Viagrande, l’isola ecologica della discordia «Vogliono farla tra case e impianti sportivi»

Sembra essere arrivata a un punto di arrivo la costruzione della tanto discussa isola ecologica di Viagrande. Dopo un iter deliberativo che affonda le sue radici nel 2011, nell’agosto di quest’anno è stato consegnato il progetto definitivo che invididua l’area del palazzetto dello sport comunale come spazio idoneo per la realizzazione della struttura. Un’opera per la quale il Comune, dopo un’iniziale previsione di spesa di 450mila euro in via Dietro Serra – dove già è presente anche un centro di stoccaggio provvisorio dei rifiuti differenziati – ha previsto ora un risparmio di circa 265mila euro, spostando però gli impianti in via Poio, nell’area che sarebbe stata destinata al parcheggio dei campetti

Un cambio per il quale, questa volta, i tecnici calcolano una spesa di circa 200mila euro e che, come prevedibile, ha sollevato un vespaio di proteste tra i cittadini proprio per la scelta dell’area. Lo spazio sarebbe infatti vincolato dal piano regolatore come zona di emergenza della protezione civile. Ma non solo. «Ci troviamo in un territorio residenziale soggetto a vincolo ambientale e paesaggistico – scrive il Comitato per un isola ecologica compatibile – È un’idea davvero incongruente».

La decisione, secondo i cittadini, potrebbe scatenare un effetto domino «con ricadute negative sul territorio per l’elevato rischio sull’ambiente e sulla salute – spiegano – Ma anche per il ridimensionamento del centro sportivo e del centro di raccolta comunale, dotato di tutte le strutture logistiche e tecnologiche adeguate». A questo si potrebbe aggiungere, inoltre, un eventuale «deprezzamento del valore degli immobili» che ricadono nello stesso comprensorio. «Il mio predecessore – spiega il sindaco Francesco Leonardi a MeridioNews – aveva individuato una particella di terreno in via Dietro Serra, che però non va confusa col centro di stoccaggio. Dopo uno studio però – aggiunge – abbiamo spostato il sito perché ci siamo accorti che l’importo da spendere era più del doppio di quello attuale e che l’area non era pratica». 

Secondo il primo cittadino lo spazio di via Poio sarebbe stato scelto proprio per la superficie pianeggiante e per l’abbattimento dei costi, oltre a essere uno spazio «già recintato, video sorvegliato e secondo noi idoneo dal punto vista della destinazione». Proprio su questo punto però, in questi giorni, si dovrà esprimere il Tribunale amministrativo regionale, interpellato dal comitato che parla di un cambiamento di uso del terreno, originariamente destinato al verde sportivo. «Attendiamo la decisione del Tar, prevista per il primo dicembre – continua Leonardi – Quelle che mi preme sottolineare però è che le nostre scelte sono state effettuate nell’interesse dei cittadini. Come ben sapete – conclude – esistono ordinanze regionali che ci impongono di raggiungere valori molto alti di differenziata che, se non rispettati, prevedono sanzioni e aumenti della tassazione ordinaria come la Tari». Sulla presunta pericolosità dell’isola, il sindaco nega fermamente il «conferimento di rifiuti speciali, tossici, acidi o amianto» e aggiunge: «Non ci sarà umido, rifiuti urbani o infiammabili né indifferenziati».

Sui reali risparmi dell’opzione però il comitato solleva alcuni dubbi e parla di una probabile «sottostima in fase progettuale». Alla quale si aggiungo le preoccupazioni di un geologo che, considerato il rischio sismico al quale è sottoposto tutto il territorio dei paesi etnei, ritiene che sia il caso di pensare a una nuova soluzione

Mattia S. Gangi

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