Vittoria, arrestato consigliere per sequestro bracciante Picchiato con un bastone per aver rubato una bombola

Se le accuse nei suoi confronti non fossero tanto gravi, verrebbe da dire che non c’è pace per il consiglio comunale di Vittoria. La polizia ha
arrestato Rosario Dezio, imprenditore agricolo di 41 anni, che occupa uno scranno all’interno del consesso civico. 

L’uomo è accusato di maltrattamenti nei confronti di tre suoi dipendenti e sequestro di persona. La violenza sarebbe stata indirizzata nei confronti di lavoratori rumeni, soprattutto un uomo, che il giorno successivo è riuscito a denunciare tutto e a fare scattare le manette. Dai controlli effettuati all’ospedale Guzzardi, sono emerse fratture e lesioni gravi che guariranno non prima di 45 giorni. I fatti oggetto dell’indagine della procura di Ragusa si sarebbero verificati il 13 febbraio. Il gip del tribunale ha disposto gli arresti domiciliari, anche se non ha ravvisato il pericolo di fuga.

A far scattare la violenza sarebbe stato il fatto che l’operaio, di notte, per scaldarsi, si era impossessato di una bombola di gas trovata nel magazzino dell’azienda agricola di Dezio, già nota alla squadra mobile in quanto controllata nell’ambito del contrasto al caporalato e allo sfruttamento della manodopera. Dezio lo ha picchiato prima a mani nude e poi con un bastone, lo ha minacciato esplodendo alcuni colpi con il proprio fucile – regolarmente detenuto e ora, ovviamente, ritirato – per poi l’indomani tornare a cercarlo. Quando lo ha trovato, in un casolare abbandonato, lo ha ricondotto in azienda e sequestrato per due ore, legandolo mani e piedi e appendendolo a una trave per immobilizzarlo e colpirlo con un bastone. A liberarlo, dopo circa due ore, è stato un familiare di Dezio, che ha partecipato alle violenze ed è stato denunciato insieme ad altre due persone, tra cui un altro dipendente dell’azienda. Agli agenti del commissariato di Vittoria, dove la vittima si è recata per sporgere denuncia, è stata raccontata una storia di violenza inaudita non solo nei suoi confronti ma anche di altri due connazionali, picchiati insieme a lui seppur non con la stessa brutalità.

Dezio è entrato in consiglio comunale con la lista 
Nuove Idee che è subentrato a Fabio Nicosia, in quanto primo dei non eletti alle ultime Amministrative. Nicosia, dimissionario a seguito della vicenda giudiziaria Exit Poll, era stato sostituito a fine settembre da Dezio, che era stato consigliere comunale anche nella passata legislatura, tra le fila del Partito democratico

In merito al fermo di Rosario Dezio, interviene il suo legale, l’avv. Giuseppe Russotto.
«Alla fine dello scorso mese di gennaio una delle tre aziende Dezio subisce una grave perdita economica; una serra estesa 18.500 mq. circa viene aggredita e distrutta dal gelo perché non si riesce ad accendere le stufe, rivelandosi i fusti che erano pieno di nafta agricola del tutto vuoti. Si sospettano furti, per cui si inizia ad indagare. La sera del 13 febbraio Rosario Dezio si apposta a distanza di una serra; intravede due individui con torce elettriche, che girano all’interno della serra e che si accingono a rubare la nafta; distratto dal rumore di bombole che urtano fra loro, si sposta nel vicino deposito, dove constata la presenza di uno dei suoi dipendenti, che viene fuori dal tetto del deposito ove era stato praticato un buco, avendo già preparato 4-5 bombole di gas da portare via. Lo affronta ed ha la meglio. L’indomani mattina prova a capire chi siano i concorrenti nel reato di furto, aggravato e continuato, sia di bombole di gas che di nafta agricola; scopre che fra i collaboratori del primo c’è uno di fiducia, di origine niscemesi, da anni dipendente, che riceve gratis sia bombole che nafta, mentre un altro ha il pieno di nafta agricola nella sua auto e confessa il furto, indicando dove può trovare gli altri due; sono a Vittoria negli spogliatoi del campo di calcetto attiguo al mercato dei fiori, altro che casolare!

Sul posto si reca anche il cognato di Dezio per evitare aggressioni; parlano con i due rumeni ed insieme tornano in azienda per capire tramite un confronto chi rubava e chi no. In azienda quello con le lesioni più gravi si apparta con Dezio Rosario perché vuole fargli delle rivelazioni, ma quando sono soli gli fa capire che non si può permettere il lusso di licenziarlo perché è protetto da una organizzazione di rumeni e che deve rassegnarsi alla perdita. Dezio reagisce e colpisce ancora una volta, ma senza alcuna arma, non gli necessita, né alcun sequestro perché le corde si trovano in deposito per l’attività lavorativa. Questi i fatti, cui sono estranei i parenti di Dezio Rosario, introitati nella questione perché così hanno voluto i ladri. La questione è sub judice, ma allo stato rimangono gli indizi, mentre dei furti tentati il Dezio ha fatto anche le foto ed un video con il telefonino, sonoro compreso. Resta il fatto che il Gip non ha convalidato il fermo, difettando il pericolo di fuga, ma ha applicato la misura cautelare in casa, temendo altri atti di violenza. Questa non è giustificata, né giustificabile; ma la reazione è certamente comprensibile, specie dopo aver perso decine di migliaia di euro per la gelata di una notevole quantità di prodotto a causa dei furti, regolarmente denunciati senza alcun esito. La polizia fa bene a ringraziare le vittime che denunciano, ma farebbe altrettanto bene a domandarsi se in questo caso la vittima non sia anche la famiglia Dezio e se i rumeni per meglio difendersi dal tentato furto non abbiano di proposito gonfiato le gesta di Dezio».

Valentina Frasca

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