MONTA A SALA D’ERCOLE LA VOGLIA DI MANDARE A CASA L’ASSESSORE SCILABRA. DA QUI LA ‘MOBILITAZIONE GENERALE’ PER SALVARE LA POLTRONA (E LO STIPENDIO DA 13 MILA EURO AL MESE) DELLA BELLA ASSESSORA
Qualche nostro lettore scrive: “Vuoi vedere che adesso alla bella Nelli arriveranno le minacce?”. In effetti, in una certa antimafia è così: quando le difficoltà diventano tante, zact!, una bella lettera minatoria – meglio se ‘scenico-mafiosa’ – e, oplà!, solidarietà da tutti, compresi quelli che, in quel momento, danno un po’ troppo fastidio all’antimafioso di turno.
Funzionerà anche stavolta? Sembra di no. Perché stavolta la cosa è seria, molto seria. Stavolta la bella Nelli l’ha combinata grossa. Stavolta il giocattolo che gli ha regalato zio Beppe c’è il rischio che si sfasci del tutto. Stavolta i 13 mila euro al mese che vanno in saccoccia sono veramente a rischio. Questo sì che sarebbe un bel dramma politico!
Allora tutti mobilitati. Tutti in piedi. Tutti pronti con le armi in pugno. Tutti pronti a difendere la bella Nelli. Tutti uniti: tutti per uno e Nelli per tutti. Funzionerà? Ma, stavolta la storia tira brutta.
Intanto mobilitiamoci. Com’è quella poesia di Auden, quello che si sedeva a rendere il the sull’Enciclopedia britannica?
Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono…
Soprattutto quello della dottoressa Anna Rosa Corsello, donna terribile che ha portato gli sms ai magistrati. Maledetta! Ora si scopre che Italia Lavoro – i romani da foraggiare con i soldi di quei minchioni dei siciliani – volevano entrale nel Piano Giovani con i ramoscelli d’ulivo e la benedizione del Governo regionale.
Mannaggia, ma Nelli in Commissione quinta dell’Ars non ha detto che le società esterne alla Regione le ha volute tutte Donna Rosa Corsello? Mannaggia! Questa cosa manco con una testa d’agnello la ‘consiamo’! Picciotti arruspigghiamuni, pecchì veru ‘a casa a mannanu a Nellina!
Come fa quella poesia?
Fate tacere il cane con un osso succulento…
I cani? Qua cani ce n’è tanti, tutti contro Nellina. ‘Sti sdentati della formazione professionale! Vuoi vedere che per questi cani Nellina deve perdere i 13 mila euro al mese?
(“Sdentati”: voce del verbo sdentare: neologismo del socialista Hollande, quello della Francia; la parola “sdentati” indica i poveri che il premier parigino tratta come Rosario e Nelli hanno trattato i 10 mila lavoratori della Formazione professionale: cioè dall’alto verso il basso, come si conviene alla vera sinistra aristocratica).
Chiudete i pianoforti e tra un rullio smorzato…
Qua rullano i tamburi di quegli antipatici dei grillini: ma li avete viste le facce di quelle due in quinta Commissione: quella con una enne, Gianina Ciancio, e l’altra con la faccia inflessibile, là, come di chiama, Valentina Zafarana. Tutt’e due con il pollice verso:
“Questa storia non può finire a tarallucci e vino!”. E via con la prima mozione di sfiducia. Già ci sono 14 deputati pronti ad inchiummare Nelli.
“Ma noi siam pronti alla battaglia”, sussurrano i prodi Beppe, Antonello e Rosario.
Già il primo porco è dentro: abbiamo chiamato Totò Cardinale da Mussomeli che si era messo a fare i capricci. Totò ha risposto subito: un’ora dopo Marcellino pane e vino detto il Greco aveva pronto il tappetino per Nellina.
Che è? La risoluzione salva-Nelli della Commissione finiu a schifiu? Vebbé, intanto, pronto accomodo, i deputati di Totò da Mussomeli sono tutti sull’attenti, pronti a obbedire. Quelli sono come le pecore la sera: Totò dà il segnale e loro entrano tutti nell’ovile del Governo…
C’è da riprendere gli agnostici di Articolo 4. Ma che vogliono questi? Sempre seri. Bisogna tornare alla politica, di qua, bisogna tornare alla politica di là. Che palle ‘sto Lino Leanza!
