2019, Palermo capitale europea della cultura

da Giovanni Pizzo
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Palermo, stretta fra la crisi generale del Paese e le conseguenti profonde trasformazioni del proprio assetto economico, dovrà affrontare nei prossimi mesi una gravissima crisi occupazionale. Tutti i settori tradizionali, serbatoi di posti di lavoro, sono già (o lo saranno a breve) in crisi: commercio, pubblica amministrazione, industria dei settori maturi (cantieri, costruzioni, ecc.) continueranno a perdere posti di lavoro o non potranno crearne di nuovi. Senza un piano straordinario che abbia al centro lo scopo di creare lavoro si rischia una grave crisi sociale che, come abbiamo visto con i “Forconi”, scivolerebbe presto in crisi di ordine pubblico, se, come è lecito temere, forze opache cercheranno di prendere la testa dei movimenti di protesta.

Per creare posti di lavoro, escludendo il ricorso alla mano pubblica diretta, ci vorranno ingenti investimenti; lo stato di fallimento “tecnico” in cui è stata lasciata l’Amministrazione comunale e le aziende di servizi non consente di immaginare politiche di sostegno occupazionale basate solo sulle risorse locali. Le tasse comunali sono già alle stelle, e non si vede dove possano essere reperite le ingenti risorse necessarie per creare il lavoro che serve.

E allora, in un momento di crisi così grave, oltre che denunciare le cose che vanno male (e non bastano i fiumi di inchiostro) perché non “sognare” in positivo.

Ci immaginiamo la nuova Amministrazione della Città che si attiva per attrarre risorse dall’esterno: sia pubbliche che private, sia da visitatori singoli, sia da imprese. Per attrarre risorse pubbliche (fondi comunitari) o private, in un contesto di crisi in cui le risorse disponibili sono ridotte ai minimi termini, è necessario vincere la concorrenza degli altri territori. E allora organizza una pianificazione strategica credibile che individui tutte le azioni progettuali in un quadro coerente, concentrando gli sforzi sull’obiettivo “lavoro”.

Si mette in campo un progetto di sviluppo locale moderno e sostenibile, capace di coinvolgere capitali privati e risorse pubbliche, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea e imperniato sul “marketing territoriale”.

Lo definiremo “Piano straordinario Porta il lavoro a Palermo” e sarà, perciò, un piano di sviluppo locale finalizzato all’attrazione di risorse esterne con gli strumenti del “marketing territoriale” con il fine di creare lavoro.

Viene definita ed attuata una strategia competitiva volta all’acquisizione di risorse utili per rendere il territorio sede per lo svolgimento di quelle attività economiche più funzionali allo sviluppo sostenibile, utilizzando tecniche e strumenti del Marketing. Il Piano punta a sviluppare le componenti dell’offerta ’“territorio” di Palermo per acquisire, sul mercato nazionale ed internazionale, le risorse finanziarie ed i fattori materiali ed immateriali necessarie per creare lavoro e sviluppo sostenibile, garantendo a tali fattori le migliori condizioni ambientali.

In primo luogo è stata definita una “vision” per il futuro della Città e del suo Territorio di riferimento; si è sviluppata un’analisi della “domanda” e individuati i Soggetti Target potenzialmente interessati all’offerta territoriale della Città, segmentando tale domanda in funzione delle componenti più adatte al processo di sviluppo sostenibile.

Si è analizzato il contesto competitivo (la concorrenza) e si sono individuati gli scenari evolutivi e gli spazi nei quali è possibile che la vocazione del territorio Palermo riesca a ottenere vantaggi competitivi; in relazione a queste valutazioni si è stabilito il posizionamento strategico del MIX offerta territoriale; quindi agendo sul lato dell’offerta, si sono stimolate le misure che hanno portato ad una offerta territoriale adeguata alle esigenze dei segmenti di domanda individuati e si sono attuate tutte le azioni utili a connettere le diverse offerte territoriali con la domanda che si rivolge all’area di riferimento, facilitandone il radicamento.

