Piano giovani, società esterne e parentopoli Falcone: «11 milioni di euro di apparato»

«Una festa dell’Europa in piazza Politeama a Palermo, con catering e palloncini a forma quadrata, a 15 giorni dalle elezioni europee e per un costo di 120mila euro da pagare con soldi destinati alla formazione dei giovani, in particolare dal Piano comunicazione». Una proposta che sarebbe stata avanzata dall’assessora regionale alla Formazione Nelli Scilabra e che sarebbe stata bloccata dagli uffici. E’ questo l’ultimo aspetto relativo alla torbida vicenda del Piano giovani su cui il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, chiede «un approfondimento».

Solo l’ultimo tassello di un puzzle che appare quantomai confuso. Il progetto che avrebbe dovuto offrire duemila tirocini ad altrettanti giovani disoccupati siciliani è fermo, arenato al fallimento dei due click day, zavorrato da due indagini della Corte dei conti e della Procura di Palermo. E con l’ombra di una parentopoli legata all’ennesima pioggia di affidamenti diretti a società esterne. «Al momento del suo insediamento – denuncia il deputato di Fi – Crocetta aveva detto che tutti i soggetti che si relazionavano con l’amministrazione regionale dovevano passare da gare di evidenza pubblica. Perché adesso si è fatto ricorso ad affidamenti diretti nei confronti di Italia Lavoro, Itt, Sicilia Sviluppo  e del Formez, tutti enti in cui, guarda caso, figurano parenti o capi delle segreterie politiche di politici? Eppure – continua Falcone – questo governo ha insistito tanto sulla legge anti parentopoli che impediva rapporti con la pubblica amministrazione a parenti dei politici fino al quarto grado».

Il capogruppo di Forza Italia sottolinea come, nel caso di Italia lavoro, oltre a un primo affidamento da 5 milioni di euro, ce ne sia stato anche un secondo, da 1 milione e 900mila euro, il 6 agosto, cioè esattamente il giorno dopo del fallimento del click day. Nella stessa data sono stati assegnati anche 2 milioni e 90 mila euro al Formez e 2 milioni e 49 mila euro a Sviluppo Italia Sicilia. «E’ un caso, poi, che a capo del Formez ci sia un avvocato, illustre esponente del Partito democratico di Catania?», si chiede Falcone. Da luglio a guidare, nella veste di commissario, il Centro di formazione e studi per il Mezzogiorno c’è Harald Bonura, uomo da sempre vicino al sindaco di Catania Enzo Bianco.

Guardando nelle carte del piano finanziario, emerge una sproporzione tra le spese dell’assistenza tecnica che ruota attorno al Piano giovani e la quota delle spese reali, destinate alla formazione. «A fronte di 37 milioni di spesa, 11 milioni servono all’apparato. Ci sembra che il governo Crocetta stia replicando il modello del passato che ha tanto criticato, un sistema in cui la formazione serve più ai formatori che ai formati», attacca Falcone. Nell’apparato rientra il reclutamento, a maggio, degli operatori della comunicazione da parte dell’assessora Scilabra. «I ragazzi di Facebook, così sono stati chiamati, dovevano essere 18, invece sono diventati 94», sottolinea il deputato. E’ con lo stesso fondo per il piano comunicazione che si sarebbe dovuta pagare la presunta festa per l’Europa.

Insomma, secondo il gruppo di Forza Italia, il Piano giovani si è trasformato nell’ennesimo carrozzone su cui far salire più gente possibile. «La verità – continua Falcone – è che gli 8mila operatori della Formazione che vivono in questi mesi una situazione difficilissima non hanno più nulla da dire elettoralmente per questo governo, che ha pensato bene di sostituirli con gente nuova attraverso l’affidamento diretto di servizi a società esterne». Domani Forza Italia presenterà la richiesta di dimissioni nei confronti dell’assessora Nelli Scilabra.  «Chiediamo al presidente Crocetta di revocare tutti gli incarichi e azzerare il Piano Giovani – conclude Falcone – o si fa chiarezza o vadano tutti a casa».

Nel pomeriggio è arrivata la replica del governatore Rosario Crocetta. «La Scilabra non si occupa di informatica, ma fa l’assessore, né d’altra parte fanno gli informatici i direttori generali. C’è stato un programma che è andato in tilt, ma le risorse per questo piano sono state risparmiate sottraendole alla formazione professionale deviata. Quale sarebbe le responsabilità dell’assessore? Avere fatto risparmiare l’erario e avere destinato le risorse per lavoro dei giovani? Se questa dovesse essere la responsabilità, sono orgoglioso del lavoro di Nelli che ha la condivisione di tutto il governo». Quindi il presidente addebita tutta la responsabilità a problemi tecnici. «Forse è difficile – afferma – prendere atto del fatto che i computer possono anche commettere errori, la cosa sconvolge e forse non vi si è preparati, ma succede. Succede e occorre convivere con l’idea che l’informatica non è il regno della perfezione e che i pc possono anche fallire qualche volta. Il resto diviene tutta un’esasperazione, un fatto tecnico trasformato in vicenda politica, contrasti, perdita della visione di insieme».

E annuncia le prossime misure: «Nei prossimi giorni saranno convocate le aziende che dovevano modificare la piattaforma del ministero del Lavoro, adattando il programma al piano giovani, piattaforma già utilizzata sia dal ministero stesso che da altre regioni italiane, la cui manutenzione è stata affidata da parte del direttore del dipartimento, alla medesima azienda che aveva realizzato il software originario». Di azzerare tutto, come chiesto dall’opposizione, non se ne parla. «Il piano giovani riprende – continua Crocetta – la selezione se sarà considerata non valida, verrà annullata e tutti i ragazzi potranno partecipare alla nuova. E’ già presente un bando, bisogna solo solo verificare una nuova questione legata ai dati già raccolti che potrebbero essere utilizzati dagli sportelli del lavoro. Va risolta prioritariamente e valutata la possibilità di recuperare tutte le domande presentate al 5 agosto, sia le offerte di tirocinio presentate dalle aziende che le iscrizioni dei giovani».

Salvo Catalano

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