dolceria siciliana venissero assediate ed insidiate dai padanissimi panettoni e dai dolci similari, anche nel privato, allinterno delle famiglie siciliane e delle loro abitazioni o dei rispettivi luoghi di lavoro. È ora di dire basta a questa colonizzazione!
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