La riunione con il Rettore ha lasciato l’amaro in bocca agli studenti, che si dichiarano delusi e scontenti delle risposte che il Magnifico ha fornito alle loro domande riguardo il rischio di un trasferimento della facoltà di Lingue a Ragusa. Durante l’incontro, infatti, il prof. Recca ha messo subito in chiaro che avrebbe risposto solo a domande inerenti l’attività di studente e alle perplessità sul futuro dei corsi di studio, invitando i presenti a non tirare in ballo la sorte della facoltà di Lingue. «La questione non riguarda gli studenti» ha dichiarato. «Ho deciso di incontrare i rappresentanti – spiega il Rettore – per capire quali sono i loro interessi. Ma che ognuno mantenga il suo ruolo».
Al termine dell’assemblea, i rappresentanti e la delegazione di studenti ricevuti da Recca hanno continuato a protestare, sostenendo di essere «totalmente insoddisfatti» dall’incontro appena concluso. «Il Rettore ha tenuto l’atteggiamento che ci aspettavamo» dice Giampiero Gobbi, rappresentante degli studenti in Consiglio di Facoltà. «Non ha risposto. Ha deciso di sviare l’argomento, di parlare d’altro. Non siamo soddisfatti, e continueremo ad aspettare che il Magnifico ci dia delle risposte. Vogliamo sapere che cosa vuole fare della facoltà di Lingue. Onestamente non ci aspettavamo di più – continua Gobbi – ma questo non toglie che siamo delusi. Siamo partiti con ottimismo, credevamo di poter avere dei chiarimenti, ma evidentemente ci siamo sbagliati».
Daniele Sardo, studente della Facoltà, membro attivo della protesta e creatore del gruppo su Facebook contrario al trasferimento di Lingue nella città iblea, commenta negativamente l’esito della riunione. «Le nostre domande erano semplici, chiare e ben precise, ma le risposte sono mancate» dice. «Secondo il Rettore Recca non meritavamo risposte perché noi studenti dobbiamo preoccuparci solo del destino del nostro corso di laurea, e non della Facoltà, che non è di nostra competenza, per cui i rappresentanti non sono autorizzati a chiedere nulla al riguardo. Questo allora significa che dovremmo avere dei rappresentanti per ogni corso di studi, cosa impossibile dato che questi vengono eletti quali consiglieri di Facoltà. Queste risposte non ci bastano e non le accettiamo, e prendiamo atto che il Magnifico ha volutamente evitato di risponderci in merito a questioni importantissime per gli iscritti».
Secondo Sardo, inoltre «il Rettore ha avuto il coraggio di dire che i quindici studenti presenti all’incontro, nove rappresentanti e sei delegati, rappresentano solo cinquanta persone, ovvero la gente che si è mobilitata nell’occupazione del Monastero dei Benedettini prima, e del Palazzo Centrale poi. Questi numeri sono falsi. La protesta raccoglie molte più adesioni. E a provarlo abbiamo le tantissime testimonianze che ci sono pervenute ogni giorno tramite la stampa e i social media come Facebook. Siamo sì quindici studenti, ma rappresentiamo tutta la Facoltà».
«Stamattina il Rettore si è limitato a darci un consiglio – sostiene Marina Currao, ex rappresentante in Consiglio e studentessa di Lingue – ossia quello di pensare allo studio e di laurearci presto. Secondo lui – continua – le domande che ci competono riguardano solo i piani di studio e il completamento del nostro percorso. Sostiene che se completiamo i nostri studi dobbiamo essere contenti e per il resto ce ne possiamo fregare. Io spero che la situazione cambi – conclude la studentessa – e per questo continueremo a combattere. Di certo non siamo contenti e non finisce così».
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