Youth Guarantee: agenzie interinali per 1753 operatori ex Spartacus?

L’APPROVAZIONE DELLA NORMA ALL’ARS DOVREBBE AVER POSTO FINE ALLA VERTENZA E TRACCIATO IL PERCORSO VIRTUOSO PER LA RIPRESA LAVORATIVA. RESTANO DUBBI SUL RAPPORTO DI LAVORO E SULLA GARANZIA OCCUPAZIONALE

Si paventa la possibile ‘somministrazione’ del lavoro per i mille e 753 sportellisti? Non è detto ma potrebbe accadere. Sembra essere una delle possibilità che emergerebbero dalla lettura della norma approvata all’Ars lo scorso mercoledì. Ricostruiamo i fatti.

Con l’approvazione del disegno di legge n.724/A da parte del Parlamento siciliano è stata apportata una modifica all’articolo 12 della legge regionale n.24 del 26 novembre 2000. Sembra chiudersi la vertenza che aveva visto protagonisti di lunghe giornate di protesta mille e 753 operatori ex sportellisti, rimasti privi di occupazione, a partire dallo scorso 23 aprile, al termine dei sei mesi di contratto a tempo determinato effettuati presso il Ciapi attraverso il progetto Spartacus.

Riportiamo di seguito il testo dell’emendamento A.205, modificativo dell’art. 12 della L.R. 24/2000:

“All’art. 12 della L.R. 26 novembre 2000 n. 24 dopo le parole “Nelle more della riforma dei servizi per l’impiego e della formazione professionale” il periodo “l’Agenzia regionale per l’impiego e la formazione professionale ? autorizzata a stipulare convenzioni con gli enti ed organismi previsti dall’art. 4 della legge regionale 6 marzo 1976 n. 24 e successive modifiche ed integrazioni, nell’ambito dei piani finanziati, per l’attivazione di misure di politica attiva del lavoro” ? sostituito dal seguente “limitatamente all’attuazione di specifici progetti formativi e di politica attiva del lavoro, da realizzarsi in house providing, finanziati con risorse statali e/o comunitarie, il Ciapi di Priolo, nel rispetto delle vigenti norme di legge che regolano il reclutamento di personale con le forme contrattuali flessibili, di cui all’art. 36 del D.Lgs 30 marzo 2001 n. 165, è autorizzato ad avvalersi degli operatori degli organismi previsti dall’articolo 4 della legge regionale 6 marzo 1976, n. 24 e successive modifiche ed integrazioni, iscritti all’albo di cui all’art. 14 della medesima L.R. 24/76.”

Con un successivo subemendamento A.205.1 all’emendamento A.205 l’Aula ha votato una ulteriore modifica al testo citato aggiungendo dopo le parole ‘forme contrattuali flessibili’ le parole ‘di lavoro a tempo subordinato’.

Sarà il Ciapi di Priolo, quindi, ad attivare in Sicilia le misure di politica attiva del lavoro in sostituzione degli enti strumentali previsti dall’articolo 4 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976.

Dopo tredici anni, restano così fuori dalla gestione dei Servizi formativi gli enti storici per effetto della decisione, tutta politica, del Governo del presidente Rosario Crocetta di monopolizzare e pubblicizzare il settore.

La garanzia dei posti di lavoro dovrebbe essere raggiunta attraverso l’approvazione della norma.

Almeno ce lo auguriamo per i mille e 753 operatori, che finalmente entro due mesi dovrebbero riprendere l’attività. E poco importa se a Sala d’Ercole si sia assistito ad un ‘teatrino’ imprevisto prima della votazione della norma citata. Quello che conta è che i lavoratori riprenderanno a lavorare.

Qualche considerazione però riteniamo doverla fare in materia di rapporto di lavoro.

Con l’approvazione del citato emendamento il Governo regionale ha introdotto la pubblicizzazione del rapporto di lavoro. Fatto singolare che potrebbe portare all’applicazione di un rapporto di lavoro diverso da quello disciplinato nel Contratto collettivo di lavoro della formazione professionale.

L’articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, richiamato nella norma approvata dall’Ars, prevede il reclutamento, sulla scorta del rinvio all’articolo 35, primo comma, lettera a), ‘tramite procedure selettive, conformi ai principi del comma 3, volte all’accertamento della professionalità richiesta, che garantiscano in misura adeguata l’accesso dall’esterno’.

Sempre l’articolo 36 prevede con riferimento alla flessibilità del rapporto di lavoro, il contratto di lavoro a tempo determinato, il contratto di formazione e lavoro, la somministrazione di lavoro ed il lavoro accessorio di cui all’articolo 70 del decreto legislativo n. 276 del 2003, e successive modificazioni ed integrazioni.

La trattativa precedente all’approvazione dell’emendamento in tema di ‘forme contrattuali flessibili’ ha portato all’inserimento delle parole ‘di lavoro a tempo subordinato’ proprio per evitare che la flessibilità potesse lasciare spazio al Ciapi di attivare contratti a progetto (Cocopro).

