A Vittoria il depuratore della vergogna. Aiello: “I magistrati lo sequestrino subito”

INTERVISTA ALL’EX SINDACO FRANCESCO AIELLO SU UN CASO INCREDIBILE DI INQUINAMENTO AMBIENTALE GIA’ OGGETO DI INTERROGAZIONI ED ESPOSTI

Il 9 Maggio scorso le associazioni che si occupano di problematiche ambientali a Vittoria (Rg) hanno dato vita a: “Vittoria per l’ambiente”, un Coordinamento Ambientale Cittadino che si pone “l’obiettivo di riunire tutte le forze espressione della societa` civile, allo scopo di salvaguardare la salute pubblica dei cittadini, di fronte alle innumerevoli emergenze ambientali che affliggono la città.

Fra le Associazioni firmatarie: il Fondo Ambiente Italiano, Fare Verde Vittoria, Italia Nostra, Legambiente Valle dell’Ippari, Lungobaffo, No Muos Sicilia, Vittoria delle finestre rotte e il WWF. Noi abbiamo incontrato  Francesco Aiello, consigliere del Comune di Vittoria , già sindaco della stessa cittadina, a lui abbiamo chiesto di parlarci dei problemi ambientali più scottanti.

 

D. A parte i problemi economici e sociali, sappiamo che a Vittoria ci sono gravi problemi che riguardano  acquedotto, depuratore e  rifiuti. Cominciamo dall’acquedotto?

R. “Il problema acquedotto nasce da un’amministrazione che da un lato innalza gli stendardi dell’acqua come bene comune, nei fatti fa quello che le precedenti amministrazioni non hanno voluto fare, la convenzione con “Sicilia Acque”.

D. Durante la sua amministrazione, lei decise di fare a meno di Sicilia Acque.

R. “Si esisteva un consorzio fra Vittoria e Gela, noi avremmo gestito la centrale e ci saremmo autogestiti. Appena andato via, la nuova amministrazione firmò la convenzione con Sicilia Acque. A questo punto i costi, la conoscenza delle questioni, le politiche di captazione, ricerca, controllo, governo dell’intero sistema, sono sfuggiti di mano all’amministrazione che ne ha perso non solo il controllo ma anche la semplice conoscenza.

D. Sicilia Acque come si sta muovendo?

R. “Sicilia Acque si muove da azienda e nel dare o negare l’acqua a Vittoria e Gela stabilisce i suoi ritmi che non sempre sono quelli delle comunità.”

D. Ma riguardo alla qualità dell’acqua, sappiamo che c’è stata una questione sulla quale si sono mossi gli ambientalisti, richiedendo l’intervento del Comune e degli organi preposti perché venissero compiute analisi e monitoraggi sulla qualità dell’acqua erogata dai pozzi.

R. Per quanto riguarda la qualità, ogni pozzo deve essere autorizzato e monitorato, chieda notizie all’ Arpa di Ragusa. Il monitoraggio deve essere continuo, perché si tratta di acqua che arriva da falde e quindi è suscettibile di continue alterazioni dovute a motivi diversi.  Se piove, bisogna fare una mappatura generale per poter verificare di ogni pozzo la posizione, se ci sono abbassamenti delle falde oppure no, monitorare la rete, avere le quantità di acqua richieste per legge e non si ha, cercare altre fonti, insomma avere il controllo continuo della situazione cosa che Sicilia Acque non permette.

D. E quindi controllare anche se c’è presenza di “monnezza”nei pressi del pozzo?

R. “Certo. Se c’è “monnezza”, bisogna vedere di che natura è, se è degradabile, se è amianto per esempio come nella centrale di Molinello, dove tonnellate di amianto giacciono sul bacino, nonostante le nostre denunce, senza che nessuno venga a bonificarle. Se ci sono pozzi vicini a discariche succede come a contrada Pozzo Bollente dove il percolato rischia di scivolare nel fiume visto che nessuno si decide a bonificare, giocando a scarica barile. Il sindaco dice che deve occuparsene l’Ato e l’Ato dice che non è stata pagata. Viene presentato il progetto di copertura della discarica, su pressioni del sindaco in carica, primo passo verso la bonifica, il progetto viene ultimato lo scorso 18 aprile, tutti i comuni conferitori versano le quote per la realizzazione del progetto, ma il Comune di Vittoria che ha tanto pressato, no! Ma questa è un’altra storia e riguarda cifre stanziate per debiti pregressi nei confronti di ATO e non versate dal Comune ed altre cifre richieste dall’Ufficio Tecnico di ATO, il quale pare abbia ripresentato il progetto di smaltimento del percolato presente in discarica. Per questo progetto, le somme versate dai Comuni di Comiso Acate e Santa Croce (2.400.000 euro), sono state gia’ incamerate dal Comune di Vittoria e sottoposte a vincolo di destinazione, ma pare non ve ne sia traccia.