Le azioni sono state supportate dagli strumenti e tecniche di marketing quali: sviluppo di relazioni con imprese esterne e con soggetti locali che controllano l’offerta; promozione delle opportunità di localizzazione offerte dal territorio; comunicazione e sviluppo del posizionamento del territorio; costruzione delle opportunità localizzative; grandi progetti innovatori; offerta di servizi specialistici trasversali; creazione e diffusione del Marchio territoriale.

Si tratta di un processo complesso che deve essere il risultato di una mobilitazione partecipativa di tutti i Soggetti “attori”; il Piano “Porta il lavoro a Palermo” può diventare una realtà se si riuscirà a coinvolgere tutte le forze sociali e produttive interessate.

 

Il Territorio

Uno dei fattori più importanti per la riuscita di un progetto di sviluppo locale è la definizione del perimetro spaziale di riferimento, entro cui si collocano le “risorse” e gli “attori” che sono i fattori determinanti della capacità competitiva di un’area. La città di Palermo costituisce un ambito certamente ricco di risorse potenziali; ma gli assetti del mercato internazionale e la presenza di territori concorrenti di vaste dimensioni e dotati di enormi varietà di risorse, impongono l’allargamento dell’ambito di riferimento in modo da offrire un “prodotto” territorio molto più articolato e competitivo.

Una dimensione ottimale del territorio di riferimento nel quale collocare l’offerta della città di Palermo, in linea con la nuova evoluzione della normativa nazionale in materia di “città Metropolitana”, potrebbe essere la fascia costiera che va da Cefalù a Trapani. Appare superfluo sottolineare l’enorme potenzialità dell’offerta territoriale contenuta in questa area: dagli aspetti morfologici e paesaggistici, a quelli culturali, archeologici, storico-artistici, imprenditoriali, enogastronomici, infrastrutturali (due aeroporti) ecc. Nell’ambito di questa “regione di progetto”, naturalmente, la città di Palermo dovrà svolgere il ruolo di “traino”, a cominciare dalla promozione di una associazione con i Comuni interessati finalizzata al piano di sviluppo ed alle iniziative coordinate.

 

La risorse “componenti dell’offerta territoriale”

I fattori da cui deriva la capacità competitiva di un territorio sono le “risorse” e gli “attori” che utilizzano le risorse. Sono risorse materiali: l’assetto morfologico e paesaggistico; le infrastrutture economiche e sociali; le fonti naturali dei fattori di produzione; l’armatura urbana ed il patrimonio immobiliare; le Istituzioni; l’apparato amministrativo; i Centri di generazione della conoscenza; il Capitale umano; la dimensione e qualità dei mercati di sbocco. Sono risorse immateriali: le conoscenze radicate nel territorio; la reputazione percepita all’esterno; il grado di apertura internazionale; la cultura imprenditoriale; la coesione sociale.

 

Una lettura del territorio nella prospettiva dello sviluppo sostenibile

La Città di Palermo ed il territorio di riferimento come prima delineato esprimono livelli di complessità rilevanti e possiedono dotazioni paesistiche e culturali particolarmente significative e tuttora scarsamente valorizzate – dalla rete urbana delle città ai paesaggi agrari passando per la costa ed il mare.

L’elemento che emerge dalla ‘lettura’ del territorio è la ricchezza di testimonianze storiche e ambientali, valori urbanistici, risorse naturalistiche. Sono condizioni che connotano un territorio che possiede già una buona cultura dell’ospitalità e che esprime scenari di valorizzazione già affermati, ma che devono essere accuratamente investigati e portati a sistema.

Il territorio delle due città principali rappresenta nel suo insieme un contesto unico sotto il profilo della presenza di elementi di storicità, qualità paesaggistica, di aspetti culturali che hanno permeato i diversi aspetti della società, influenzando profondamente i processi di antropizzazione dei territori, le tecniche colturali, lo sviluppo economico.

Siamo in presenza di geografie articolate e di grande rilievo storico, che possono caricare di significati e arricchire di valori una progettualità avveduta, capace di radicarsi seriamente – oltre che a Palermo e Trapani – nel molteplice locale delle culture dei centri intermedi: Erice, Alcamo, Terrasini, Carini, Termini Imerese, Cefalù, così come di proporsi con una propria immagine e identità riconoscibili alla scala delle istituzioni europee e della domanda turistica e di residenzialità stagionale. Un vero e proprio sistema culturale, che può rappresentare un laboratorio di eccellenza, grazie alla ricchezza della propria storia e tradizioni, delle attrattive e del valore dell’offerta artistica, museale e monumentale.

