Andrea Vecchio (Lista Civica): “Forestali siciliani piromani”. Ha le prove?

SUL QUOTIDIANO ON LINE LETTERA 43 IL PARLAMENTARE NAZIONALE MONTIANO HA LANCIATO ACCUSE GRAVISSIME

Apprendere dalla stampa che i bagnanti possano dichiarare che l’incendio sia stato appiccato dai forestali è comprensibile, si può anche capire, non fosse altro per la campagna denigratoria che certa stampa non ha mai lesinato di amplificare.

Che le stesse parole escano dalla bocca di un parlamentare nazionale, eletto peraltro con il ‘Porcellum’, e dunque ‘nominato’ e non scelto liberamente dal corpo elettorale, è fatto grave che deve far riflettere tutti.

Protagonista dell’ennesimo gesto il parlamentare di Lista Civica alla Camera dei deputati, Andrea Vecchio. Lo stesso che da assessore alle Infrastrutture della Regione siciliana nel precedente Governo, guidato dal presidente Raffaele Lombardo, si era distinto per avere accusato tutti lavoratori forestali di responsabilità gratuite e non provate come l’appiccare dolosamente fuoco per giustificarne il lavoro. Ed è stucchevole l’idea che proprio al deputato Vecchio non sia calato giù la decisione dell’allora Governatore di cacciarlo in malo modo dopo l’uso improprio di dichiarazioni al vetriolo contro i circa 25 mila forestali della Sicilia.

Eppure dall’esperienza di tecnico alla corte del Governo Lombardo, Vecchio ha beneficiato di quella notorietà utile a compiere il passo di qualità, per finire a Montecitorio. Da imprenditore a politico. E paradossale poi che, da situazioni come quella dell’attacco agli operai forestali, Vecchio, ottenendo una grande notorietà, ne possa avere tratto vantaggio. Non esiste un legame diretto tra il fatto e l’elezione, che sia chiaro. Però un dato è certo: dopo l’esperienza di tecnico al Governo della Regione siciliana oggi lo stesso può esprimersi nel ruolo di parlamentare della Repubblica italiana.

Eppure lo status non più di tecnico, ma di politico dovrebbe far riflettere il parlamentare del partito di Mario Monti prima di agire e straparlare. Invece quest’ennesima sparata denota che Vecchio ha acquisito sì il patentino di politico, ma probabilmente non di uomo responsabile. Eppure appartiene ad un partito che si fonda sulla politica di responsabilità. Valli a capire i paradossi.

Scagliarsi contro una categoria di lavoratori con tale impeto e rabbia lascia stupiti. Cosa possa spingere l’onorevole Vecchio ad accanirsi contro gli operai forestali non ci è dato sapere. Che sia solamente una ritorsione per essere stato cacciato l’anno scorso dal presidente Lombardo per le accuse pesanti e senza riscontri precisi lanciate ai forestali? Può darsi. Oppure l’ennesimo gesto potrebbe essere ricondotto ad una precisa strategia politica architettata a tavolino dal mondo dal quale proviene?

Non è un mistero che Confindustria Sicilia si sia specializzata, negli ultimi anni, a sfornare politici di ‘razza’ anziché nuove imprese e nuova occupazione. Anche Vecchio fa parte della ‘nidiata’ industriale? Qualcuno additerà il nostro giornale come apertamente ostile a Confindustria Sicilia. Sarà anche vero che non ci vanno a genio, ma almeno rispetto alle sparate di qualche esponente di spicco del mondo industriale siciliano abbiamo il buon senso di motivare la nostra posizione. E’ chiaro ed inconfutabile che Confindustria Sicilia governi, in maniera quasi “bulgara”, l’assessorato alle Attività produttive, quello che più fa gola per al cosiddetto mondo produttivo. Una ‘barcata’ di soldi pubblici da investire. E, soprattutto, le lucrose liquidazioni dei Consorzi Asi da gestire (non è un caso che Confindustria Sicilia abbia imposto all’Irsap un proprio esponente che, come ha detto il presidente della Regione Crocetta, “ha acquisito i titoli sul campo”).

La nostra polemica lanciata in un precedente articolo ci piace richiamarla perché riveste grande attualità. Ci dispiace, infatti, scrivere queste cose, ma non si può parlare di antimafia, di legalità e di antiracket e poi nominare un Commissario illegittimo e con il voto politico contrario dell’Assemblea regionale siciliana (ordine del giorno dello scorso 31 luglio e seduta-farsa della Commissione Affari istituzionali dello scorso 26 agosto). Incongruenze e contraddizioni nell’azione di alcuni esponenti di Confindustria Sicilia che non sottraggono l’associazione degli industriali da responsabilità verso i cittadini, i lavoratori e soprattutto i forestali. Vecchio, piuttosto che occuparsi dei forestali, da industriale che vesta i panni del politico, dovrebbe occuparsi anche di quello che succede nel mondo dal quale proviene.

In tutto questo, Andrea Vecchio, imprenditore chiamato a fare il parlamentare della Repubblica dal partito di Mario Monti ne è un esempio. Un esempio cioè (chiariamolo) di imprenditore che diventa politico, anziché creare posti di lavoro, in una Regione dove di imprese ve ne sono veramente poche e disoccupazione tanta. Nella terra del precariato, alimentato proprio dal mondo politico al quale lo stesso Vecchio oggi appartiene, quali colpe andrebbero ascritte ai forestali? Forse quella di rischiare la vita per spegnere un incendio? Oppure quello di lavorare un certo numero di giornate e poi beneficiare degli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla legge?

In un Paese normale, avendo lanciato gravissime accuse penalmente rilevanti, l’onorevole Vecchio dovrebbe essere chiamato dalla magistratura per esibire le prove di quello che ha affermato. Sarà così?

Detto questo, un ultimo dubbio, quasi un retropensiero. Nella bozza ddel Bilancio regionale 2014, che il Governo Crocetta ha già inviato ai dipartimenti della Regione, non ci sono soldi per quasi tutti i settori dell’amministrazione. Manca, almeno fino a questo momento, anche il finanziamento per i forestali. Non è che certe polemiche, a freddo, debbono, alla fine, giustificare il taglio di tutte le attività forestali?

noi non ci crediamo. Non possiamo credere, infatti, che il Governo della Regione possa decidere di eliminare un servizio essenziale.

 

Giuseppe Messina

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