Questo catanese non riesce a capire che qui l’importante è farsi i cavoli propri. Sicilia, lavoro, lavoratori, occupazione, lotta alla miseria, sviluppo: questo niente ha capito ancora!
Ma come? Gli abbiamo dato un assessorato, dimezzato ma sempre assessorato! Certo, non è che potevano levare i piccioli dell’Expo ai nostri amici che fanno affari! Ma che è, scemo?
A questo Ezechiele, Ezechia o come diavolo si chiama gli abbiamo detto: divertiti con i forestali. Lì, se parli con i sindacati che incasellano gli operai qualche cosa sempre ci esce… Lì hanno campato generazioni di assessori e alti burocrati. E questo invece che fa? Vuole applicare la legge? Vuole fare l’avvocato alla Regione? Ma tutti noi li troviamo?
Chiamiamo Lino e diciamoglielo chiaro: la politica vada a farsi benedire. Oggi l’emergenza sono i 13 mila euro al mese di Nellina. Non scherziamo con le cose serie!
Ragazzi: i 13 mila euro al mese sono il Sud, il Nord, l’Est e l’Ovest, come dice quella poesia là. Lino Leanza ci manderà a quel paese? Chiamalo e fallo ragionare!
La mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica…
Poi vorrei capire: questi del Nuovo centrodestra democratico non erano passati con noi? Non abbiamo fatto assieme l’operazione Mare nostrom-Affari nostri?
Ma come, facciamo gli accordi con Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione e questi se ne vanno con Marco Falcone che fanno pure rima?
Che è, il capogruppo Nino D’Asero ha provato a fermare tutto e gli hanno riso in faccia dicendogli: “Sei di Catania? Va cogghiti ‘i luppini dei Malavoglia?”.
Chi è che gli ha detto una cosa del genere? Francesco Cascio? E che vuole quest’altro? Ma non l’avevamo assoldato tramite Angelino? E ora che fa, ci manda a…
Sveglia, ragazzi, sveglia, c’è da salvare i 13 mila euro al mese di Nellina: è questa la politica siciliana, è questa la ‘Rivoluzione’: picciuli ‘nsacchetta a mia e un paru ‘i scarpuzzi a tia. Chi ti paria che travagghiamu pi l’autri? Qua affari si fanno. Qua si contano le cose, col dito bagnato dalla saliva: “Cento, duecento, trecento…”.
Che poi a ‘sto Marco Falcone non ci doveva pensare Beppe? Non doveva andare a Roma a parlarne con quelli di Forza Italia? Non doveva essere Belluscone a chiamarsi Falcone (altra rima) per dirgli: “Vedi che a Roma tutti per Matteo siamo. Assa stari ‘a piccuttedda, sennò gli stallieri chiamo!
Invece che fa ‘sto Falcone? Sinni futti e presenta la mozione di sfiducia a Nelli. Incredibile! Ma quantu cunta ‘stu Belluscone in Sicilia? Quantu ‘u rie i coppi c’a briscula a dinari? Accussì finiu?
Detto questo, picciotti, dobbiamo arragiunare con ‘sti minchioni del PD. Lo sappiamo: da due anni li prendiamo in giro. Non tutti, però: metà ce li siamo messi dentro. Davide Faraone è un bravo picciotto: il sacco lo tiene benissimo: non fa una piega.
E poi è bravo: hai visto che paroloni che ha usato? Sembrava uno scrittore, uno di quelli che dice parole difficili. Il nostro gioco lo sta reggendo bene. A Roma e a Palermo. Picciotto giusto. magari qualche sera lo invitiamo nel Vallone a mangiare pecora infornata.
Dobbiamo vedere come di combinare con gli altri. Sono tinti? Lo sappiamo. Avete visto che faccia aveva in Commissione quello delle pesche di Bivona, come si chiama? Giovanni Panepinto. Che faccia! Che parole acide! Questo la bella Nelli a casa la vuole mandare. Altro che!
E l’altro, come si chiama? Quello con la faccia di pesce stocco alla messinese, là, paniere, anzi no, coppino, anzi no Panarello, ecco, Filippo Panarello. L’avete sentito che ha detto? Anche questo è futtuto in testa con la legalità, la correttezza amministrativa, i lavoratori. Ma i runni vennu tutti chisti che chiedono i diritti per i lavoratori?
Ma l’hanno capito o no che qui stiamo facendo la rivoluzione dello nostre tasche?
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