Cronaca

L’ultimo video dell’operaio messinese morto nell’incidente ferroviario: «Se dico “treno”, andate di là»

«Ragazzi, se vi dico “treno” andate da quella parte, eh». Un video di poco più di sei minuti che era rimasto salvato tra le bozze dei contenuti da pubblicare su Instagram nel profilo social di Kevin Laganà, l’operaio messinese che è la vittima più giovane dell’incidente ferroviario lungo la linea che collega Torino Milano, tra Chivasso e Brandizzo. Immagini girate nella tarda serata del 30 agosto, poco prima che il treno a 160 chilometri orari arrivasse a investire e uccidere i cinque operai. Un incidente per cui ora sono indagati dalla procura di Ivrea, che ipotizza il dolo, Antonio Massa – addetto di Rfi – e Andrea Girardin Gibin – capocantiere della ditta Sigifer – gli unici due sopravvissuti. Un video inedito che è stato recuperato dai familiari del 22enne, che erano in possesso delle password del dispositivo, e consegnato alla procura dall’avvocato Enrico Calabrese che assiste i familiari di Laganà.

All’inizio della ripresa, si vede il 22enne con una maglietta arancione, una torcia appesa al collo e la sigaretta in bocca. Dalla posizione di selfie, la telecamera del cellulare viene girata e inquadra i binari del treno su cui gli altri colleghi hanno già iniziato a lavorare. «Non abbiamo neanche l’interruzione ancora», dice Laganà che poi saluta sorridendo gli utenti da cui sarebbe stato visto il video che, invece, è rimasto non pubblicato. «Ciao ragazzi, ci vediamo alla prossima. Metterò un TikTok tra un paio di giorni». Toni sereni e un clima che sembra rilassato, senza nessuna preoccupazione. Non immagina che, di lì a poco, un treno investirà a morte lui e altri suoi quattro colleghi impegnati nei lavori di manutenzione dei binari.

Un contenuto recuperato dal profilo social di una delle due vittime siciliane (l’altro è il 53enne Giuseppe Saverio Lombardo originario di Marlasa, in provincia di Trapani) da cui sembra chiaro che la squadra sarebbe stata messa al lavoro sui binari pur con la consapevolezza che da lì sarebbero ancora passati dei treni. Intanto, continuano le indagini e gli accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto e per risalire alle eventuali responsabilità di quello che pare non essere un episodio isolato ma una prassi consolidata. Intanto, i pubblici ministeri hanno già intervistato una testimone chiave della vicenda: la dipendente di Rfi che la sera del 30 agosto dalla sala controllo di Chivasso per tre volte ha avvertito di non occupate i binari perché da lì sarebbero ancora passati degli altri treni. Alla quarta telefonata ha saputo che «sono tutti morti».

Marta Silvestre

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