Vincenzo Cerami si racconta

Giovedì 13 maggio ’04, nell’auditorium della nostra facoltà, si è svolto un incontro molto interessante con uno degli sceneggiatori italiani più apprezzati: Vincenzo Cerami, in occasione della  realizzazione di un laboratorio di scrittura teatrale e cinematografico, coordinato da Ezio Donato, e per presentare l’uscita in questi giorni dell’ultima commedia di Cerami “Il comico e la spalla”.
Il rettore Latteri introduce l’incontro con un breve discorso sull’importanza di tali attività; sul bisogno di far diventare questi incontri sempre più frequenti per raggiungere alti livelli e vedere l’università come un punto di riferimento.
Stessi concetti ripetuti da Ezio Donato e dai presidi delle rispettive facoltà di lettere e filosofia, e di lingue: Mineo e Pioletti che, in aggiunta a quanto detto, sottolineano la fortuna di cui godono le nostre facoltà che ogni hanno creano e propongono sempre più laboratori, e segnano nuovi approcci in merito alla formazione e alle nostre esperienze.
Il professor Gioviale ci parla poi della commedia “Il comico e la spalla”: uno spettacolo che affonda nella vita dei suoi personaggi con “leggerezza” ma anche con tanta emozione.
La vicenda è incentrata sul rapporto professionale e personale, quasi morboso, di due attori (Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina), rapporto che sarà sconvolto e messo in crisi da una giovane donna (Aisha Cerami). La figura del comico e la spalla è una figura classica; Il comico è colui che affronta apertamente Il suo pubblico, la spalla chi nell’ombra conduce Il gioco.

“Solo attraverso la comunicazione di emozioni posso raccontare qualcosa, posso metter parole la dove non ci sono.Questo è il compito dello scrittore”. E’ così che Cerami sceglie di prendere la parola e con tono ironico e divertente ci spiega cosa significa per lui la scrittura, quanto è importante che questa sia creativa ed espressiva, in modo da trasdurre in parole i segni determinati da esperienze personali e sensazioni.
Poi, tornando indietro negli anni, Cerami racconta alcune sue esperienze: il suo rapporto col teatro, il legame con Benigni, la sua ammirazione per Nicola Piovani e in particolare l’esperienza che lo ha introdotto nel mondo dell’arte, l’importanza di aver avuto come insegnante di letteratura Pier Paolo Pasolini.
Riguardo alla sua commedia, aggiunge solo di aver voluto rappresentare i suoi personaggi nel momento del ‘blocco’ interiore, quando devono decidere se chiudere la porta e vivere nella repressione perenne di restare ciò che sono o staccarsi, per rompere quest’equilibrio ed entrare in una nuova realtà da soli.
Intervengono inoltre i due attori protagonisti, “comico e spalla” anche nella vita, che con una gag improvvisata ci raccontano come questa commedia li abbia fatti riavvicinare dopo cinque anni di separazione.
Cerami saluta e ringrazia tutti e avvolto da sorrisi e un lungo applauso si congeda.

Appuntamento dal 21 maggio al 9 giugno al Teatro Verga per “Il comico e la spalla”.

Biografia di Vincenzo Cerami

Nato a Roma nel 1940, ha come insegnante di lettere nella scuola
media di Ciampino Pier Paolo Pasolini, che lo introduce all’amore per
la letteratura e la poesia.
Nel 1966 è aiuto regista dello stesso Pasolini per “Uccellacci e
uccellini”; è del ’76 il suo primo romanzo “Un borghese piccolo
piccolo”, segnato da una positiva accoglienza della critica e portato
l’anno dopo sullo schermo da Mario Monicelli.
Ha così inizio una carriera ricchissima e poliedrica, della vastità
della quale è difficile dar conto; limitandosi al cinema, egli è
autore di soggetto e sceneggiatura per “Casotto” (1977) di Sergio
Citti, col quale firma pure “Il minestrone” (1981) e ” Mortacci”
(1988).
Delle sue moltissime collaborazioni alla scrittura, ricordiamo quella
con Gianni Amelio per “Colpire al cuore” (1982), “I ragazzi di via
Panisperna” (1989) e “Porte aperte” (1990); con Marco Bellocchio per
“Salto nel vuoto” (1980) e “Gli occhi, la bocca” (1982); con Giuseppe
Bertolucci per “Segreti, segreti” (1984), con Francesca Comencini per
“Pianoforte” (1985), con Ettore Scola per “Il viaggio di Capitan
Fracassa” (1990), con Antonio Albanese per “Uomo d’acqua dolce”
(1997) e “La fame e la sete” (1999).
Di grande successo, inoltre, i suoi script ideati assieme a Benigni:
“Il piccolo diavolo” (1988), “Johnny Stecchino” (1991), “Il mostro”
(1994), “La vita è bella” (1997).
Nel 2001 torna alla narrativa con Fantasmi, edito da Einaudi.

Luisa Salici

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