Gli allenamenti si susseguono serrati, in vista dell’impegno di giovedì prossimo. Da giorno 20 la Nuoto Catania under 17 di pallanuoto sarà impegnata nelle final eight di Fiuggi, che assegneranno il titolo nazionale valido per il campionato. Un risultato che onora e rende felice l’allenatore Zoltan Fazekas, ungherese di Budapest classe 1969 trapiantato a Catania: «Per noi è una grande gioia essere lì assieme ad altre squadre molto blasonate come Posillipo, Bogliasco e la Florentia. Arrivare tra le prime quattro sarebbe un successo: ogni partita farà storia a sé – racconta a MeridioNews – ciò che conta è dare il massimo in ogni incontro. La cosa che più mi interessa è far abituare i ragazzi a giocare su questi palcoscenici».
In Ungheria non riuscivo a esprimere quello che avevo dentro
Quello della Nuoto Catania è un movimento giovanile in cui, secondo Fazekas, ci sono già i
potenziali eredi della prima squadra: «Penso ai ragazzi che fanno parte delle varie nazionali giovanili, come Andrea Condemi, Luca Castorina e Giovanni Forzese. Senza dimenticare i nostri giovani che hanno maturato esperienza nel campionato di serie B, tra cui Matteo e Giovanni Di Giacomo e Mario Garozzo». Un vivaio forte dunque e di grande prospettiva: «Quest’anno – precisa – la categoria Under 17 era composta da nati tra 2000 e 2001. Noi abbiamo schierato anche sette ragazzi del 2002 e del 2003. Questo è il frutto di un grande lavoro di gruppo. Ho da subito trovato una sintonia importante con tutto lo staff. Mi riferisco al presidente Mario Torrisi, all’allenatore Giuseppe Dato, il preparatore atletico Francesco Marino e il compianto Francesco Scuderi».
Per Zoltan Fazekas
sport e arte sono cammini paralleli. L’allenatore ungherese, infatti, oltre a essere una vera e propria guida per i suoi ragazzi, è anche un artista a tutto tondo nel campo della comunicazione visiva. Un cammino cominciato con la fotografia documentaristica nell’Ungheria degli anni ’80. «Cinema e fotografia sono da sempre andate di pari passo con la mia vita sportiva. Sono due elementi che si completano: sento tutt’ora l’esigenza di allenarmi e di trasmettere ai più giovani la bellezza della pallanuoto – dice Fazekas – ma, al tempo stesso, ho bisogno di esprimere i miei pensieri anche in un altro modo». Un percorso artistico che, dalla fotografia, ha portato Fazekas ad analizzare il rapporto tra spazio e tempo e la relazione tra immagine fissa e in movimento, compiuta attraverso sperimentazioni audio-visive.
Il trasferimento in Italia, avvenuto nel
1996 e legato alla sua carriera da giocatore di pallanuoto, è stato decisivo per la sua crescita: «In Ungheria non riuscivo a esprimere completamente quello che avevo dentro. In Sicilia, invece, ho trovato terreno fertile per lavorare al meglio, grazie anche a collaborazioni importanti. Con il collettivo artistico catanese Canecapovolto, per esempio, ho partecipato al festival del cinema di frontiera di Marzamemi – nel 2015, con la mostra fotografica Manoel de Oliveira a Catania – e ho organizzato varie installazioni ed esposizioni». Una battuta, infine, sul campionato di A1 che aspetta la prima squadra della Nuoto Catania: «È stato fatto un buon lavoro, mantenendo l’ossatura dell’anno scorso e arricchendola con nuovi innesti. Siamo nelle condizioni di provare a dar fastidio alle squadre più blasonate».
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