«Rispetto la volontà elettorale dei cittadini di Catania, ma se, alla luce di questo risultato referendario, Enzo Bianco decidesse di dimettersi di certo non ci strapperemmo i capelli». Nello Musumeci ne è certo, quello di ieri notte è l’inizio di una pesante sconfitta politica per il Partito democratico nazionale e, in particolar modo, per i suoi principali esponenti siciliani. Che, proprio nella fase della campagna referendaria, hanno sostenuto con forza le ragioni del Sì. Per il presidente della commissione regionale Antimafia, la prima testa a dover saltare dovrebbe essere quella dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei, reo di aver fatto «terrorismo psicologico alla vigilia del voto, promettendo la stabilizzazione dei precari».
«Renzi deve prendere atto che la politica del fumo, a Catania e in Sicilia non da i suoi frutti – dichiara Musumeci – Ci hanno sommerso di miliardi in questi giorni, ma ancora non si è aperto un cantiere. Questo risultato dovrebbe determinare una pausa di riflessione per chi ha responsabilità di governo». Seduto al tavolo della sala stampa della sede etnea dell’Ars insieme a un sorridente Raffaele Stancanelli, il leader del movimento politico Diventerà bellissima inaugura così la campagna per la conquista di palazzo d’Orléans. Lanciando alcune proposte di riforme a livello regionale e dichiarando il suo atto d’accusa nei confronti dell’asse Crocetta-Bianco-Udc.
«I miei amici mi hanno indicato, hanno fatto il mio nome e io ne sono lusingato, ma il candidato del centro destra deve essere scelto attraverso le primarie, o con una serie di sondaggi», afferma, anche se l’ex sindaco di Catania, qualche minuto prima non aveva dubbi. «Noi abbiamo un’idea ben chiara di chi sarà» facendo intendere che i giochi, ormai, sono fatti. «Chiunque sposerà il nostro progetto è benvenuto, anche se è certo che non accetteremo nessuno che ha avuto a che fare con Crocetta e i suoi alleati». Il riferimento, neanche tanto velato, è all’Udc-Ncd, che viene invitato non avanzare proposte. «Unni ta fattu a’stati ti fai u’nvennu», scherza Musumeci.
Un’ipotesi, quella delle elezioni regionali, che secondo i due esponenti di destra potrebbe concretizzarsi in concomitanza con il prossimo appuntamento nazionale, «in modo da risparmiare denaro e tempo», commentano. A non salvarsi dalla scure dell’ex presidente della provincia di Catania è anche il sindaco Enzo Bianco, «vero sconfitto» dal dato referendario. «Solo chi non sa leggere tra le pieghe della politica può sottovalutare questo voto – spiega ancora Musumeci – In una città condotta da un sindaco renziano, il 75 per cento del No è un segnale forte. Non sono servite le continue passerelle organizzate per il premier – conclude – né l’endorsment di diversi ambienti istituzionali. Bianco ha il dovere di cambiare marcia». Un cambiamento che, almeno per il momento, non prevede nessun nome per la candidatura a sindaco del capoluogo etneo. E a chi pensa alla presenza di Stancanelli in conferenza stampa come possibile indizio, lo stesso ex sindaco risponde: «Non ci penso proprio, né umanamente né politicamente. Aiuterò Nello a livello regionale – conclude – dove posso dare meglio una mano».
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