«Un cedimento del terreno di fondazione del corpo stradale con innesco di uno scivolamento verso valle di parte del rilevato. Si tratta quindi di movimento di roto-traslazione». Questa è la causa di quanto successo al viadotto Scorciavacche secondo gli ingegneri del consorzio Bolognetta scpa, il contraente generale che ha effettuato e che sta effettuando i lavori per l’ammodernamento dell’itinerario Palermo-Lercara Friddi lungo la statale 121, un’opera del valore complessivo di circa 297 milioni di euro, fondamentale in quanto si tratta dell’unico collegamento diretto tra le provincie di Palermo ed Agrigento,
Il consorzio comprende Cmc di Ravenna (che ha la stessa sede legale della Bolognetta scpa), una delle principali società costruttrici della Tav della Maddalena di Chiomonte e il cui presidente è Massimo Matteucci, la Ccc società cooperativa di Bologna sempre di Massimo Matteucci che ha anche una sede a Palermo in via Libertà e la catanese Tecnis spa di Mimmo Costanzo, partecipata al 50 per cento dalla Cogip di cui Costanzo è fondatore.
Alla guida del contraente generale c’è il capo progetto Pierfrancesco Paglini, coadiuvato da Davide Tironi e il direttore tecnico Giuseppe Buzzanca.
Il protocollo d’intesa per i lavori di ammodernamento è stato siglato tra Bolognetta Scpa, e le organizzazioni sindacali Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil. Un protocollo che disciplina «Il sistema delle relazioni sindacali, il contratto di lavoro, l’organizzazione e la sicurezza, la prevenzione e più in generale la prevenzione dai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata».
I lavori per la variante Scorciavacche che riguarda un tratto di un chilometro della strada statale 121 Catanese, costati oltre 13 milioni d euro, erano terminati, nel plauso generale, il 23 dicembre scorso, ben prima della data prevista, ovvero marzo 2015. Il 30 dicembre, dopo appena una settimana, l’Anas annuncia la «Chiusura al traffico veicolare della strada a causa di un cedimento anomalo del piano viabile in corrispondenza del viadotto, e l’immediata installazione di un sistema di monitoraggio di tutti i rilevati realizzati nell’ambito del tratto in oggetto» e ordina di procedere al ripristino del piano viabile nel più breve tempo possibile. Nel contempo ha contesta al contraente generale, a cui è affidata l’esecuzione dell’opera, il difetto di esecuzione.
In una nota stampa, di poche ore fa, l’Anas corregge il tiro e dichiara che il cedimento «Non ha riguardato il viadotto ma il tratto di rilevato di accesso all’opera».
La Bolognetta scpa, ha diffuso un comunicato stampa precisando che in atto non c’è nessun crollo di viadotti. «Si tratta di un cedimento del rilevato stradale verificatosi in prossimità del nuovo viadotto Scorciavacche2 – si legge – senza interessare quest’ultima opera recentemente realizzata. Nella nuova viabilità di cantiere, aperta al traffico veicolare il 23 dicembre 2014, si è verificato un cedimento del corpo stradale in rilevato, per una tratta di circa 40-50 m, che ha indotto il Contraente Generale a riportare, in data 29/12/2014, il traffico sulla SP 55, anch’essa attualmente strada di cantiere ed oggetto di lavori in corso di esecuzione. Sia la viabilità della SS 121 su cui era stato deviato il traffico che la SP 55 su cui attualmente transitano i veicoli – continua la nota – sono aree di cantiere interessate da attività di esecuzione di lavori sottoposte a fasizzazioni e deviazioni per consentire lo svolgimento di tutte le attività lavorative in presenza della continua circolazione dei veicoli sulla tratta Palermo – Agrigento. Il cedimento della sovrastruttura stradale è riconducibile ad un cedimento del terreno di fondazione del corpo stradale con innesco di uno scivolamento verso valle di parte del rilevato, si tratta quindi di movimento di roto-traslazione. Nessuno dei sopracitati fenomeni – conclude il comunicato – cedimento in fondazione e scivolamento verso valle, interessa le nuove opere d’arte costituite dai viadotti Scorciavacche1 e Scorciavacche2».
L’Anas intanto ha annunciato di avere aperto un’inchiesta per accertare le eventuali responsabilità della ditta costruttrice e del direttore dei Lavori, che aveva autorizzato l’agibilità provvisoria, riservandosi di avviare nei loro confronti un’azione legale.
Sulla faccenda è intervenuto anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi che ha dichiarato di aver chiesto all’Anas una relazione dettagliata sull’appalto, sui lavori e anche sulla commissione di collaudo. «C’è chi l’ha costruito male, – dice Lupi – chi non ha controllato che i lavori fossero fatti a dovere e chi ha dato il via libera alla circolazione su un’infrastruttura che a dieci giorni dall’inaugurazione e’ crollata. Ogni negligenza e irresponsabilità non verrà assolutamente giustificata. Chi ha sbagliato risponderà alla legge del rischio che ha fatto correre alla sicurezza dei cittadini e dei danni economici che ha provocato».
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