Al via il Torino Film Festival 2005

L’ 11 Novembre 2005 ha avuto inizio il TORINO FILM FESTIVAL 2005, giunto ormai alla sua 23esima edizione, caratterizzata da una capacità linguistica fuori dal comune, tale da accostare svariati generi cinematografici parecchio dissimili.

Il festival diretto da Giulia D’Agnolo Vallan e Roberto Turigliato offre un programma ampio e corposo che spesso mette nell’imbarazzo della scelta del film da seguire. Con grande maestria i vari generi filmici sono accostati facendo cosl scontrare esperienze in profonda contrapposizione tra loro.

Accanto al tradizionale Concorso Internazionale Lungometraggi – che rappresenta il luogo migliore per la scoperta di nuovi talenti e che svolgerà la sua funzione con le 14 opere prime selezionate provenienti da Francia, Italia, Germania, Portogallo, Slovenia, Ungheria, Iran, Stati Uniti, Hong Kong, Singapore e Giappone – si affiancano sezioni collaterali come il Concorso Doc, dedicato al documentario italiano in pellicola o in video, il Doc 2005 Fuori Concorso con la presentazione di nove lavori ed il Concorso Spazio Italia con i venti titoli selezionati per concorrere al Premio Persol. Un’attenzione particolare meritano gli undici titoli selezionati per il Fuori Concorso, la sezione che intende riflettere le diverse tendenze e le nuove insorgenze del cinema contemporaneo, continuare a seguire il tragitto di autori importanti per la storia del Festival e captare i momenti più significativi ed intensi della produzione recente.

Seguendo la scia di un cinema fatto di visioni intime e suggestive vengono presentati in questa sezione opere di grande interesse internazionale quali Election di Johnnie To. Soft thriller-horror di Kurosawa, Il sole di Aleksandr Sokurov, Three Times di Hou Hsiao Hsien per terminare con Il gusto dell’anguria di Tsai Ming-Liang.

Ma Torino non ha solamente Concorso e Fuori Concorso. Da sempre il festival dialoga con esperienze varie e a volte opposte, prendendo percorsi originali tipici della nuova geografia mondiale di un cinema sempre più sopranzionale. In questo ampio panorama si colloca la sezione Detours, giunta oramai al terzo anno: un laboratorio all’interno del quale non si trovano solamente le prospettive più aperte dal punto di vista sperimentale ma anche soggetti più popolari vicini al cinema di genere grazie anche alla presenza di due maestri dell’horror come Tsukamoto Shinja e Kurosawa (La Casa dei Bruchi). Ed è proprio l’horror che a Torino sembra essere il protagonista del Festival sviluppato in tutte le sue forme all’interno della sezione America. Durante gli anni la manifestazione ha saputo costruire un rapporto unico con il cinema americano e con gli autori che costituiscono un vero punto di riferimento.

Masters of Horror rappresenta il risultato del sodalizio instaurato tra cinema statunitense e il Torino Film Festival, carellata dei più importanti registi contemporanei del genere riuniti in un progetto inedito. E’ un’antologia di tredici film di un’ora ciascuno (in anteprima mondiale a Torino se ne vedranno sei), firmata dai cineasti che negli anni Settanta reinventarono e rilanciarono il cinema di paura come Carpenter, Scorsese, Schrader, Landis, Dante, Naderi, Hooper, Argento ed Herzog.

Ma la punta di diamante che questa ventitresima edizione mostrerà con accurata attenzione lungo ben tre edizioni è la retrospettiva dedicata ad uno dei maestri della Nouvelle Vague, Claude Chabrol. Questo ambizioso progetto (più di settanta titoli comprendenti anche i lavori realizzati per la televisione) è stato realizzato grazie all’appoggio della Cinimathque Francaise che ha permesso non solo la reperibilità del materiale ma che nel 2006 e nel 2007 ospiterà l’intera retrospettiva nella sua sede. In questo modo Il Torino Film Festival raccoglie così la sfida di una cinematografia che sembra non aver ancora rivelato tutti i suoi segreti e l’occasione per festeggiare i quasi cinquant’anni di cinema di un grande maestro che, nonostante stia ultimando a Parigi la lavorazione del suo 54esimo film La Comedie du pouvoir, sarà presente al Torino il 16 novembre per un incontro con il pubblico durante il quale verrà proiettato il film M le maudit in cui Chabrol rifà in 13 minuti il classico di Fritz Lang.

Nella serata inaugurale svoltasi al cinema Lux, all’interno della pregevole ed elegante galleria San federico, oltre ai ringraziamenti di rito agli sponsor e agli enti pubblici, è stato presentato all’interno della sezione Detours il cortometraggio realizzato da Isabella Rossellini, intitolato My dad is 100 years old (infatti se il compianto Roberto fosse ancora vivo, quest’anno avrebbe festeggiato i cent’anni di vita). Il cortometraggio ha un grande impatto visivo e ha una forte spinta comunicativa, grazie al sapiente montaggio e alla regia del Canadase Guy Maddin oltre che all’ottima interpretazione della Rossellini che veste i panni dei registi, contemporanei del padre, che lo considerano un fallito e della madre, nonchè se stessa. Di seguito è stato proiettato il film del regista Jhonnie To, Election.

Claudio Gentile

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