Un dizionario gigante aperto in piazza San Domenico si è presentato ogni giorno per una settimana a chiunque passasse da via Roma destando la curiosità di turisti, scuole e semplici cittadini. E proprio la curiosità è il fulcro su cui ha fatto leva l’iniziativa di Zanichelli, che ha deciso di portare in giro per le principali piazze italiane il progetto #Paroledasalvare, nel tentativo di dare nuova vita a quasi 3500 parole della lingua italiana «che rischiano di essere dimenticate».
«C’è stata un’ottima risposta da parte delle persone – Racconta Jennifer Sartori, responsabile marketing di Zanichelli – soprattutto dalle scuole, che hanno partecipato veramente in numero. Hanno portato tantissime classi, dai bimbi della scuola materna ai ragazzi della quinta superiore». Sul retro del grosso dizionario metallico un monitor interattivo sul quale scorrevano in gruppi le parole da salvare. Gli utenti potevano scegliere di adottarne virtualmente una cliccandovi sopra e leggendo così il significato. Tra questi, molti termini noti e qualche chicca lessicale: «non sono solamente parole difficili, sconosciute, ma termini vengono un po’ snobbati in favore di altri più semplici», come spiega la responsabile.
«Lo scopo della campagna è quello di suscitare l’interesse delle persone nei confronti di questa lingua che purtroppo, sotto certi punti di vista, si sta un po’ perdendo a favore di neologismi, di parole molto semplici che lancino la comunicazione immediata – Continua Sartori – quindi la volontà era quella di incuriosire le persone e fargli usare i termini giusti per comunicare». E la scelta di un evento in piazza, in pieno centro storico, zona affollata di turisti e passanti, non è stata casuale. L’intento, infatti, era quello di creare dibattito, degli scambi di vedute tra persone. «È stato bello vedere gente che imparava termini nuovi. Anche persone sconosciute tra loro che si mettevano di fronte allo schermo a discutere dell’origine della parola, dell’anno di nascita, ho visto tanto entusiasmo».
In omaggio anche delle cartoline con le parole da salvare e un’immagine evocativa del termine, spiegato nella definizione dello Zanichelli sul retro. Un modo per mantenere in vita la parola tenendo la cartolina per sé, inviandola a qualcuno o anche semplicemente regalandola. E tra i termini da cartolina a Palermo quello che ha avuto più successo è stato davvero inaspettato: «Crapula è stata la parola che ha incuriosito di più le persone. Significa mangiare e bere in maniera smodata. Durante il tour – conclude Jennifer Sartori – ho visto anche le differenze tra le varie città. Alcuni termini si trovavano nell’uso quotidiano in un posto mentre erano meno conosciuti in un altro, mentre la parola trovata insolita altrove, che qui a Palermo mi hanno detto si usa nel linguaggio di tutti i giorni, è stata Zizzania».
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