Secondo i sindacati, che hanno mediato con il Governo regionale e la commissione Cultura e Lavoro all’Ars, l’aver ‘preteso’ che la norma riportasse il rapporto di lavoro flessibile subordinato avrebbe permesso di escludere il Cocopro, facendo sì che Governo e amministrazione regionale impegnassero il Ciapi ad assumere il personale a tempo determinato.

In questa maniera le tipologie contrattuali previste dal citato articolo 36 del decreto legislativo n.165/2001 si ridurrebbero a due: il tempo determinato o la somministrazione.

Ed allora il dubbio c’è. E se dietro questa operazione politica di modifica dell’articolo 12 della legge regionale n.24/2000 ci fosse qualche interesse specifico?

Resta in piedi, difatti secondo autorevoli indiscrezioni, la possibilità che si paventi la somministrazione di lavoro. Circostanza che porterebbe l’amministrazione regionale ad emettere un bando pubblico rivolto alle agenzie interinali che dovrebbero assumere la commessa per dare in ‘affitto’ il personale al Ciapi. Operazione che non avverrebbe a costo zero, anzi! Le agenzie interinali guadagnano proprio sull’attività volta a selezionare personale adatto per conto delle aziende che ne fanno richiesta (Ciapi in questo caso) e allo stesso tempo trovare una sistemazione al lavoratore che si rivolge a loro. Tutto ciò avviene ad un costo in questo caso per l’amministrazione regionale.

Costo che si potrebbe aggirarsi, da indiscrezioni assunte, intorno ai cinque milioni di euro. L’esclusione degli enti formativi dalla gestione in convenzione del servizio di orientamento potrebbe non rivelarsi più un risparmio. Tutt’altro.

Il costo previsto per gli enti formativi si sposterebbe, in pratica, alle agenzie interinali. Perché? Le cifre spingono a pensare a questa possibile ipotesi. Infatti, nonostante il costo per dodici mesi di impegno lavorativo di mille e 753 operatori si aggiri intorno ai settantadue milioni, la cifra che il Governo metterebbe a disposizione sarebbe di settantasette milioni.

Perché costerebbe cinque milioni in più? Questi soldi servirebbero all’agenzia interinale oppure a pagare un mese in più ai lavoratori?

Lo ripetiamo, in tal caso, i lavoratori diventano dipendenti dell’agenzia che gli ha trovato una sistemazione lavorativa. Quindi, il rapporto di lavoro potrebbe cambiare, così come le tutele. Lo precisiamo, non è detto che accada, ma potrebbe succedere. E visti i tempi, nulla è da escludere.

Potrebbe profilarsi l’ipotesi che l’agenzia interinale procederebbe ad assumere, anche con il Contratto di lavoro della Formazione professionale, i mille e 753 operatori ex Spartacus, i quali diverrebbero dipendenti dell’agenzia interinale e non più dell’ente di formazione. E questo nonostante la norma preveda in capo al Ciapi l’utilizzo ‘degli operatori degli organismi previsti dall’articolo 4 della legge regionale 6 marzo 1976, n. 24 e successive modifiche ed integrazioni, iscritti all’albo di cui all’art. 14 della medesima L.R. 24/76’.

Dal canto suo, il Ciapi dovrebbe essere destinatario di un finanziamento pari a settantasette milioni di euro. Commessa coperta per quarantadue milioni con risorse certe provenienti dalla Youth Guarantee. Mentre i rimanenti trentacinque milioni di euro sarebbero il frutto delle economie di gestione provenienti dall’avviso 1 e 2. Somme che resterebbero velate da aleatorietà viste le difficoltà ad oggi nella chiusura delle rendicontazioni.

Ed allora, se il Ciapi dovesse decidere di somministrare il lavoro Interinale per sei mesi, rinnovando per altri sei mesi, a copertura finanziaria definita, e chiamando soggetti diversi, dato che sarebbe a quel punto svincolato?

Potrebbe accadere che al Ciapi, nel secondo semestre di contratto, non serva tutto il personale, ma solo gli orientatori ed i progettisti. Cosa accadrebbe a coloro che resterebbero fuori? Non è una domanda da poco conto, dato che, nel frattempo i lavoratori non avrebbero più dove rientrare.

A questa conclusione si giunge in seguito alla decisione del Governo regionale di cassare dall’emendamento, poi approvato dall’Ars, come dicevamo, la parte dove si diceva che il servizio nelle more poteva essere affidato agli enti di formazione. Fatto che avrebbe consentito il mantenimento del vincolo con l’ente di appartenenza.

La conseguenza di questo taglio è il possibile licenziamento collettivo degli ex sportellisti dagli enti di formazione di appartenenza, i quali non sosterrebbero neanche il costo del preavviso di tre mesi configurandosi l’ipotesi di ‘giusta causa’ nell’accesso alla procedura prevista dalla legge n.223 del 23 luglio 1991.

Il licenziamento avverrebbe a costo zero. Ed allora non parleremmo più di precarizzazione, quella già c’è, ma di concreta e reale ‘macelleria sociale’.

Scenari che seppur possibili auspichiamo che non si presentino e che i lavoratori, già provati da settimane di incertezza lavorativa e futura, possano trovare collocazione lavorativa ed il Governo regionale concretamente tutelarne le posizioni.

(Foto di prima pagina tratta da mattinonline.ch)

Giuseppe Messina

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