Due produttori vinicoli di Zafferana sono stati svegliati ieri notte dal crepitare delle fiamme che stavano avvolgendo un’automobile di lavoro della loro azienda. L’incendio ha una matrice dolosa: poco distante è stata ritrovata una bottiglia ancora sporca di benzina. «Stanotte, verso le due, siamo stati svegliati dall’allarme dell’auto. Poi ci siamo resi conto, quando siamo scesi sotto, che stava bruciando». Parte da qui il racconto di Pasquale, il 38enne che insieme alla fidanzata Floriana, di due anni più giovane, gestisce una azienda che produce vino ai piedi dell’Etna, la Cantina Malopasso. Reduce da una di quelle notti che preferiresti non vivere mai. «Pensavamo fosse un corto circuito, all’inizio. Abbiamo provato a spegnere le fiamme, ma non ci siamo riusciti. Così abbiamo chiamato i pompieri». I due giovani produttori, tuttavia, riescono a domare le fiamme poco prima che i vigili del fuoco giungano sul posto, utilizzando un tubo per l’irrigazione.
«Lì accanto, i pompieri hanno trovato una bottiglia – scandisce Pasquale – che faceva puzza di benzina». A quel punto vengono informati i carabinieri del nucleo radiomobile di Giarre, che intervengono. Poi, nella mattina di oggi, la coppia sporge denuncia alla caserma di Zafferana. «Era una bottiglia di Lemonsoda – va avanti il produttore – io non ci avevo nemmeno fatto caso, perché non era vicino a dove la benzina era stata versata, era dalla parte opposta». Pasquale e Floriana si chiedono adesso chi possa aver agito, per altro dispiegando un metodo che assomiglia a quello dell’avvertimento para mafioso.
«Non abbiamo mai ricevuto minacce, né avuto altri problemi», precisa il ragazzo. «Più che altro abbiamo cercato di sollevare un po’ l’attenzione sul degrado e sulla spazzatura che ci sono nelle nostre zone», spiega il 38enne, la cui vigna si trova in via Sguazzera, «una via secondaria, paesaggisticamente molto bella ma sommersa da cumuli di rifiuti». Il produttore non trova altre spiegazioni plausibili, poi aggiunge un dettaglio interessante: due giorni fa lui e Floriana, «per l’ennesima volta», si erano recati in Comune per chiedere un intervento di pulizia.
Parlare del valore dell’auto bruciata è relativo. In senso assoluto non è altissimo, ma il danno funzionale per l’azienda è piuttosto serio. «Una macchina datata – conferma Pasquale – ma per noi era importante perché al valore economico di quella non ne compro un’altra, ovviamente». E adesso, come si reagisce a questo brutto episodio, che sembrerebbe un atto intimidatorio? «Io cerco di mantenere un certo ottimismo – prova a sorridere Pasquale – altrimenti va a finire che non dobbiamo fare niente».
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