Casini a Palermo?. Sì, nel Pdl…

“Casini a Palermo per sostenere la candidatura a sindaco di Massimo Costa”: questo l’attacco del servizio andato in onda sul Tgs delle 13 e 50. Ben detto. Infatti, per convincere gli elettori del Pdl cittadino a votare per Costa ci sono grandi casini. Certo, magari il Tgs si riferiva a Pierferdinando Casini, il leader nazionale dell’Udc che stamattina ha fatto tappa nel capoluogo siciliano per provare a cambiare i connotati di un appuntamento elettorale che sembra tutto in salita. E che sarà ancora più in salita dopo le parole pronunciate oggi dallo stesso Casini. Ma tanti, in questo involontario gico di parole, hanno ‘letto’ un’altra ‘verità.

Già, a Palermo, mezzo Pdl non ne vuole sapere di votare Massimo Costa, messo in lista dal leader del partito, Angelino Alfano, e dal presidente dell’Ars, Francesco Cascio, ‘scavalcando’ e, in parte, imponendo questa candidatura a tutti i ‘capi’ del Pdl di Palermo.

Come se questo non bastasse, stamattina Casini – che nel cognome forse porta anche un po’ del suo destino – ha complicato tutto. Nonostante l’Istat – proprio oggi – abbia diffuso dati allarmanti sulla disoccupazione, schizzata al 10 per cento (con una punta del 36 per cento circa con riferimento a quella giovanile), il leader dell’Udc è tornato a difendere il governo Monti, ovvero il responsabile vero dello sfascio economico, sociale, politico e culturale dell’Italia. Un governo, quello di Monti, che davanti a una recessione economica che, piano piano, si sta trasformando in depressione, non ha trovato di meglio che assoldare altri consulenti per effettuare altri ‘tagli’ all’economia italiana: cioè per togliere alle famiglie italiane, già in grandissima difficoltà, altri soldi e, quindi, altro potere d’acquisto. Tutto questo non per ‘salvare l’Italia’ come va blaterando lo stesso Monti, ma per consentire ai ‘banditi’ che si sono impossessati di quel simulacro che si chiama Unione Europea di continuare a penalizzare l’Italia e gli italiani.

Un motivo in più, insomma, per non votare Massimo Costa sindaco di Palermo. Già è ridicolo che il Pdl, dopo aver messo in ginocchio il capoluogo siciliano con dieci anni di amministrazione comunale targata Diego Cammarata (basti pensare all’azzeramento della spesa sociale, cioè delle risorse in favore dei più deboli e più bisognosi), abbia avuto la sfacciataggine di presentare un altro candidato che, di fatto, è l’erede dello stesso Cammarata. Ma ancora più incredibile è che Casini – il cui partito, l’Udc, ha votato per Cammarata nel 2001 e nel 2007 – presenti Massimo Costa come il “Monti di Palermo”.

A questo punto dobbiamo lanciare un appello ai nostri lettori e a tutti quelli che ci leggono: in queste elezioni gli elettori hanno la possibilità di inviare un messaggio al governo Monti e ai partiti che lo sostengono. E, allora, chi pensa che Monti stia governando male il nostro Paese non deve votare per i partiti che lo sostengono: e cioè per il Pdl, per il Pd e, soprattutto, per l’Udc. Non votare i candidati sindaci e non votare i candidati al Consiglio comunale di questi tre partiti. E, naturalmente, non votare per Massimo Costa.

E’ bene che il primo segnale a Casini arrivi da Palermo. ‘Inchiummare’ (leggere ‘bocciare’) il candidato a sindaco dell’Udc e del Pdl significa far morire sul nascere un esperimento politico in sostegno del governo Monti: un governo che, fino ad ora, ha recato danni gravissimi al nostro Paese, attaccando i pensionati, penalizzando i cosiddetti ‘esodati’ (persone che sono andata in pensione in anticipo alle quali nega la pensione non provvedimenti retroattivi), provando a smantellare lo Statuto dei lavoratori e, adesso, introducendo un’imposta sulla casa – l’Imu – che ha il solo obiettivo di erodere i risparmi delle famiglie per costringerle, tra qualche anno, grazie ad altre tasse, a vendere le case agli speculatori.

 

Giulio Ambrosetti

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