Zafferana, Sapuppo torna presidente del Consiglio Tar cancella la sfiducia voluta dal sindaco Russo

Salvatore Sapuppo verrà reintegrato sulla poltrona di presidente del consiglio del Comune di Zafferana Etnea. Lo ha stabilito stamane il Tar di Catania con una ordinanza che ha sospeso la delibera di revoca dall’incarico che l’aula aveva votato ai danni di Sapuppo alla fine di luglio. Poco dopo, quest’ultimo aveva fatto ricorso.

La giustizia amministrativa ha confermato l’orientamento della giurisprudenza in materia di sfiducia al presidente del consiglio comunale: atti di tale natura non possono essere deliberati per motivi politici, ma solo per ragioni legate a un esercizio della carica che vada oltre la natura istituzionale, di garanzia, dell’incarico. L’udienza di merito è stata fissata per l’8 febbraio 2018.

La sfiducia era stata l’ultima puntata della crisi politica che aveva portato alla rottura del partito unico insediatosi al consiglio di Zafferana nel 2014, all’indomani della rielezione di Alfio Russo a sindaco, unico candidato alle comunali. I nove consiglieri rimasti in maggioranza avevano eletto a presidente del consiglio Ignazio Coco, mentre Sapuppo era stato seguito nella scissione da Angela Di Bella, Alfio Nicotra e Pippo Privitera, che la revoca non l’hanno votata. 

Alla sfiducia si era arrivati dopo la traumatica rottura dei patti pre-elettorali interni alla maggioranza del sindaco: Sapuppo avrebbe dovuto dimettersi dopo due anni e mezzo di mandato alla guida del Consiglio, proprio a favore di Coco. Sulla vicenda è intervenuto anche il primo cittadino: «Desidero rassicurare la cittadinanza che, nonostante l’odierno ostacolo alla migliore amministrazione, rappresentato dal reintegro alla funzione di presidente sfiduciato per assenza di credibilità personale, proseguiremo con ancora più energia e autorevolezza nell’ambizioso progetto di crescita e sviluppo presentato a suo tempo dal gruppo di Zafferana in Comune che in questi anni ha già raggiunto notevoli traguardi. Nonostante la decisione del Tarle nostre strade si sono ormai definitivamente separate».

Francesco Vasta

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