D. Anche il  vostro depuratore ha una strana storia…

R. “Io dico una sola parola: il depuratore di Vittoria in questi anni è stato azzerato! Questo vuol dire che bisognerà andare a verificare e formulare la produzione dei fanghi. Il depuratore è una struttura molto sofisticata destinata alla produzione di fanghi. Quando ridivento sindaco, nel ’95, trovo un depuratore inutilizzato ridotto ad un ammasso di ferraglia, decido di rimetterlo in funzione ed affido questo compito ad un giovane chimico, il dott. Fabio Ferreri. Il depuratore non si attiva premendo un pulsante, è una struttura sofisticata, composta da impianti di ossigenazione, di gestione anaerobica, impianti di sedimentazione di essicazione… insomma alla fine del processo l’acqua deve venir fuori “clorata”, senza nitriti, nitrati ecc… In poco tempo riusciamo ad ottenere questo risultato e ciò che ne otteniamo, fanno di questo depuratore un oggetto di studi, esistono, infatti,  diverse tesi  in merito compiuti da studiosi dell’Università di Catania.

D. Quindi?

R. Si va avanti tranquillamente fino al 2004, usando la tassa per lo smaltimento che ti permette di fare dei lavori e lo smaltimento dei fanghi. L’ultimo intervento che io faccio sul depuratore sono gli scolmatori. Il depuratore di Vittoria è di tipo misto, raccoglie cioè i prodotti delle fognature e le acque piovane, ovviamente non ha una portata infinita e il rapporto dev’essere di 1/5 dove uno è l’acqua piovana. Gli scolmatori servono a far si che il depuratore accolga fino a 5, mentre il resto per legge deve tracimare, si fanno dunque opere per la tracimazione attraverso le quali l’acqua piovana “pulita” che ha minor peso, tracima e si immette nel fiume e completa il suo viaggio fino al mare. Quindi gli scolmatori devono essere ben calibrati e devono funzionare bene altrimenti all’interno avvengono degli scompensi. Nel 2004, dunque, io do incarico al progettista dell’impianto, il prof. Indelicato, di regolare e calibrare bene gli scolmatori, il professore presenta un progetto per 5 scolmatori che costerà l’esigua cifra di 9.000 euro. Io vado via nel 2005, il progetto giace fino al 2006. Nel 2006 viene data la gara, consegnati i lavori che vengono bloccati immediatamente. Il Genio Civile da’ le autorizzazioni nel 2009 ma i lavori non vengono più eseguiti, si perdono le tracce ed ho difficoltà a trovare nulla all’Ufficio Tecnico.”

D. E allora cosa succede?

R. Allora alzano l’ingegno e vanno a fare gli scolmatori all’interno del depuratore, per cui il liquame esce e se ne va direttamente al punto di consegna.

D. Cioè al fiume?

R. Certo ma non finisce qui, vediamo i fanghi. Da un controllo mi rendo conto che in un anno si sono prodotti 40 tonnellate di fanghi, mentre il depuratore ne dovrebbe produrre 14 tonnellate al giorno! Vado a controllare meglio e mi rendo conto che uno dei sedimentatori (uno dei polmoni) è fermo da 2 ANNI!

D. Come hanno fatto a depurare i fanghi, o meglio dov’erano i fanghi?

R. Deve sapere che nel depuratore ci sono due sedimentatori, primario e secondario, composti da due vasche ciascuno. Nelle prime due vasche il fango è ancora molto settico, alla base c’è un tubo che scarica direttamente nel fiume. Gettano i fanghi al fiume, indico dei punti in cui sono stati seppelliti i fanghi, si portano i fanghi del depuratore di Scoglitti, di notte, dentro il depuratore di Vittoria ed ho denunciato tutto, ho chiesto al Procuratore della Repubblica di valutare se sia opportuno sequestrare, come atto probatorio, l’intero depuratore. Non è possibile che l’assessore per risparmiare 320.000 euro per lo smaltimento, abbia deviato portando gli scolmatori all’uscita piuttosto che a monte. Ovviamente è risaputo che quanto io ho usato per sporgere le mie denunce mi è stato suggerito da quel dr. Ferreri che è stato praticamente cacciato nel 2007, nonostante avesse presentato un progetto di 250.000 euro per un “digestore” che posto nella parte finale dell’impianto avrebbe prodotto energia sufficiente a garantire l’energia necessaria per il funzionamento dell’Impianto.

Viene approvato un PEG (piano esecutivo di gestione), si attacca Ferreri che va via, si revoca immediatamente il PEG e non si fa più nulla. Questo digestore aveva una “camicia” una struttura enorme composta di lamiera e lana di roccia, smontano tutto, seppelliscono la lana di roccia con quello che comporta essendo altamente inquinante, vendono al rottamatore del luogo la lamiera e si fanno una “salsicciata” all’interno del depuratore. Tutto questo è stato da me denunciato.

D. E il dr. Ferreri?

R. Il dr. Ferreri è nell’occhio del ciclone, sta rischiando il suo posto di funzionario all’interno dell’ATO e sta interessando  l’Ordine Nazionale dei Chimici e coinvolgerà presto anche  Legambiente e Fareverde. Io non ho nulla da nascondere e la mia interrogazione di sei pagine comprende parti di una relazione che il dr Ferreri consegnerà  alla Guardia di Finanza. Del centro di raccolta per la differenziata dal tetto sfondato e l’eternit a cielo aperto, le parlerò un’altra volta.

 

Daniela Giuffrida

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