MOLTI LAVORATORI LO CONSIDERANO ILLEGITTIMO, PERCHE’ DESTINATO SOLO A CHI E’ ISCRITTO A UN ALBO DALLA GESTIONE PIUTTOSTO OPACA. DA QUI UNA POSSIBILE SFILZA DI AZIONI LEGALI. VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI PARI OPPORTUNITA NELLACCESSO AL LAVORO?
Oggi scade lavviso pubblico del Ciapi relativo alla selezione di 2060 operatori del programma Youth Guarantee (Garanzia Giovani Sicilia). Un bando definito da più parti illegittimo.
Lo stesso Marcello Greco, esponente dei Democratici di sinistra per la Sicilia e presidente della Commissione Cultura e Lavoro allArs, intervistato stamattina in altra parte del giornale, pone seri dubbi sulla legittimità dello stesso bando in quanto discriminante nei confronti di coloro che, pur avendo effettuato politiche attive del Lavoro, non possono partecipare perché non iscritti allAlbo.
In tal modo, con le risorse pubbliche, sono fuori non soltanto gli 88 operatori che hanno maturato i requisiti, seppur non rientranti nellAlbo, ma tutti coloro che aspirerebbero ad un posto di lavoro.
Eppure è stata data ampia diffusione al citato bando in tutti i siti internet di offerta e ricerca lavoro, nazionali e europei.
A confermare la presunta illegittimità del bando citato, le tante azioni legali già intraprese spontaneamente dagli operatori di diverse province siciliane che si sentono mortificati da un Avviso farlocco che mortificherebbe la dignità dei lavoratori e li porta al precariato puro.
Lavviso pubblico, detta di tanti, sarebbe illegittimo per una semplice ragione: perché chi non è iscritto allAlbo regionale degli operatori della Formazione professionale non può avanzare la candidatura.
Solo che la compilazione della domanda online non permette a chi non iscritto allAlbo – il cui elenco nominativo tra laltro non è mai stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana – di completare la registrazione, perché il sistema informatico non consente di proseguire fino al completamento dellistanza.
Da qui, con molta probabilità, i ricorsi.
Un bando che violerebbe anche gli istituti contrattuali contenuti nel Contratto collettivo di lavoro della categoria. Sono in tanti infatti, a non comprendere la ragione per la quale da un lato il Ciapi ha imposto il taglio di due o addirittura tre livelli per i profili funzionali più elevati per far quadrare i conti del progetto e, dallaltro, il bando allarga a 2060 operatori nonostante gli ex sportelli siano meno di 1500.
Qualcosa non è chiara in tutta quest’operazione. Il dubbio è che il bando possa subire la stessa sorte del precedente.
Ricordiamo infatti che lavviso pubblico relativo al progetto Spartacus ha avuto diversi rilievi da parte della Procura della Corte dei Conti, non ultimo proprio quello legato al diritto di parti opportunità nellaccesso al lavoro, che il bando in scadenza, come vi abbiamo sottolineato, non garantisce affatto.
Resta inteso che tra i dubbi vi sia anche quello di possibili assunzioni selvagge. Difatti i lavoratori del settore, ma anche i tanti osservatori, continuano a chiedersi il perché di oltre 300 posti in più messi a bando con il contestuale sacrificio chiesto ai lavoratori, in sede di riduzione unilaterale ed in violazione del Ccnl, dei livelli contrattuali. Cosa cè sotto?
Non farebbe meglio il presidente del Ciapi di Priolo, Egidio Ortisi, a fornire alcuni chiarimenti in merito? Perché il legale rappresentante del Ciapi non conferma che i trecento posti in più saranno occupati da operatori prelevati dallAlbo regionale degli operatori della Formazione professionale, chiudendo a qualsiasi ipotesi di nuove assunzioni?
Almeno i lavoratori saprebbero come stanno le cose. Resterebbe in bilico solamente la violazione del principio di pari opportunità nellaccesso al lavoro. Questa però è altra storia, tutta da verificare, per carità, ma che potrebbe aprire, nelleventualità che ci fossero i presupposti, una nuova pagina giudiziaria.
I precedenti non aiutano a capire bene come saranno coperti gli oltre trecento posti in più messi a bando.
Basti ricordare la delibera di Giunta n.223 del 6 agosto scorso dove è emerso, come abbiamo già raccontato in altra parte del giornale, il sistema di distribuzione, questa volta con affidamento diretto, di 6 milioni di euro a Formez, Italia Lavoro e Sviluppo Italia Sicilia? Somme, stante alle parole del presidente della Regione, sottratte alla formazione deviata e spostate alle citate società.
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