La città di Palermo, poi costituisce un “unicum” ponte fra occidente e oriente, nord e sud, che ha saputo creare un proprio “brand” a livello internazionale come simbolo del riscatto dalle mafie (immagine che i dieci anni di barbarie non hanno potuto distruggere completamente).

 

Lo scenario competitivo

Il patrimonio culturale quale risorsa per l’economia turistica (connesso al processo di crescita complessiva dei flussi di visitatori) ha determinato negli ultimi anni rilevanti dinamiche di carattere territoriale. La competizione tra aree turistiche, diventando sempre più intensa, spinge gli attori locali a ricercare forme di integrazione che superino le ripartizioni amministrative, anche attraverso una “strategia di immagine” che si connota sia come fattore di marketing, sia come fattore di “coagulazione” delle forze locali.

Si passa dunque dal centro turistico integrato (che esaurisce al suo interno tutte le funzioni attrattive e ricettive) alle forme distrettuali dei sistemi turistici locali, aree geografiche in cui il turismo costituisce il principale fattore di integrazione territoriale. Le caratteristiche dei modelli di turismo affermatisi recentemente in Europa (ma non solo) suggeriscono inoltre che la qualità dei fattori territoriali di un “luogo” può non essere sufficiente a generare economie di tipo turistico, a meno che non sia associata a modalità di fruizione coerenti con le nuove domande di sostenibilità e di culturalità.

 

Il Posizionamento strategico

La valorizzazione del prodotto turistico non può certamente esaurire le istanze di sviluppo locale di una grande città come Palermo dotata di risorse, soprattutto umane, ancora sotto utilizzate, ma deve costituire la leva per l’innesco di un processo di evoluzione degli altri fattori secondo un modello di sviluppo armonico e sostenibile proiettato nel contesto della nuova economia verde a basso consumo di carbonio.

Il punto di partenza è il riconoscimento di un Distretto (o sistema culturale) per la valorizzazione integrata del territorio nel quale è la catena di produzione del valore del bene cultura che crea sinergie con altri settori economici o parte di essi, innanzitutto il turismo, la piccola impresa di restauro, il settore delle nuove tecnologie per il restauro, la piccola impresa edile, le società di informatica, all’editoria specializzata e altro. In questo senso la produzione di cultura interagisce con l’intero sistema economico del territorio di riferimento e della nazione.

Produrre cultura è dunque una attività economica di frontiera nell’epoca della società della conoscenza e dei mercati globali ed è sempre più complessa, dovendosi adattare a beni e servizi molto diversi per contenuti e tecnologie, oltre che a fruitori assolutamente eterogenei. Tutti questi sistemi raggruppano attività in cui la creatività si declina nella produzione di beni e servizi ad alto contenuto culturale e valore simbolico.

Le caratteristiche e la natura dei prodotti e servizi offerti favoriscono modelli di business che possono generare opportunità per lo sviluppo locale. L’evoluzione del medio lungo termine è quello di una società coesa nelle sue tradizioni culturali ma con un elevato tasso di conoscenze tecniche nel settori innovativi della new green economy, nella quale il sistema produttivo agricolo, industriale e dei servizi siano coerenti con il sistema culturale.

Un modello coerente di Distretto culturale e socio-economico ideale per strategie e tecnologie sostenibili, un ponte simbolico fra passato, presente e futuro, fra città e campagna, fra “poli” di ricerca e progettazione e “reti” applicative sul territorio sul quale costruire un “brand” attraverso una strategia di Marketing territoriale e di comunicazione di immagine, anche il possibile riconoscimento della qualità dei valori espressi dal territorio e di una sua valorizzazione internazionale, fino ad una eventuale candidatura a un marchio di prestigio: 2019 Palermo Capitale Europea della Cultura.

Foto in alto a destra (botteghe artigiane di Palermo) tratta da dirittinegati.eu

Foto in alto a sinistra: un’immagine del porto di Palermo tratta dagoolliver.com

 

 

Redazione

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