Barbara Cittadini e Luigi Nesi sono stati confermati all’unanimità presidente e vicepresidente di Aiop-Sicilia, l’associazione dell’ospedalità privata. Per la presidente si tratta del terzo mandato triennale.
L’assemblea dell’Aiop Sicilia, che si è riunita stamattina a Palermo ha anche designato Marco Ferlazzo nel consiglio nazionale. Quella di oggi è stata anche l’occasione per fare il punto sulle politiche sanitarie in Sicilia. Con riferimento alle scelte adottare dal governo regionale e dai protagonisti dell’ospedalità privata.
«Abbiamo il dovere di alzare il nostro sguardo verso orizzonti nuovi, di ragionare insieme sull’idea di futuro e di cambiamento – ha affermato Barbara Cittadini -. John Maynard Keynes ci ricorda che la difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee ma nel fuggire dalle vecchiè. L’impegno di tutti noi dovrebbe essere quello di avere il coraggio di raccogliere la sfida del cambiamento, considerandola un’opportunità, per dare una risposta concreta alle reali esigenze del sistema”.
“L’ideale – ha aggiunto la presidente di Aiop Sicilia – sarebbe un sistema sanitario nel quale l’offerta pubblica e quella privata accreditata, in una logica di virtuosa integrazione sinergica, svolgessero un pubblico servizio, che dovrebbe avere come unica finalità quella di garantire una risposta compiuta alla domanda di salute dei cittadini».
Puntuale la ricostruzione della situazione finanziaria degli ultimi anni. Cioè i numeri. “Che cosa dicono i numeri alla fine di un quinquennio di duri sacrifici? Dicono che alla case di cura siciliane, in questi ultimi cinque anni, sono venuti a mancare, a causa del ‘Piano di rientrò, 239,6 milioni di euro rispetto al tetto di spesa del 2006. Ai quali va aggiunto un mancato adeguamento Istat pari a 26,3 milioni di euro”.
Un passaggio della relazione è stato dedicato alla riforma della sanità. “Ritengo – ha precisato Barbara Cittadini – che gli imprenditori abbiano il doverem ma anche il diritto di cominciare a ragionare su una riforma strutturale del sistema che appare quanto mai necessaria e improcrastinabile. Ma qualunque soluzione o proposta dev’essere inserita all’interno di una programmazione regionale corretta e trasparente, intendendo con tale accezione una programmazione preventiva e coordinata, nella quale i singoli provvedimenti non siano isolati e dove ogni azione o scelta di politica sanitaria non sia avulsa dalle altre o, addirittura, in contrasto, ma faccia parte di un progetto complessivo di più ampio respiro comunicato alle parti e, per quanto possibile, condiviso”.
Foto di Barbara Cittadini tratta da ilfattonisseno.it
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