Acireale, studenti e giornalisti a dibattito «Come sta la libertà di informazione?»

L’informazione tra monopoli e libertà. Queste le tematiche del dibattito pubblico che si è tenuto al cinema Spadaro di Acireale. Una tavola rotonda con la partecipazione dei rappresentanti di varie testate giornalistiche locali e la cittadinanza acese. L’evento, con un’ampia partecipazione giovanile, è stato organizzato dall’associazione SPI Aci (Studenti per l’informazione), costituita da liceali delle scuole acesi, con la collaborazione del blog locale indipendente L’Epoca, piattaforma creata e gestita da studenti universitari, e dall’Arci. L’obiettivo è stato quello di provare a dare una risposta a una domanda: qual è lo stato di salute dell’informazione in Italia e in Sicilia?

Il dibattito è stato aperto con i contributi video realizzati dagli stessi organizzatori che hanno intervistato coetanei e cittadini acesi sulla libertà di informazione, sugli essenziali caratteri qualitativi della stessa e sul ruolo che deve assumere all’interno di una comunità. Questa è stata la prima questione affrontata durante il dibattito da Giuseppe Vecchio, direttore della Voce dello Jonio: «L’informazione vera è rarissima. Intendo quella che forma e dà notizie utili. Al centro deve avere il carattere del bene pubblico e deve servire a far crescere la comunità».

Ma se da un lato il ruolo dell’informazione riveste un peso specifico, di non secondaria importanza è stata la questione relativa al monopolio esercitato a Catania e nella Sicilia orientale dal gruppo editoriale di Mario Ciancio Sanfilippo. L’intervento di Dario De Luca, giornalista di MeridioNews, ha spiegato una situazione di fatto: «Il quotidiano La Sicilia continua a essere quello predominante. L’ex direttore è stato al centro di un processo e poi prosciolto. Insieme ad altri due o tre colleghi abbiamo seguito tutte le udienze ma eravamo pochi. L’assenza di tanti giornalisti è stato un fatto emblematico».

Il quid in più sul ruolo dell’informazione nella comunità l’ha fornito Riccardo Orioles de I Siciliani Giovani, che ha esternato la sua filosofia di giornalismo, inteso come «lavoro di artigiano», essendo «non una professione ma un mestiere, con regole precise e che richiede sacrificio. Noi non siamo degli eroi ma onesti artigiani». Alla filosofia di giornalismo di Orioles si è contrapposto il crudo realismo di Daniele Lo Porto. Il segretario catanese di Assostampa si è concentrato sugli attuali rischi della professione giornalistica, derivanti «non tanto nella telefonata che arriva dal boss o dal colletto bianco, bensì nella precarietà. Dal 2011 – spiega – al 2014 sono stati vittime di intimidazioni mafiose 1727 giornalisti; ma ancora più alto e drammatico è il numero di giornalisti iscritti all’albo, pari a 117mila, dei quali appena il dieci per cento sono regolarmente contrattualizzati».

Altro problema all’attività di giornalismo è stato poi individuata da Giovanni Caruso, direttore de I Cordai, attraverso la narrazione dell’attività giornalistica nella zona di San Cristoforo e Librino. Sono state evidenziate le difficoltà sostanziali che si riscontrano a causa della presenza di un diffuso analfabetismo che rende ardua la circolazione dell’informazione negli strati più indigenti della popolazione. Il ciclo di interventi è stato chiuso dal rappresentante di Libera Giuseppe Strazzulla, che, specificando ulteriormente il significato di manipolazione dell’informazione, attraverso il supporto di documentati esempi nell’area catanese, ha posto in rilievo anche il ruolo del gruppo Ciancio e la sua influenza esercitata nella zona etnea.

Grazie anche alle domande del pubblico, che sono seguite alla conclusione degli interventi, «si è creato un dibattito concreto, con diversi spunti polemici e stimolanti che hanno risposto a molti quesiti – spiegano i soci dell’associazione SPI Aci – ma aprendone anche degli altri attorno a un tema delicato e sempre attuale quale il ruolo che riveste l’informazione nella comunità e fino a che punto possa parlarsi di libertà di informazione. La nostra è una realtà nuova – concludono – che si pone il fine di promuovere una informazione libera e obiettiva e non possiamo che registrare con entusiasmo la buona riuscita dell’incontro, ringraziando tutti i giornalisti che hanno reso possibile tutto ciò nonché L’Epoca e Arci, per la loro collaborazione».

Fotografie di Francesco Nicosia – I Siciliani giovani

Marco Caramma

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