Si è svolto questa mattina, nel serra-presidio di Piazza Gramsci a Vittoria, l’atteso consiglio comunale aperto per discutere della crisi agricola e dell’emergenza aste giudiziarie. Ultimato lo sciopero della fame di Rosetta Piazza, ricoverata a seguito di un malore e presente questa mattina, a prendere il suo posto è stato l’agricoltore Fabrizio Licitra. La protesta, comunque, alla luce della discussione odierna, non si ferma, anzi. «Dalla prossima settimana – ha annunciato il presidente di Riscatto Sicilia, Maurizio Ciaculli – in 50 inizieremo uno sciopero della fame di massa e continueremo a oltranza perché, prima che si vada alle elezioni regionali e nazionali, la politica deve impegnarsi per farci ottenere quella moratoria che chiediamo da anni. Fermatevi – chiede Ciaculli alla classe politica e alla Chiesa – perché qui la macelleria sociale sta diventando ancora più imponente, e se succederà qualcosa a uno solo di noi chiunque potrebbe fare qualcosa ci avrà sulla coscienza».
Tuttavia, buona parte della deputazione iblea stamattina era assente. C’erano gli onorevoli Maria Lucia Lorefice e Massimo Artini del Movimento 5 stelle, i senatori Giovanni Mauro (Gal) e Venerina Padua (Pd); mentre per la Regione solo Vanessa Ferreri (M5s). Presente anche il leader dei Forconi, Mariano Ferro, quasi tutti i consiglieri comunali vittoriesi e i sindaci di Vittoria, Acate e Santa Croce Camerina. Per quest’ultima Franca Iurato che ha dichiarato: «La vicenda è complessa, ma se è vero che la crisi agricola genera il fenomeno delle aste, è altrettanto vero che sono due ambiti distinti. La crisi agricola è profonda e non semplice da risolvere – ha continuato la prima cittadina – ma qui c’è, prima di tutto, l’emergenza alloggiativa di tante famiglie che, dall’oggi al domani, vengono buttate fuori di casa per una devianza del sistema delle aste».
Iurato ha poi aggiunto di riconoscere «il sacrosanto diritto dei creditori ad avere indietro i propri soldi ma non è possibile speculare su questo stato di necessità svalutando un immobile e vendendolo per meno della metà del valore reale». Seconda la sindaca di Santa Croce, «lo Stato deve preoccuparsi di trovare una soluzione e farsi carico di queste persone, ma è fondamentale che sia la magistratura, direttamente e urgentemente, a fare chiarezza su questi meccanismi perversi, andando a spulciare tra gli atti e cercando di capire dove la macchina si inceppa e genera mostri. Mischiando tutto – ha concluso – si crea solo confusione».
A questo proposito, Ciaculli ha ribadito come da tempo si chieda, inutilmente, un’ispezione al tribunale di Ragusa. Infine un appello ai sindaci: «Sono bravi a dire che gli agricoltori devono lavorare in rete e aggregarsi, ma loro poi sono i primi a non farlo. Perch una cosa è che sia solo un sindaco ad alzare la voce in nome di questa battaglia, un’altra è che lo facciano centinaia di sindaci. Quello di questa mattina – ha concluso il presidente di Riscatto Sicilia – è stato solo un passaggio obbligatorio e democratico, ma noi non deleghiamo nessuno a incontrare il ministro per l’Agricoltura e la Commissione nazionale antimafia. Continueremo a portare avanti con forza la nostra battaglia».
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