Ambulanza della morte, in carcere 42enne di Adrano Iniezioni d’aria ai malati per soldi, 50 i casi sospetti

È il barelliere 42enne di Adrano Davide Garofalo l’uomo arrestato dai carabinieri di Paternò nell’ambito dell’inchiesta Ambulanza della morte. È accusato di omicidio volontario nei confronti di tre persone anziane, con l’aggravante di aver favorito il clan mafioso Mazzaglia-Tomasello-Toscano a Biancavilla e la famiglia Santangelo ad Adrano. Sono poi indagate a piedi libero altre tre persone. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, fondata su testimonianze di parenti delle vittime, l’uomo avrebbe ucciso tre malati terminali – in uscita non soltanto dall’ospedale biancavillese, nel trasporto verso casa – iniettando loro dell’aria nel sistema sanguigno. Il che avrebbe provocato, a bordo della sua ambulanza, la morte dei pazienti per embolia gassosa. Fatti avvenuti a partire dal 2012, «all’insaputa del personale sanitario e dei medici». Gli investigatori hanno preso in esame circa 50 casi sospetti, poi ristretti a una decina. Su tre dei quali, risalenti al 2014, al 2015 e al 2016, ci sarebbero «riscontri oggettivi» dei comportamenti di Garofalo. Le vittime sarebbero due uomini e una donna, di 94, 87 e 57 anni

Al momento della consegna della salma ai familiari, poi, Garofalo avrebbe mentito sulle cause della morte, definite «naturali». Con un guadagno per le agenzie – controllate dai clan – che effettuano i servizi di trasporto e vestizione di circa 300 euro. Molto più di quanto avrebbero incassato accompagnando a casa il malato ancora in vita. A quanto raccontano i magistrati, intorno alle attività di Garofalo ci sarebbe stato un accordo di spartizione dei proventi tra la cosca Mazzaglia-Toscano-Tomasello e i Santangelo. Che avrebbero «imposto» il nome del 42enne al titolare della ditta di ambulanze private. A parte quella mafiosa, all’indagato vengono inoltre contestate aggravanti particolarmente serie: avrebbe agito con crudeltà verso le persone, approfittato «delle circostanze di tempo e luogo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa» e avrebbe operato in abuso di prestazione d’opera

Le morti sospette di pazienti ricoverati all’ospedale Maria Santissima Addolorata di Biancavilla erano state descritte da un’inchiesta de Le Iene trasmessa su Italia 1 lo scorso 21 maggio. Poco meno di un mese dopo – con un fascicolo aperto dalla procura – i militari paternesi avevano sequestrato decine di cartelle cliniche

L’inviata de Le Iene Roberta Rei aveva intervistato testimoni che raccontavano dell’uccisione di diversi pazienti in agonia, dimessi dall’ospedale. Moribondi che – per l’appunto – sarebbero stati eliminati attraverso una iniezione di aria nelle vene durante il tragitto verso casa. Secondo la procura, l’indagine sarebbe la «naturale prosecuzione della serrata attività intrapresa dalla procura etnea e dai carabinieri di Paternò nel comune di Biancavilla ad un anno esatto dalle operazioni Onda d’urto e Reset, che hanno scardinato il clan Mazzaglia-Toscano-Tomasello, affiliato alla famiglia catanese di Cosa nostra Santapaola-Ercolano.

Salvatore Caruso

Recent Posts

La strana proroga della Regione al bando contro le calamità naturali: la nuova scadenza è uguale alla vecchia

La notizia è di quelle un po' paradossali. I soldi in ballo sono quelli del…

22 minuti ago

La storia del giovane benzinaio licenziato dopo quattro giorni: il suo posto serviva al clan di Agrigento

Assunzioni da riservare a parenti e amici. In un rifornimento o in una società che…

32 minuti ago

Mafia, il presidente dell’ordine dei commercialisti di Catania è stato arrestato per concorso esterno

C'è anche il presidente dell'ordine dei commercialisti di Catania Salvatore Virgillito (60 anni) tra gli arrestati dalla…

11 ore ago

Inchiesta Pandora, le richieste di condanna per gli imputati

La procura di Catania ha chiesto la condanna dei dieci imputati del processo, con il…

11 ore ago

Agrigento Capitale Cultura, tra errori nei cartelli e pioggia in teatro. Il sindaco: «Non serve un commissariamento»

Dopo il caso dei cartelli con gli errori grammaticali e della pioggia all'interno del teatro…

12 ore ago

I No Ponte condannati a pagare 340mila euro alla società Stretto di Messina

«La recente sentenza del tribunale delle imprese di Roma, che ha dichiarato inammissibile l'azione inibitoria…

12 ore ago