Youth Guarantee: La Regione ‘obbliga’ gli enti formativi a licenziare per legge il personale degli ex sportelli multifunzionali

LA NORMA APPROVATA DALL’ARS APRE A DUE POSSIBILI SCENARI. LAVORATORI IMPEGNATI 12 MESI AL CIAPI E POI ASSUNTI, A RIFORMA DEL LAVORO ATTUATA, NEI CENTRI PER L’IMPIEGO, OPPURE … GLI ENTI FORMATIVI, RIMASTI SENZA COMMESSA, LICENZIERANNO PER GIUSTA CAUSA

Sono due gli effetti sostanziali prodotti dalla modifica dell’articolo 12 della legge regionale n.24 del 26 novembre 2000, norma modificativa approvata nei giorni scorsi dal Parlamento siciliano, su proposta del Governo del presidente Rosario Crocetta.

Non appena si pronuncerà l’Ufficio del Commissario dello Stato (ma si pronuncerà o manderà tutto a Roma in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sullo stesso ufficio del Commissario dello Stato per la Sicilia?), e la norma sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione, il Ciapi di Priolo potrà procedere al bando pubblico per il reclutamento dei mille e 753 ex sportellisti da utilizzare per dodici mesi nelle azioni previste dalla ‘Youth Guarantee’.

Ci sono solamente una quarantina di milioni disponibili, bastevoli per coprire sette mesi di attività. E dopo?

Non c’è problema. Poi però ci penserà la maggioranza del presidente Crocetta ad appostare nuove risorse per completare dodici mesi di attività. L’idea di utilizzare le ‘economie’ rinvenibili dalle rendicontazioni degli Avvisi 1 e 2 del 2010 appare più una legittima aspettativa che concreta soluzione visti i tempi necessari per chiudere i progetti già conclusi. Poi ci sarà la riforma dei Servizi per il lavoro e finalmente l’assunzione definitiva nei ranghi della Regione siciliana di questo personale, peraltro, già negli anni precedenti sottoposto a concorso pubblico regolarmente superato.

Sarà così? Ovviamente noi ce lo auguriamo.

Vi è poi una seconda verità. Approvata la norma che fa fuori per legge gli enti formativi di cui all’articolo quattro della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976, le commesse non potranno più essere destinate al settore privato. Questo significa anche che gli enti formativi, esclusi per legge, provvederanno, in breve tempo, a licenziare il proprio personale dipendente rientrato dopo aver operato negli Sportelli multifunzionali fino allo scorso 30 settembre e successivamente per sei mesi nel progetto Spartacus.

Da quello che trapela, stante a ricorrenti indiscrezioni, al licenziamento ci arriverebbero gli enti senza il preavviso di tre mesi, trattandosi di legittima ‘giusta causa’ indicata dalla stessa legge regionale citata. Ovviamente la procedura attivata sarà quella di cui agli articoli 4 e 24 della legge n.223 del 23 luglio 1991.

Quindi è possibile affermare che, da un lato, il Governo guidato dal presidente Crocetta nei prossimi mesi assumerà a tempo determinato, per un anno e nell’attesa della riforma dei Servizi per il lavoro, mille e 753 operatori ex Spartacus presso il Ciapi per sviluppare il lavoro previsto dal piano della ‘Garanzia giovani’. Il resto si vedrà.

Dall’altro lato, nei prossimi giorni, gli enti strumentali di cui all’articolo 4 della citata legge regionale n.24/76 licenzieranno detto personale.

È questo lo scenario che si prospetta. Non ci esprimiamo e non diamo giudizi. Ci basta solamente raccontare i fatti.

Qualcuno ha pensato che dal 23 aprile scorso questi lavoratori non percepiscono alcuna retribuzione? A chi toccherà pagare, al Governo oppure agli enti formativi?

Ed è anche possibile asserire che, se per un malaugurato inceppamento del consolidato meccanismo politico-parlamentare che vede il governatore della Sicilia chiedere e il Parlamento regionale rispondere, dovesse accadere che i tempi per la riforma del mercato del lavoro dovessero dilatarsi, cosa potrebbe accadere ai mille e 753 lavoratori, nel frattempo sganciati dal settore della Formazione professionale e trascorsi dodici mesi?

Certo è che si tratta di titolari dell’iscrizione nell’Albo del personale della Formazione professionale. Questo dovrebbe salvaguardarli dalla perdita del posto di lavoro. Significherà allora che il Governo regionale troverà un’altra maniera per ricollocarli nei tanti uffici della pubblica amministrazione regionale. Sarà proprio così? Peri i lavoratori e le loro famiglie ce lo auguriamo.

Giuseppe Messina

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