Il proprio sostegno social a Israele e la condivisione su Facebook di una dichiarazione di Luciano Violante sull’imparzialità dei magistrati. Matteo Salvini continua con la strategia del silenzio sul caso del video, postato giovedì mattina, in cui si vede la giudice Iolanda Apostolico in una manifestazione al porto di Catania. Un filmato risalente all’agosto 2018 che ha sollevato più di un dubbio sulla provenienza, aprendo alla possibilità che l’autore possa essere qualche appartenente alle forze dell’ordine. Impegnate quel giorno – polizia e carabinieri insieme – a presidiare il molo di Levante per la presenza della nave Diciotti con quasi 200 migranti a bordo. Mercoledì prossimo il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, sarà al question-time in commissione Affari costituzionali della Camera per rispondere alle interrogazioni dei deputati. Il primo a muoversi, sempre giovedì, è stato il pentastellato Luciano Cantone. Poi seguito a ruota da altri politici tra cui i parlamentari Angelo Bonelli e Filiberto Zaratti, che hanno presentato un esposto alla procura di Roma.
Nel tardo pomeriggio di ieri sulla vicenda è intervenuta la questura di Catania attraverso una nota. Poche righe che di fatto non sono servite a chiarire i contorni della vicenda. Il video, sostengono dalla polizia, non è negli archivi ufficiali dell’evento senza però smentire in maniera esplicita che il filmato non provenga dalle forze dell’ordine. Posizione che lascia tanti punti interrogativi. Anche perché quel giorno era assolutamente vietato muoversi liberamente a giornalisti e cittadini. I primi potevano stare o in mezzo ai manifestanti o nella parte alta della banchina. In mezzo c’era un cordone di forze dell’ordine, lo stesso in cui era presente la mano misteriosa che quel giorno inquadrava la giudice del tribunale di Catania.
Un particolare che ridimensiona dichiarazioni come quelle della deputata della Lega Simonetta Matone: «Mi domando se il comportamento da stigmatizzare sia quello del magistrato che va in piazza a protestare contro le forze dell’ordine, o quello garantito del tanto invocato diritto di cronaca di documentare un evento pubblico realmente accaduto. Forse doveva rimanere nascosto? Evidentemente chi adombra il dossieraggio non sa di cosa parla. Oppure è un vero esperto della materia». Sulla stessa linea Sara Kelany, deputata e responsabile Immigrazione di Fratelli d’Italia: «Le manifestazioni, per loro natura, sono cose pubbliche, che vengono sempre riprese anche amatorialmente».
A chiedere chiarimenti, parlando con i giornalisti a Foggia, è anche l’ex presidente del Consiglio e leader Cinque stelle Giuseppe Conte. «La Digos fa sempre dei filmati quando ci sono delle manifestazioni, ma come poi arrivano questi filmati a un ministro delle infrastrutture che non c’entra nulla? Salvini chiarisca come e perché ha avuto quei filmati. Quei filmati sono stati realizzati dalla Digos e sono nella disponibilità delle forze di polizia per altri compiti, non per attaccare i magistrati».
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