Viaggio tra i cantieri del passante ferroviario «Entro 2017 ripristinato treno per l’aeroporto»

In ritardo, spesso contestate, a volte addirittura odiate. Per le opere pubbliche in Italia e ancor di più in Sicilia, si sa, le cose non vanno quasi mai del tutto lisce. Anche il passante ferroviario ne ha viste di tutti i colori, da vicolo Bernava ai licenziamenti in blocco decisi dalla Sis e per fortuna congelati dopo una turbolenta trattativa con Rfi, anche se al tribunale di Roma prosegue l’iter dell’accertamento tecnico preventivo per capire se l’azienda ha ragione di chiedere un budget extra di 100 milioni di euro. 

Il giudice ha nominato un consulente tecnico e il 13 marzo c’è già stato un primo incontro con i periti di parte di Rfi e Sis dal quale è uscito un cronoprogramma sulla vertenza: il consulente tecnico ha sei mesi di tempo per stilare una relazione sulle richieste del colosso iberico-piemontese, poi i periti avranno due mesi per le controdeduzioni e il consulente del tribunale altri due mesi per la relazione finale. Insomma, il contenzioso è ben lontano dall’essere risolto.

Nel frattempo però i cantieri sono operativi e gli operai faticano a pieno ritmo. Già, perché Rfi su un aspetto non ha voluto sentire ragioni: la lite in tribunale non deve avere nulla a che fare con i lavori e la Sis deve portare avanti l’opera a prescindere se poi fra dieci mesi un giudice riconoscerà all’azienda altri soldi. «L’impresa sta superando i problemi di liquidità, che comunque prescindono dal contenzioso», assicura Filippo Palazzo, responsabile della Direzione Programmi Investimenti Direttrice Sud e Progetti Palermo. Per questo Ferrovie ha organizzato stamattina una visita guidata esclusiva per la stampa nei cantieri Notarbartolo, Francia, San Lorenzo ed Ems-La Malfa: per far toccare con mano cosa significa realizzare un’opera mastodontica da oltre un miliardo di euro usando, fra le altre cose, una talpa di 140 metri con una testa fresante di 9,4 metri di diametro che consuma più megawatt di energia dell’ospedale Cervello e produce un suono di oltre 80 decibel: come lavorare dentro una lavatrice in piena centrifuga.

Si tratta della talpa Marisol alla Stazione Notarbartolo. Costata 13 milioni di euro – più 6-7 milioni di cantiere -, questo mostro meccanico impiegherà a regime 60 operai su due turni per scavare quasi due chilometri di galleria (per la precisione 1.978,5 metri) alla media di 6,6 metri al giorno fino a via Monti Iblei. A regolare tutto un cervellone elettronico in grado di analizzare istante per istante ogni genere di dato, dalla pressione alla qualità dell’aria alle caratteristiche geologiche del sottosuolo. Gli scavi produrranno 140mila metri cubi di terra e roccia che saranno ripuliti e usati per riqualificare spazi verdi. 

Il tunnel Notarbartolo-via Iblei sarà formato da 1.500 anelli accostati l’uno accanto all’altro e ogni anello sarà composto da sette conci prefabbricati di calcestruzzo spessi 40 centimetri per un totale di oltre diecimila conci, tutti trasportati via camion da una ditta specializzata di Potenza. Da via Iblei in poi la galleria è già pronta – in quel tratto l’intervento era più agevole perché una parte del tracciato corre all’aperto – e già questa settimana dovrebbe essere ultimato il solettone fino a San Lorenzo. Il solettone è solo uno degli strati del sandwich che un domani sosterrà binari e convogli: alla base c’è una colata di cemento grezzo e sopra un asfalto speciale e il brecciolino su cui poggiano i binari.

La Marisol verrà messa in funzione a maggio: finora sono stati scavati con tecnica tradizionale i primi 150 metri, poi è intervenuta l’Arpa a bloccare tutto imponendo alcune prescrizioni. Ad aprile verranno montati i nastri trasportatori per lo smaltimento dei materiali da scavo, che verranno conferiti nelle cave Troja e Impisu, «che saranno rinaturalizzate con riempimento e realizzazione di zone a verde», precisa Palazzo. A maggio, finalmente, l’avvio dello scavo della galleria: a quel punto davvero lo scalo di Punta Raisi sarà un po’ più vicino.

«Il collegamento per l’aeroporto sarà riattivato entro quest’anno – dice il project manager di Italferr Salvatore Vanadia -. Il servizio regionale sarà ripristinato con un binario sulla tratta B per 5,5 chilometri e due binari sulla tratta C per 16 chilometri. Il doppio binario sulla tratta B sarà poi completato a fine 2018. L’opera è ormai completa in media per l’81 per cento: il 95 per cento sulla tratta A (Roccella-Notarbartolo), il 57 sulla B (Notarbartolo-La Malfa) e l’87 sulla C (La Malfa-Carini) mentre il raddoppio Carini-aeroporto è stato già completato da precedenti appalti. Mancano lavori per circa 150 milioni». In pratica Rfi ripristinerà innanzitutto il collegamento con il “Falcone Borsellino” anche se un tratto sarà ad un solo binario. Quando la talpa avrà finito – ci vorranno circa dieci mesi – i treni potranno muoversi liberamente senza attendere la coincidenza.

Novità anche per vicolo Bernava: la scorsa settimana la Regione ha emanato i decreti di Vas e Via. Manca ancora il decreto sulla variante urbanistica che consente la dichiarazione di pubblica utilità, «dopodiché ci vorranno 20-22 mesi per fare tutto, a partire dagli espropri», è la previsione dell’ingegnere Vanadia. Alla stazione Francia, infine, saranno realizzati spazi verdi, campi attrezzati, una pista ciclopedonale e una bretella con la circonvallazione, completando dopo decenni l’omonimo viale Francia.

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