Nel 1995 erano sul palco dell’Ariston per la finalissima di Una voce per Sanremo. Nati musicalmente solo un anno prima, avevano già portato le loro canzoni «scritte nello slang dialettale attuale» in diversi locali dell’hinterland etneo. Dopo quattro anni di silenzio – con una formazione diversa e con nuove sonorità – tornano in scena per presentare Voria, il nuovo album. Loro sono i Matermatuta, gruppo catanese di musica popolare, e per iniziare il nuovo percorso artistico hanno scelto la cornice della suggestiva piazza Duomo di Acireale. L’appuntamento è fissato per il 12 agosto nella città dei cento campanili. «Ci siamo presi una pausa un po’ per seguire le nostre rispettive vite e un po’ per maturare un bagaglio di storie e conoscenze diverse», racconta Umberto Arcidiacono, voce e fisarmonica dalla band. Da poco anche percussionista ed esperto di ukulele. «Adesso sappiamo che questo è il momento giusto per essere davvero liberi di esprimere quello che vogliamo, in un album che ha il pregio di essere fortemente sperimentale», afferma.
Maurizio Scaminante sta alle chitarre e alla mandola, Ambra Scamarda al basso, Giuseppe Di Stefano alla batteria e la voce è di Silvia Puglisi. «Lavoriamo tutti di e con la musica – spiega Arcidiacono – e il nuovo progetto è il frutto di una riflessione lunga tre anni». La formazione attuale è per metà nuova rispetto a quella storica dei Matermatuta. La precedente ha all’attivo ben otto pubblicazioni tra album e compilation, vantando presenze in rassegne nazionali e internazionali. «Grazie alle affinità che si sono create con i nuovi componenti siamo riusciti ad agganciare altre sonorità», spiega Arcidiacono. E aggiunge: «Lo stile non cambia e di certo non ci siamo messi a fare cover o a proporre brani di altri, semplicemente abbiamo altro da dire».
Musica classica, jazz, funky, elettronica, digitale. Sono queste le influenze di Voria, diviso tra world music e canzone d’autore, musica popolare e tecnologia, antico e moderno. Ad amalgamare il disco «prettamente acustico», strumenti musicali come il pandeiro e il cajon, e le digital musics apps dei tablet. Voria «è il vento che arriva e porta via tutto, spazza, fa voltare pagina e permette di ricominciare», racconta Arcidiacono. E questo è sia il messaggio della raccolta che una dichiarazione d’intenti della band, in un percorso di cesura e continuità tra passato e presente. L’album segue diversi filoni tematici per raccontare «le emozioni del nuovo millennio», puntualizza Arcidiacono. In un brano i Matermatuta cantano la lotta alla pena di morte, in un altro la guerra di Bosnia ed Erzegovina. C’è spazio anche per i sentimenti e l’intimità nell’ultimo lavoro della band catanese, con amori non corrisposti e ninne nanne scritte per figlie appena nate. «Abbiamo messo un po’ del nostro background personale in ciascuna canzone», sostiene Arcidiacono.
La promozione del disco parte giorno 12 con l’appuntamento acese. Il 19 agosto i Matermatuta saranno invece a Milo, ma Arcidiacono ammette: «Oggi è un momento difficile per la musica in generale, noi manchiamo da tanto tempo e dobbiamo trovare i canali giusti per farci sentire in maniera non superficiale». E conclude: «Ci piace fare accomodare il nostro pubblico, dopo averlo accolto a un nostro concerto. Dunque cercheremo location adatte e molto particolari».
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