Vietato Milingo. E pure il Vangelo

Mentre Papa Benedetto XVI raggiungeva il palco del Giardino Inglese di Palermo, gremito da una folla di più di 4000 persone, su You Tube veniva pubblicato un video che in pochi secondi faceva il giro del web: la ripresa di un gruppo di agenti della Digos che rimuoveva un striscione di protesta dalla vetrina di una libreria, poi entrava all’interno portando via altro materiale ritenuto offensivo. In sottofondo, le urla allibite del proprietario: «Questa è casa mia!». La libreria si chiama Altroquando, una delle prime fumetterie di Palermo, e la scritta affissa sulla vetrina recitava: “I love Milingo”. Per chi non lo ricordasse, Milingo è quel monsignore scomunicato dalla Chiesa per essersi sposato. C’è chi ha bollato questa mossa come pura pubblicità, chi come provocazione gratuita. Noi abbiamo sentito il proprietario della libreria, Salvatore Rizzuto Adelfio, che ha voluto spiegare così il motivo del gesto: «Noi siamo convinti che la satira e l’ironia sono delle armi utili. Se qualcuno la chiama provocazione la chiami pure così. Ma non è certo “gratuita”. Noi spesso paghiamo per le nostre scelte».

Ma la Polizia che vi ha detto? Vi hanno spiegato il motivo della loro azione?
«No. Hanno detto solo che lo striscione era offensivo e andava tolto. Hanno tolto lo striscione, ma non solo: anche due locandine della mostra dal titolo “La papa mobile del futuro”, organizzata insieme all’associazione “Scomunicazione”. Poi, dentro, un poliziotto stava per sequestrare anche un picoglass con la locandina della mostra appesa all’interno del negozio. Da qui parte il filmato. Abbiamo deciso di presentare denuncia dell’accaduto alla Magistratura».

Insomma, una polizia in stato d’allerta che si scaglia contro il semplice diritto a esprimere il dissenso. Una scena degna della peggiore delle distopie. Nel frattempo, la messa celebrata da Papa Ratzinger proseguiva senza intoppi, preventivamente bloccati dalle imponenti misure di sicurezza, come ci racconta Mario Cirincione. Insieme a un gruppo di protesta nato su Facebook, Cirincione, docente precario di 27 anni, aveva deciso di recarsi alla visita del Papa portando con sé un cartellone: «L’avevamo sotto braccio. Volevamo portarlo con noi tra la folla. C’era scritto “2,5 milioni di euro buttati nella munnizza? Magari”», con riferimento alla presunta spesa che sarebbe stata impiegata per l’organizzazione della visita.

Cirincione, ci racconta cosa è successo?
«La Digos ci ha fermato per un controllo dei documenti (per alcuni l’attesa è durata anche due ore) e ci hanno sequestrato il cartellone. Alla mia richiesta di spiegazioni, visto che non c’era riportato nulla di offensivo, il vice-questore mi ha risposto: “Perché è così”. Inoltre, alcuni ragazzi del nostro gruppo sono stati privati dei 3 striscioni che avevano con sé”. Adesso, sto meditando di organizzare un’azione comune per protestare contro la negazione del nostro diritto ad esprimere il nostro pensiero, diritto sancito dalla Costituzione. Inoltre ho intenzione di contattare Giovanni Bruno, esponente del Pd Sicilia, che ha manifestato indignazione per questi episodi».

Tra gli episodi del genere, c’è anche quello di uno striscione rimosso da un’abitazione privata: «La mia casa sarà casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri», era la scritta. Una frase considerata provocatoria e fatta sparire per ordine della polizia; anche se le parole erano una citazione dei Vangeli di Matteo, Marco e Luca.

Nel pomeriggio la visita di Papa Ratzinger si è spostata a piazza Politeama, dove si è tenuto un incontro più informale, alla presenza di molti giovani. Valentina Riolo, studentessa catanese presente all’incontro insieme al suo gruppo scout, racconta l’incontro in termini positivi: «Il Papa è comparso nel palco di piazza Politeama ed ha parlato di alcuni esempi di santità incoraggiando a seguirli. In particolare, ha parlato di una ragazza che aveva affrontato la malattia mantenendo il sorriso, Chiara Padano, morta a 19 anni. L’incontro è stato più diretto rispetto alla Messa della mattina, e l’atmosfera era più sciolta e informale. Inoltre, prima dell’incontro, il cantante dei Tinturia si è esibito sul palco».

Insomma, nonostante le critiche la visita è stata un successo?
«Sì, anche perché il Papa è sembrato molto più comunicativo rispetto all’incontro a Colonia, cui ero stata presente. Le persone erano molto coinvolte. Ed ha incoraggiato tutti noi a combattere contro la mafia e affrontare la vita con coraggio».

E cosa ne pensi di questi episodi di censura nei confronti di chi ha protestato?
«Come cristiana, sono totalmente contraria a queste forme di censura. Quella della libreria Altroquando era una provocazione che si poteva evitare, perché poteva scatenare disordini, però deve essere la persona stessa a evitarlo, non è possibile che te la strappino via i poliziotti».

Insomma, luci e ombre di una visita che di certo non ha lasciato indifferenti, che ha lasciato soddisfazione e orgoglio tra i fedeli, ma anche tanti strascichi e polemiche, data la poca disponibilità a “contestualizzare” un dissenso che, comunque la si pensi, è ancora lecito in uno Stato democratico.

Roberto Zito

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