Aeroporto di Birgi, un altro bluff della Regione? A rischio Ryanair

IL TIMORE E’ CHE, ANCHE SU QUESTO FRONTE, L’ATTUALE AMMINISTRAZIONE REGIONALE STIA GIOCANDO CON IL FUTURO DELLA SICILIA

Potrebbe non bastare l’acquisizione, annunciata lo scorso 16 settembre, da parte della Regione siciliana delle quote Airgest di proprietà della Provincia di Trapani,ormai in liquidazione, per scongiurare il ridimensionamento dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi.

Almeno, secondo il Movimento Turismo e Territorio che, dalla sua pagina su Facebook, ha lanciato l’allarme sulla possibilità che il contratto di collaborazione con Ryanair non sia rinnovato, almeno nei termini posti dalla compagnia irlandese. E il tempo per trovare una soluzione che consenta a Airgest di prsentarsi davanti ai rappresentanti della compagnia è ridotto: poco più di una settimana.

La nota è firmata anche da Agriturist Trapani – Consorzio turistico alberghiero trapanese – Asso viaggi Confesercenti – Compagnie delle opere della Sicilia occidentale – Consorizio Pantelleria Island.

Dal maggio del 2009, in base a un accordo commerciale quinquennale, il Vincenzo Florio è diventato la base operativa della Ryanair. Grazie a quell’accordo, già quell’anno, le destinazioni coperte con voli di linea, passarono dalle 15 del 2008 a 22, di cui 10 nazionali e 12 internazionali, con il raddoppio del numero di passeggeri, da mezzo milione a un milione, permettendo in tal modo allo scalo trapanese di posizionarsi tra i primi 20 scali nazionali. Oggi, la compagnia irlandese copre la quasi totalità dei voli da e per Trapani. Molto più limitata, la presenza delle compagnie, Darwin (da e per Pantelleria), Air One e Alitalia .

Per questo, secondo il Movimento, “i rischi e le conseguenze di un mancato rinnovo o di un ridimensionamento della collaborazione sarebbero drammatici, sia per l’aeroporto, sia per il territorio. La riduzione dei voli operati dalla Ryanair su Birgi provocherebbe un’implosione dell’economia locale e un crollo delle prospettive di vita di tutti i cittadini della Sicilia occidentale, con un tragico salto indietro nel tempo”.

L’arrivo di Ryanair a Trapani ha comportato un vero e proprio boom del turismo con ricadute positive sull’intera economia della provincia. Un assaggio di quello che potrebbe significare, invece, un addio o un ridimensionamento della presenza della compagnia irlandese si ebbe nel 2011, in occasione delle operazioni militari contro la Libia, quando lo scalo fu chiuso ai voli civili: il numero di voli calò di oltre il 10%, con punte del 16% per i voli internazionali, quello dei passeggeri del 12%. Superata quella crisi, lo scalo ha conosciuto una crescita ininterrotta nel numero di movimenti (+15,35% tra gennaio e agosto 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012) e + 18,54% per i passeggeri, per un totale di 1.279.800 passeggeri. In particolare, secondo i dati pubblicati da Airgest sul suo sito, si ha +26% di traffico internazionale (414.676 vs 328.068) e + 15% di traffico nazionale (863.894 vs 750.067). “Sebbene la Regione abbia formalmente comunicato la sua intenzione a subentrare alla Provincia di Trapani nella titolarità del pacchetto azionario e l’Airgest, la società di gestione dello scalo, abbia approvato il bilancio varando un aumento di capitale- sostiene il movimento – , non c’è alcuna certezza circa il reperimento dei fondi necessari per procedere al rinnovo del contratto di collaborazione pluriennale con Ryanair”.

Nella nota pubblicata sul social network, è spiegato che “la compagnia irlandese chiede una cifra che si aggira intorno ai 3 milioni di euro per le iniziative di co-marketing. Questa somma non può essere ricavata né dal bilancio Airgest né può essere approntata dalla Regione. Nei mesi scorsi, a seguito di decine di incontri e di riunioni tra gli amministratori locali e gli enti coinvolti, è stato deciso di reperire questi fondi mediante l’introduzione di una tassa di soggiorno inter-comunale (da applicare all’interno di tutti i comuni della provincia) del valore medio di 2 euro al giorno a persona. Alcuni comuni hanno già individuato una soluzione concreta. Dal suo canto, la dirigenza Airgest ha predisposto una bozza di regolamento in cui sono previste le linee guida dell’operazione, come l’indicazione che almeno il 75% dei fondi così incamerati siano destinati a finanziare le iniziative di co-marketing della Ryanair. La Camera di commercio, che assicura una sorta di regia dell’operazione, sta provvedendo a far pervenire il regolamento ai consigli comunali che dovranno approvarlo singolarmente e si è impegnata a far pervenire – nel più breve tempo possibile – l’accordo da siglare con ogni singolo comune e/o con gli eventuali consorzi (come quello elimo-ericino)”.

E il capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi, ha lanciato oggi un appello alla Camera di Commercio di Trapani, quale rappresentante unico dell’accordo con i Comuni per l’aeroporto di Birgi, perché sia tempestiva nel consentire agli stessi Comuni l’introduzione della tassa di soggiorno e la stipula formale dell’accordo per le attivitàdi co-marketing. Il tempo stringe ogni ritardo rischia di vanificare gli sforzi compiuti in questi mesi per l’aeroporto e culminati nello straordinario successo dell’ingresso diretto della Regione in Airgest”.

Dal canto suo, il Movimento “Turismo & territorio” auspica che tutti i consigli comunali approvino il regolamento in questione con la massima celerità e annuncia l’attivazione di forme di protesta, comprese manifestazioni e raduni di massa, perché, “di fatto solo mediante un intervento di urgenza, Airgest, entro lunedì 30 settembre, potrà essere in grado di discutere con Ryanair del rinnovo del contratto di collaborazione.

L’aeroporto di Trapani si salva dalle fauci dei privati. Almeno per ora       

Stanislao Lauricina

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