La Villa romana del Casale di Piazza Armerina adesso può davvero cambiare volto. Dopo un lungo e travagliato iter, il mega progetto da 9,7 milioni di euro per il restauro è stato inserito nella graduatoria definitiva degli interventi da finanziare con il fondo europeo Po-Fesr 2014-2020. Un momento atteso da chi gestisce il sito patrimonio Unesco e il quarto più visitato di Sicilia. «Quest’estate – spiega la direttrice Giovanna Susan a MeridioNews – abbiamo lavorato come matti e siamo riusciti a ottenere il massimo finanziamento possibile. Questo progetto, quando sarà ultimato, renderà fruibile nuovi spazi all’interno della villa e migliorerà l’accessibilità al bene».
Il progetto presentato dal parco archeologico che gestisce pure Morgantina ha ottenuto il punteggio più alto tra quelli ammessi. Sono due le linee d’intervento su cui nei giorni scorsi l’assessorato ai Beni culturali ha pubblicato le graduatorie definitive. Nell’azione 6.7.1 (in cui primeggia la Villa del Casale) ci sono anche due progetti catanesi (il restauro della chiesa di San Francesco Borgia con 588mila euro e l’adeguamento strutturale del grande anfiteatro romano per 4,6 milioni); due siracusani (la valorizzazione della Galleria di Palazzo Bellomo con 601mila euro e la sistemazione delle aree esterne all’area archeologica di Palazzolo Acreide con 845mila euro); uno a Palermo (la valorizzazione dell’area archeologica di Monte Iato con 1,3 milioni di euro), e uno a Messina (relativo al sito archeologico di Halaesa Arconidea con 3,1 milioni). Totale circa 21 milioni di euro.
Tornando al progetto della Villa del Casale, i quasi 10 milioni di euro serviranno per ricominciare il restauro dei mosaici dal punto in cui si era concluso quello del 2012. «Le zone del triclinio, delle terme, della palestra e del frigidarium – spiega l’architetto Susan – non erano state toccate allora, con questo progetto riusciremo ad aprire al pubblico nuove aree; realizzeremo nuove coperture sui mosaici, togliendo quelle vecchie in plexiglass che sono rimaste in determinate aree e che hanno contribuito a causare il degrado delle superfici. Quindi verranno costruite altre passerelle per la fruizione dei turisti».
Ma non solo. Il progetto prevede anche di migliorare l’esterno del sito: togliere il cemento nella zona del peristilio e sostituirlo con superficie a verde, una complessiva sistemazione del sistema di drenaggio delle acque, nuova illuminazione, sistemazione del suolo soggetto a erosione, nuovo sistema di videosorveglianza. Un restyling importante, dunque, che dovrebbe cambiare il look alla Villa.
Il progetto era stato inserito in un primo momento tra gli interventi da finanziare con il Patto per il Sud (il documento firmato da Renzi e Crocetta), per poi essere improvvisamente cancellato nella rimodulazione del masterplan effettuata dalla Regione a fine 2017. Da qui le preoccupazioni sia dei vertici del Parco Archeologico che dell’intera comunità di Piazza Armerina. Si arriva quindi alla soluzione di definire un progetto da presentare per la graduatoria del Po-Fesr 2014-2020. «Dovevamo ultimare il lavoro entro agosto e ce l’abbiamo fatta», sottolinea Susan.
Al momento esiste dunque il progetto definitivo. Da quando l’assessorato ai Beni culturali pubblicherà i decreti di finanziamento, dovranno partire le operazioni per redigere quello esecutivo, a cominciare dalla nomina dei tecnici necessari. «Non possiamo dare date certe di inizio o fine lavori, dipende dai tempi dell’assessorato», aggiunge la direttrice del parco.
Intanto i dati degli ultimi mesi sui turisti al sito Unesco sono più che positivi. Dall’1 maggio al 15 settembre circa 185mila persone hanno visitato la Villa, «con un notevole incremento rispetto all’estate dell’anno precedente», fanno sapere dagli uffici amministrativi. Ma molto resta ancora da fare e i problemi non si esauriranno con il restyling. «Il principale – continua Susan – resta quello del personale: ho appena 12 custodi per la Villa, cioè non più di due a turno, uno per la biglietteria e uno per obliterare. All’interno del sito non c’è nessuno, non ho nemmeno qualcuno che possa accompagnare un disabile».
Un paradosso se si pensa che nel sito di Centuripe, che fa parte dello stesso parco archeologico, di custodi ce ne sono venti. «Ma non li posso spostare per legge, perché la distanza supera i 50 chilometri», ricorda la direttrice che da anni chiede di cambiare questo sistema o di assumere nuovo personale. «Ma finora – conclude – nessuno è riuscito a risolvere il problema».
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